Storia parigina della Magia: fantasmagorie, illusionisti e musei dell’impossibile
In questo blog si narrano spesso frammenti della storia più nota, ma i veri tesori parigini, a mio avviso, sono le piccole vicende che, all’ombra dei grandi eventi, segnarono tacche essenziali nell’evoluzione dell’arte, della filosofia, della letteratura…
Questa storia apparitene a questa categoria e narra di un uomo oggi poco conosciuto, se non dagli appassionati del settore.
C’era una volta un giovane orologiaio di Blois, tranquilla città sulle rive della Loira, che si appassionò allo studio delle scienze naturali.
Il suo nome era Jean-Eugène Robert (1802-1871) e tutto poteva immaginarsi, fuorché di venir ricordato un giorno come il padre dell’illusionismo moderno.
Dopo aver sposato l’amata Céline Houdin, un’attrice della compagnia teatrale di cui lui stesso era membro, Jean-Eugène si trasferì a Parigi al 78, rue Vieille-du-Temple(III e IV arrondissement).
Qui, la sua raffinata orologeria attirò per anni clienti da tutta la capitale, ma non solo.
Orologi a parte, la vera attrazione del negozio erano gli straordinari automi meccanici realizzati da Robert.
Questi oggetti, all’epoca, venivano ammirati come piccoli miracoli di meccanica e ingegneria, ordigni quasi magici frutto dell’eccellenza di diverse maestranze artigianali.
Sorprende pensare che, nel secolo d’oro del positivismo, del progresso e della scienza – l’Ottocento appunto – gli automi continuassero a dispensare meraviglia e magia.
Terribilmente fragili e delicati, bisognosi di continua manutenzione, per lungo tempo, gli automi sono stati tristemente trascurati dai musei.
Se oggi è possibile ammirarne alcuni esempi, ciò è grazie alla passione di alcuni amatori, autentici custodi di meraviglie.
È il caso di Georges Proust, creatore del Museo della Magia di Parigi (11, rue Saint-Paul, IV arrondissement), che ha riunito una straordinaria collezione di automi, alcuni risalenti al periodo del monsieur Robert!
A pochi passi lungo la stessa strada (un vero sentiero di meraviglie scomparse!), André Voisin (?-1860) aveva aperto da qualche anno una bottega artigianale specializzata in meccanica di precisione.
Voisin rifiniva le sue creazioni con materiali nobili quali avorio, legni preziosi, appliques in bronzo dorato, attirando una ricca e raffinata clientela, la stessa che faceva visita all’orologeria di monsieur Robert.
Contrariamente alle aspettative, anziché farsi la guerra i due maghi degli ingranaggi divennero ottimi amici.
Quando la cara Céline morì, Eugène decise di unire il proprio cognome a quello della sposa per non separarsene più.
Da quel momento si fece chiamare Robert-Houdin, un nome che non verrà più dimenticato dai maghi che seguirono – compreso il grande Harry Houdini (1874-1926) che scelse il proprio nome d’arte in omaggio a lui.
Nel luglio 1845, a Palais-Royal, in rue de Valois a pochi passi dal Louvre, un piccolo teatro da 180 posti color rosso e oro aprì le porte.
Aveva allora inizio una leggenda:le Soirées Fantastiques (‘Serate fantastiche’) del Teatro Robert-Houdin!
Gli spettacoli erano interamente dedicati alla magia, all’illusionismo e ciò, all’epoca, costituiva una forma di spettacolo inedita. Vediamo perché.
Fino a quel momento, la magia aveva abitato la strada o le fiere, praticata da personaggi eccentrici in costumi vistosi, che spesso celavano intenzioni poco oneste, come dimostra il celebre dipinto di Hieronymus Bosch (1450 circa – 1516), L’Escamoteur (‘L’illusionista’).
La tela rappresenta un prestigiatore specializzato nel far muovere inspiegabilmente palline o noci da un bicchiere rovesciato all’altro.
Pochi anni prima, il pubblico parigino si era abituato a spettacoli mistici, spettrali e sconvolgenti: le straordinarie Fantasmagorie di Gaspard Robert. Curioso: sempre di un Robert si tratta, sebbene non esista parentela tra i due!
Monsieur Robertson (1763-1837), così veniva più spesso chiamato, era un fisico aeronauta che, all’alba della Rivoluzione francese, fu tra i primi a librarsi in volo con la sua mongolfiera!
Robertson era uno scienziato, figlio del Secolo dei Lumi, paladino del Metodo scientifico e della Ragione eppure, con una contraddizione tipica del suo tempo, i suoi spettacoli facevano leva sull’immaginario, la superstizione, la paura della morte e del Sovrannaturale.
Robertson proponeva spettacoli di presunta negromanzia.
A seguito di complesse invocazioni, degli spettri spaventosi si materializzavano tra nuvole di fumo e candidi lenzuoli per aggirarsi nella sala terrorizzando gli spettatori.
Il metodo impiegato consisteva in un perfezionamento delle già note Lanterne magiche (sistemi di proiezione di immagini scorrevoli). Una lanterna di proiezione, montata su binari, veniva nascosta dietro ad uno schermo. Questo poteva essere un lenzuolo, ma anche una coltre di fumo. L’aggiunta di luci colorate e suoni raccapriccianti faceva il resto.
Le immagini si avvicinavano, si allontanavano, scomparivano misteriosamente… Il pubblico usciva spaventato a morte!
Le Soirées Fantastiques di Robert-Houdin erano completamente diverse, dotate di un’impronta scientifica ed umoristica, a tratti poetica, che le rendeva adatte anche ai bambini.
L’elegante scenografia in stile Louis XV conferiva allo spettacolo raffinatezza, ma la vera novità era costituita dal look del mago. Monsieur Houdin indossava un classico abito da sera, perfettamente identico a quelli dei signori del pubblico.
Cappello a punta? Niente di tutto ciò!
Il tutto-esaurito divenne un’abitudine per Robert-Houdin, nonostante il costo del biglietto fosse piuttosto elevato.
«…quasi tutti i numeri di illusione e di prestidigitazione attuali sono adattamenti o perfezionamenti delle sue scoperte.»
Pascal Nourisson, in riferimento all’opera di Robert-Houdin
Les Grands Événements de Loire-et-Cher
Nell’afa del luglio di quel fatidico anno 1845, nasceva dunque l’Illusionismo moderno.
Per contrastare il caldo della sala, Houdin ebbe l’idea di realizzare dei ventagli-souvenir da offrire agli spettatori, con sopra stampato il programma di sala.
Alcuni dei trucchi più celebri di Houdin sono stati riprodotti in un raro video che trovate qui sotto.
“L’Arancio meraviglioso”, ad esempio, consisteva in un sorprendente marchingegno, simile in tutto e per tutto a un autentico alberello da cui germogliavano dei fiori d’arancio, poi sostituiti da arance vere e proprie!
Le succose prelibatezze venivano quindi offerte ai bambini in sala (va considerato che gli agrumi erano una rara e costosa leccornia a quel tempo!).
La “Levitazione eterea”, invece, vedeva il giovanissimo figlio di Houdin rimanere sospeso nel nulla dopo aver respirato dell’etere con il solo appoggio, alla tempia, di una canna sottile.
La fama di meccanico di Houdin era tale che, nel 1864, venne incaricato del restauro di un automa raro e preziosissimo, appartenuto alla regina Marie-Antoinette in persona, La Joueuse de tympanon. È grazie a lui se la meraviglia è giunta integra fino a noi.
Questo sentiero delle meraviglie è uno dei più lunghi che vi ho proposto: dalla fresca cantina parigina del XVI secolo che ospita l’affascinante Musée de La Magie, un’autentica tana del Bianconiglio da cui vale la pena lasciarsi risucchiare, giunge a Blois, la città che diede i natali a Robert-Houdin e che aprì nel 1998 un museo in suo onore, la mirabolante Maison de la Magie.
Vi lascio con il video delle meraviglie di Blois, dopo il quale è difficile resistere alla curiosità di visitare la Maison de La Magie e lo splendido castello che sorge di fronte.