Madri dell’arte parigina e dove trovarle
Girovagando per musei, imbattersi in raffigurazioni della tenerezza materna è più facile di quanto si possa immaginare, anche volendo escludere i modelli più evidenti e diffusi derivanti dalla religione, come quello della Vergine col Bambino. Anche un piccolo estratto come questo che vi presento, un veloce giro di presentazioni delle mamme che potreste incontrare nelle gallerie parigine, nasconde diverse sorprese e – neanche a dirlo – meraviglie!
Sotto l’Ancien Régime, quasi solamente le famiglie aristocratiche potevano permettersi di pagare un ritrattista e dunque le pose delle madri assieme ai propri figli risultano spesso rigide, dato che il ritratto, nella maggior parte dei casi, forniva al nobile la propria immagine di rappresentanza.
Lungo il corso del XVIII secolo, l’Illuminismo mise in discussione molti dei valori basilari delle epoche precedenti e ne riscoprì altri, come appunto la maternità: gli scritti di Rousseau avevano fatto diventare l’amore materno “di moda”, idealizzandolo e conferendogli una dignità che non aveva mai avuto, avvicinandolo al modello diffuso ai nostri giorni. I ritratti di madri assieme ai propri figli si fecero pertanto più frequenti e le pose mano a mano meno formali.
Facciamo un salto nel cuore del XIX secolo: vedova ed esule in Inghilterra dopo la caduta dell’impero retto da suo marito Napoleone III, l’imperatrice Eugènie si fece ritrarre al braccio di suo figlio, il Principe imperiale Louis-Napoléon Bonaparte, che all’epoca aveva circa diciotto anni.
James Tissot rappresentò Eugènie non con l’abituale rigidezza e formalità di un’imperatrice (per quanto decaduta), ma come una madre affettuosa che si appoggia al braccio del suo unico figlio. Il dipinto è commovente, quasi straziante se si pensa che la povera donna è lontana dall’immaginare che, nell’arco di quattro anni, avrebbe perso anche quel suo ultimo, caro sostegno.
Presso i nuovi movimenti artistici di fine XIX secolo (impressionismo, Nabis, post-impressionismo…), la vita domestica assunse un ruolo di primo piano e le madri ritratte cessarono di rivestire i panni delle dame dell’alta società per indossare quelli della borghesia, la nuova classe sociale che stava guadagnando rapidamente terreno grazie all’industrializzazione.
La scultura intitolata “La Danza del Bébé” di Roussel, al Petit Palais, è una perfetta rappresentazione della “joie de vivre” degli anni 1900, ma anche una rivoluzione artistica: le notevoli dimensioni della scultura, il cosiddetto «formato monumentale», erano solitamente riservate ai grandi uomini, mentre qui Roussel ha deciso di raffigurare una scena di genere, legata all’intimità e alla vita quotidiana, quella di una mamma che danza e gioca col suo bambino.
Auguri a tutte le mamme!