La suonatrice meccanica di Marie-Antoinette

 

La scienza… c’est chic!Illuminismo, immagine decorativa

Durante il Settecento, il Secolo dei Lumi, le scienze naturali erano al centro dell’interesse dell’alta società.

I membri dell’aristocrazia, che seguivano con grande interesse il dibattito filosofico e scientifico, gareggiavano nel costituire presso le proprie dimore delle preziose collezioni eterogenee, note come cabinets des curiosités.

Reperti archeologici, fossili, conchiglie, coralli, animali impagliati, manufatti provenienti da culture esotiche e remote, maschere rituali… Si cercava senza posa la rarità, l’inconsueto, la meraviglia.
Il cabinet des curiosités era un modo per mostrare non solo la propria ricchezza, ma anche la propria cultura.

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Il Cabinet des curiosités di Bonnier de la Mosson (1702-1744), Bibliothèque centrale du Muséum national d’Histoire naturelle.

Le maestranze dell’epoca, sempre attente alle evoluzioni degli interessi e del gusto, iniziarono a competere nella fabbricazione di piccoli prodigi per catturare l’interesse dei signori.

Dato che le scienze di allora, nel tentativo di svelare il mistero del corpo umano, comparavano spesso le funzioni vitali a quelle meccaniche, gli artigiani si impegnarono nella realizzazione di congegni che riproducessero il movimento della vita.

Il Teatro degli Automi al Museo di Arti e Mestieri

Pendola “squelette” (‘scheletro’, ossia con la struttura interna visibile) con carillon, 1790.

Al Musée des Arts et Metiers di Parigi esiste un piccolo Teatro degli Automi che custodisce dei prodigi dell’ingegno umano. Si tratta degli automi o bambole meccaniche (ne ho già parlato qui a proposito della Parigi magica).

Bisogna guardare a queste meraviglie come a degli straordinari oggetti di lusso molto ambiti, accessibili solo alla crème della società, dei pezzi da collezione destinati ai cabinet des curiosités più prestigiosi. I quadri animati qui esposti ne rappresentano un esempio perfetto.

Il primo rappresenta il castello di Saint-Ouen, realizzato nel 1759 per Madame de Pompadour, potente favorita del re Louis XV.

Quadro animato di Madame de Pompadour, Musée des Ats et Metiers.

In occasione del suo matrimonio col Delfino di Francia,futuro Luigi XVI, la giovanissima Maria Antonietta ricevette in dono un quadro simile (1771), realizzato da Jean-Baptiste de Saint-Jean, mastro orologiaio. A oggi questa meraviglia è ancora funzionante!

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Quadro animato 1771, realizzato sa Saint-Jean per Marie-Antoinette.

Ma il capolavoro assoluto rimane La Joueuse de tympanon, ‘La Suonatrice di salterio’ o ‘dulcimer’.

L’automa, ideato nel 1784 da Peter Kinzing (1745-1816), orologiaio tedesco, in collaborazione con l’ebanista fornitore della corte, David Roentgen, anche lui tedesco, fu concepito espressamente per la regina, grande appassionata di musica.

L’oggetto è alto 45 cm ed è composto da un salterio in miniatura e da una bambola meccanica che lo suona.

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Peter Kinzing e David Roentgen, La Joueuse de tympanon, 1784, Musée des Ats et Metiers.

A dispetto dell’apparenza, simile a quella di un clavicembalo, il salterio è uno strumento musicale che appartiene alla famiglia delle chitarre, che si suona pizzicando o colpendo le corde tese con dei mazzuoli. Essendo di solito piccolo e trasportabile, era spesso impiegato per accompagnare il canto.

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La caratteristica eccezionale di questo automa è esattamente questa: la bambola meccanica suona veramente lo strumento: non vi è alcun carillon che emetta melodie, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare.

Il complesso meccanismo a molla anima le braccia, il busto, la testa e perfino lo sguardo!

Per realizzare questo eccezionale automa, fu necessaria la collaborazione di un centinaio di artigiani appartenenti a ventisei corporazioni differenti.

Per assicurarsi l’acquisto della bambola da parte della regina, i due artigiani in capo impiegarono alcune astuzie.

Per prima cosa, le otto arie che La Joueuse esegue sono pera di Gluck, il compositore preferito della regina.

Inoltre, c’è la spiccata somiglianza della suonatrice con la sovrana. La tradizione vuole che i capelli provengano da una delle acconciature di Marie-Antoinette, ma per i cacciatori di reliquie c’è purtroppo una brutta notizia: quelli visibili oggi hanno sostituito i precedenti durante il corso di un recente restauro.

Inoltre, si mormora che l’abito alla “Petite Dauphine”, che la suonatrice indossa, sarebbe stato realizzato a partire da un tessuto impiegato dalla sovrana stessa. In ogni caso, è probabile che gli abiti della bambola in origine fossero più di uno, dunque il mistero permane.

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Dettaglio dell’abito de La Joueuse de tympanon.

Nel marzo del 1785, Marie-Antoinette fece dono del capolavoro all’Accademia delle Scienze di Parigi, che lo espose con tutti gli onori.

Dopo la Rivoluzione, La Joueuse venne dimenticata al punto che, a metà del XIX secolo, si trovò in uno stato di conservazione pessimo.

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Se oggi possiamo ancora ammirare la splendida meccanica funzionante della suonatrice, dobbiamo ringraziare il restauro operato dal padre dell’illusionismo moderno, nonché esperto realizzatore di automi, Robert-Houdin (1864). Se vi ricordate, abbiamo già avuto modo di conoscerlo nell’articolo Storia parigina della Magia.

Robert-Houdin (1805 -1871), il padre della prestidigitazione moderna
Robert-Houdin, (1805 -1871), il padre della prestidigitazione moderna.

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