
Provins: un borgo di mercanti, di sotterranei e di rose
Ecco un consiglio per una gita fuori Parigi sulle tracce del passato. Il cammino è disseminato di canali e profuma di rosa!
Se doveste provare il bisogno di una pausa dal caos cittadino, a 75 km dalla Ville Lumière attende un incantevole borgo medievale, famoso per i suoi drappi di lana blu, i suoi labirintici sotterranei e le sue rose.
Durante l’estate, l’afa di Parigi può rendere necessaria una sosta nella frescura della campagna.
Un comodo treno (Transilien) dalla Gare de l’Est potrebbe, ad esempio, condurvi nella città medievale di Provins, che fa parte del Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Appena usciti dalla stazione ci si trova immersi in un rilassante città d’acqua. Nulla a che vedere con Venezia, ma la quantità di canali e torrenti si fa comunque notare.
Provins sorge su un piccolo altopiano tra due fiumi, il Durteint e il Voulzie, le cui acque sono state canalizzate per consentire alle innumerevoli attività artigianali che si radunavano ai piedi del borgo di svilupparsi.
Anche se potrebbe sembrarvi un insediamento medievale simile a tanti altri in Francia, Provins ha una storia davvero peculiare.
Il suo momento di massimo splendore fu il 1200, da ricordare come periodo florido e fortunato per l’intera Europa che, grazie a un clima particolarmente mite e piovoso, aveva goduto per decenni di abbondanti raccolti.
Quando il cibo abbonda, l’economia prospera e il commercio diventa di conseguenza talmente importante da ridisegnare la geografia. Provins ne è la prova.
Nel XIII secolo la città contava tra i 10 000 e i 15 000 abitanti. Non male, se si considera che oggi ne ha solo 12 500! A cosa era dovuto tanto affollamento? Proprio al commercio!
A partire dal 1100, Provins ospitò fiere grandiose oggi difficili da immaginare. Questi immensi raduni portavano in città merci e mercanti provenienti da ogni angolo del mondo conosciuto e trovare lo spazio per ospitarli non era semplice.
Per due mesi, il borgo era irriconoscibile. Merci, animali e persone vivevano gomito a gomito e trovare un anfratto solitario era un’impresa, visto che persino parte degli intricatissimi sotterranei venivano impiegati come ostelli e magazzini, con tutto il fitto via-vai che poteva derivarne.
I sotterranei della collina nacquero come cave per l’estrazione del calcare con cui tutta la cittadella più antica – quella che sorge sull’altopiano – è costruita.
Il calcare estratto ai piedi della collina, invece, è molto più tenero e veniva impiegato per diverse attività artigianali, in particolare per l’importantissima industria della lana di Provins, famosa in tutta Europa per via dei suoi famosi drappi blu.
Da quanto si può apprendere dalla visita guidata – solo una minima parte, seppure affascinante, è aperta al pubblico e non va persa!– pare che il commercio, a Provins, non riguardasse solamente i beni materiali o gli scambi leciti…
Il più curioso impiego “segreto” delle gallerie risale al XVIII secolo, all’alba della Rivoluzione francese, periodo in cui la massoneria era di gran moda e si diffondeva a macchia d’olio.
Proprio in quel periodo, una nuova loggia si installò a Provins e non esitò a impiegare alcune delle sale sotterranee per i suoi riti. Pare che una di queste, in particolare, esattamente al di sotto della sede ove la loggia si riuniva, venisse utilizzata per il rito d’iniziazione dei nuovi adepti, che qui dovevano pernottare in solitudine e oscurità prima di riemergere alla luce come uomini “nuovi”. Una sorta di rito di morte e resurrezione.
Il giovanissimo Jules Verne trascorse le vacanze tra questi cunicoli e da qui, si dice, trasse probabilmente ispirazione per il suo romanzo, “Viaggio al Centro della Terra”.
Provins non ha solo freschi e misteriosi sotterranei da offrire al visitatore – e freschi lo sono davvero, tanto da esser stati usati, in passato, come camera mortuaria! –, ma anche un tuffo nelle architetture del passato e nelle vicende storiche dei signori della Champagne che possedevano la zona.


In una città medievale che si rispetti non poteva mancare una chiesa gotica. La splendida Saint-Quiriace ci mise quasi 350 anni ad essere terminata e, a dirla tutta… non lo fu nemmeno!
Veniamo infine alle ricchezze naturali per cui Provins è più conosciuta: la rosa!
La leggenda vuole che, nel 1240, il conte di Champagne e re di Navarra, Thibaut IV, abbia portato dalla Terra Santa una varietà di rosa ritenuta curativa.
Non saprei dire se il rimedio fosse davvero efficace per tutti i numerosi disturbi per cui veniva impiegato, ma quel che è certo è il roseto di Provins, oggi, ha il potere di curare l’anima, di distendere ed ispirare, specialmente se si accompagna l’esperienza con un po’ di sciroppo di rosa locale disponibile nell’elegante café.
E per fare le cose con stile, sappiate che in luglio e agosto – solitamente il primo sabato del mese – la cittadina si illumina a lume di candela per ricreare un’atmosfera d’altri tempi (controllate le date nel sito del turismo di Provins qui ).
Buona esplorazione!
(Da leggere anche il villaggio da fiaba di Rochefort-en-Terre)