La cattedrale di Chartres, il suo labirinto e altre meraviglie
Dalla stazione Montparnasse, in circa un’ora, è possibile raggiunge l’antica cittadina di Chartres.
Per coloro che, come me, si lasciano incantare da certe meraviglie di pietra che architetti per lo più anonimi hanno disseminato in Europa tra il XII e il XVI secolo, la destinazione non potrebbe essere più gradita.
La graziosa cittadina di Chartres non sarebbe così ben conosciuta nel mondo se non fosse per la sua prestigiosa guardiana, la bella cattedrale di Nôtre-Dame che veglia sulla vallata del fiume Eure dalla fine del 1100.
Forse l’asimmetria della facciata può disturbare i più ossessivo-compulsivi, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad una licenza architettonica concessa nientemeno che dalla Storia!
La torre Sud, sulla destra, è più antica della torre Nord e di conseguenza più semplice, sorta ai tempi in cui il nuovo stile gotico si stava affermando, a cavallo tra i secoli XII e XIII. La torre di sinistra, au contraire, venne costruita nel pieno trionfo dello stile gotico duecentesco e ne porta i segni nella sua complessa decorazione.
Non intendo narrare le vicissitudini che fecero di Chartres una meta di pellegrinaggio cruciale per la storia della Cristianità, ma semplicemente invitarvi ad ammirare lo spettacolo dei veri protagonisti della cattedrale: la luce, le tenebre ed il colore.
Il dono di Chartres è l’alchimia della narrazione: racconti di pietra, di luce e di vetro, storie che gli analfabeti di un tempo sapevano leggere meglio di noi.
Cogliere i dettagli degli esterni richiede tempo, una preziosa risorsa che sprechiamo troppo spesso nel vano tentativo di risparmiarlo, ma se sapremo concedercelo verremo ricompensati.
Ad esempio, sulla facciata principale, ben nascosto tra una fila di colonne decorate con motivi geometrici o apparentemente astratti, si può scoprire un intero zodiaco!
All’interno, sul pavimento della navata centrale, cercate il leggendario labirinto, l’unico in Francia a risalire al periodo di costruzione della cattedrale che lo ospita, ossia l’inizio del XIII secolo.
Questo antico simbolo, ereditato dalla tradizione pagana e pre-cristiana, all’epoca era noto anche come “cammino di Gerusalemme”, perché rappresentava il pellegrinaggio dell’anima verso la dimensione del Sacro, un percorso da affrontare in ginocchio e recitando il Miserere.
Vi sono quattro zone e undici anelli concentrici da attraversare prima di giungere al fiore centrale composto da sei petali, il cui elemento centrale – il settimo, il numero sacro della Creazione – manca. L’iniziato che conquista la fine del labirinto potrà collocarsi al centro e completare così il mistico disegno: il settimo petalo è lui!
Il percorso non è un gioco, ma una meditazione profonda sul senso del proprio cammino personale.
Appena messo piede nel labirinto, ci si avvicina al centro in pochi passi e si potrebbe pensare che l’obiettivo finale non richieda poi tanto impegno, che esistano scorciatoie.
A questo punto le possibilità sono due ed in entrambi i casi il pericolo è immenso. L’iniziato può infatti decidere di fermarsi proprio lì, a un passo, certo di possedere la conoscenza, l’illuminazione, la verità, rifiutandosi di vedere come invece occorra allontanarsi ancora e faticare di nuovo. Oppure può proseguire, scoprendo di non sapere un bel niente: d’improvviso, il mistico fiore si allontana fino a scomparire e l’anima sfiora la perdita di ogni speranza, la rinuncia. Per trovare la forza di raggiungeranno il centro, occorrono straordinarie risorse interiori.
Per farla breve, il labirinto mette in guardia contro la presunzione, l’impazienza, la pigrizia e sprona a proseguire sempre e comunque. Venite a provarlo!
Ogni sera, da aprile a settembre, lo spettacolo di splendide luci colorate che accarezzano ed accendono le belle sculture della facciata della cattedrale, trasporta in una strana dimensione dall’atmosfera surreale, ma soprattutto restituisce l’aspetto colorato e vivace che questi giganti di pietra presentavano al tempo della loro costruzione.
Una luminosa provocazione diretta alla concezione di “epoca buia” che per troppo tempo ha dominato la nostra visione del Medioevo, limitandola. Buona esperienza a tutti!