Grand Salon Jacquemart-Andre

Musée Jacquemart-André: uno scrigno di meraviglie d’arte

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Questa serie di articoli ripercorre – come in un diario di viaggio – la straordinaria esperienza del Maria Antonietta tour 2019.

Il percorso ideato da Alice Mortali – presidente di Aimant, Associazione Italiana Maria Antonietta – esplora monumenti, luoghi e collezioni d’arte legati alla figura della regina Marie-Antoinette e al secolo XVIII, ma non solo.

Io e Alice Mortali
Io e Alice, davanti alla reggia di Versailles. Oltre al nome, c’è ben altro che condividiamo: il nostro Paese delle delle Meraviglie si trova in buona parte tra le ombre del passato.

Ecco dunque una stuzzicante fonte d’ispirazione per un prossimo viaggio, ma per averne di più consiglio la lettura del libro di Alice, Guida alla Parigi di Maria Antonietta.

Giorno 1 – La favolosa collezione del Musée Jacquemart-André.

La prima chicca del Maria Antonietta Tour 2019 è stato il poco noto Musée Jacquemart-André di Parigi (VIII arrondissement).

MuseeJacquemartAndre
(Photo from Le Musée Jacquemart-André – Guide Officiel)

Il museo è il risultato dell’ambiziosa visione d’una ricca coppia borghese della Parigi del XIX secolo. Conosciamoli meglio.

Edouard André (1833-1894) era il rampollo di una ricchissima famiglia di banchieri protestanti. Nélie Jacquemart (1841-1912) si era costruita una carriera da pittrice. Se oggi tale mestiere viene considerato difficile, all’epoca – per una donna – era da ritenersi indecente. La Scuola di Belle Arti, lo ricordo, aprirà timidamente le sue porte alle donne solo nel 1896!

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Franz-Xavier Winterhalter, Ritratto di Edouard André in uniforme delle guide della Guardia Imperiale.

Inizialmente, il loro matrimonio (1881) non si basava sull’amore, ma sul comune interesse, come spesso accadeva all’epoca.

In effetti, Nélie pareva non aver nulla a che fare con Edouard: lui bonapartista, lei monarchica; lui protestante, lei cattolica. Eppure, i due condividevano molto più di quanto non sembrasse.

AutoritrattoDiNelieJacquemart
Autoritratto di Nélie Jacquemart.

Edouard trovò in Nélie la partner perfetta per la realizzazione del suo progetto, ossia quello di costruire una dimora lussuosa che fosse al contempo un museo d’arte.

A dirla tutta, era più spesso Nélie – e non Edouard – a trattare con i mercanti d’arte per l’acquisto delle opere che sarebbero andate ad arricchire la loro leggendaria collezione.

La situazione era indecorosa per le consuetudini del tempo, ma la tensione suscitata dalla presenza di Nélie giocava tutta a suo favore, consentendo di concludere ottimi affari.

Luigi Pampaloni, Fanciulla con Tortora, 1830.
Luigi Pampaloni, Fanciulla con Tortora, 1830.

Gli sposi Jacquemart-André decisero di organizzare il museo dei loro sogni secondo il modello delle Period-rooms, in modo tale da esporre gli oggetti d’arte in base all’epoca in cui furono realizzati.

Pertanto, gli ambienti furono dotati d’una strabiliante decorazione “in stile” (Rococò, rinascimentale, medievale, classica) in omaggio all’epoca dei tesori esposti.

MuseeJacuqmart-Andre

Il visitatore di oggi varca la soglia del favoloso Gran Salon Rococò – o Roccaille, come dicono in Francia – e sente il fiato mancare. Tuttavia, nel XIX secolo, la stessa meraviglia poteva suscitare ben altre reazioni.

Se collezionare oggetti d’arte risalenti al Medioevo e al Rinascimento era una pratica comune, la scelta di esporre i capolavori del Settecento veniva considerata di cattivo gusto.

Il ricordo della Rivoluzione che aveva sancito la fine dell’Ancien Régime suscitava imbarazzo, nostalgie e scaldava gli animi. Insomma il XVIII secolo divideva i francesi e apriva vecchie ferite. A quanto pare, Edouard André, grande appassionato dell’arte del periodo, non si dava la pena di seguire le mode.

Jean-MarcNattier_RitrattoDiMathildeDeCanisy_MarchesaDAntin_1738
Jean-Marc Nattier, Ritratto di Mathilde deCanisy, marchesa d’Antin, 1738.

La collezione poteva far discutere, ma su una cosa il pubblico si trovò unanimemente d’accordo: la raffinatezza della dimora inaugurata nel 1876, dopo un cantiere durato dieci anni, non aveva eguali.

Grand Salon Jacquemart-Andre
Il Grand Salon.

Lo splendido hôtel particulier dei Jacquemart-André presentava una struttura architettonica all’avanguardia che sorprendeva il visitatore ad ogni stanza.

Il Grand Salon semicircolare era in linea col gusto del Settecento, mentre all’epoca si prediligeva la linea dritta e squadrata.

Un lato della sala è dotato di un ingegnoso meccanismo che consente di far scorrere le pareti fino a nasconderle, così da fondere l’ambiente con la sala adiacente. Si risolveva in questo modo ogni problema di spazio e i grandi ricevimenti vi trovavano una comoda sistemazione.

 

Un’altra meraviglia è collocata – contro ogni consuetudine – in fondo all’edificio invece che all’inizio. Si tratta di un’insolita scalinata “a doppia rivoluzione” che da due rampe simmetriche – una a destra e una a sinistra – sale fino a congiungersi ad una cornice sospesa di forma ellittica. Un colpo di scena totalmente inatteso!

MuseeJacuqmart-Andre-scalinata

MuseeJacuqmart-Andre-scalinata

MuseeJacuqmart-Andre-scalinata

La struttura sfidava le classiche scalinate “scenografiche” dell’epoca, solitamente costituite da una fila di gradini unica e frontale che poi si divide in due parti, prima di raggiungere il piano superiore.

A cosa si deve un simile virtuosismo?

L’ideatore della scalinata doppia, l’architetto Henri Parent (1819-1895), era l’acerrimo rivale del più giovane Charles Garnier (1825-1898), autore dello splendido Opéra di Parigi.

All’interno del maestoso teatro di Garnier, la scalinata è esattamente della tipologia classica. Parent aveva dunque inteso sfidare Garnier con una rampa spettacolare mai vista prima.

Victor Navlet, La Grande Scalinata (Opéra Garnier, 1880, Musée d’Orsay): una rampa unica che si divide simmetricamente in due parti prima di raggiungere il piano superiore.

Tramite la scala di Parent, si accede alle meraviglie del primo piano, il quale riserva un aneddoto di famiglia.

Edouard vi aveva fatto allestire un atelier per consentire a Nélie di continuare a dipingere dopo il matrimonio, ma Madame André non aveva la minima intenzione di riprendere la sua professione. Per tutta risposta, ella decise d’impiegare la sala per ospitarvi l’amatissimo Musée italien, la collezione del Rinascimento italiano.

Il povero Edouard si offese, ma il visitatore di oggi, a posteriori, non può che compiacersi della decisione.

Musee_Italien_Jacquemart-Andre

Nélie amava la pittura fiorentina, Edouard quella veneziana. Venne così a crearsi una collezione di capolavori italiani del XV secolo unica al mondo, incentrata sulla cosiddetta arte “primitiva” da poco riscoperta (Mantegna, Baldovinetti, Luca della Robbia…).

Ma l’interesse per l’arte dei coniugi Jacquemart-André viaggiava l’Europa intera: nel resto del museo, sono conservati capolavori dell’arte inglese, fiamminga e olandese.

AndreaMantegna_VergineConBambinoCircondataDaTreSanti_1485
Andrea Mantegna, Vergine col Bambino circondata da tre Santi, 1485.

Buona esplorazione e vi attendo alla prossima tappa: una reggia di Versailles poco conosciuta – addirittura “privata”!