MaginificQuattroCopertina

I calamai di quattro leggende della letteratura conservati alla Maison Hugo

Le sale della casa di Victor Hugo (Place de Vosges, IV arrondissement) sono arredate da un bizzarro mobilio.

Cineserie Hugo

Interni come questi non incontrano forse il gusto di oggi, ma nel XIX secolo erano, per così dire, à la page.

Si tratta d’un perfetto esempio di gusto “eclettico”, che generava dei veri pot-pourri di stili in genere ispirati all’Oriente, oppure ad epoche passate (classica, medievale, rinascimentale…).

Attenzione però: questi elementi d’arredo non corrispondono a quelli che avremmo trovato qui, all’epoca in cui il romanziere occupava l’appartamento con la sua famiglia.

VictorHugoMiriamTritto
Illustrazione © Miriam Tritto, Victor Hugo, immagine estratta da “Come un libro aperto”.

Per la maggior parte, si tratta infatti di pezzi assemblati dalle mani di Victor Hugo medesimo, nel corso dei suoi lunghi anni che trascorse in esilio sull’isola inglese di Guernsey. Nello specifico, furono concepiti per la dimora della sua amante, la fedele Juliette Drouet, che lo aveva seguito sulla piccola isola.

Tra questi pezzi a dir poco originali, spicca un elemento straordinario: un plateau à tiroirs (una sorta di cassettiera orizzontale) montato su un tavolo. Sulla sommità, a mo’ di decorazione, è stato fissato uno strano insieme composto da quattro calamai, due dei quali completi di pennino.

Ora, nella casa di Victor Hugo pennini e calamai hanno tutta la loro ragion d’essere, ma quell’insieme emana uno charme tutto suo.

Si tratta infatti degli strumenti di scrittura appartenuti a quattro tra le menti più brillanti del XIX secolo, una delle quali era donna!

MaginificQuattroCopertina

Nello specifico, mi riferisco a Victor Hugo (1802-1885), George Sand (1804-1876), Alphonse de Lamartine (1790-1869) e Alexandre Dumas (1802-1870).

L’idea di realizzare questo tributo al genio letterario dell’epoca si deve alla moglie di Victor Hugo, Adèle, che nel 1860 aveva organizzato una vendita di beneficenza sull’isola di Guernsey. Lo scrittore si occupò di assemblare l’insieme, unendo al proprio i calamai dei suoi tre colleghi giunti via posta dalla Francia.

Moglie Hugo
Adèle Hugo (1803-1868) verso il 1839, ritratta da Boulanger.

(Leggere che Victor Hugo realizzava mobili sia per l’amante che per la moglie ha sollevato la tua perplessità? Comprensibile. Scopri le sua doppia vita sull’isola di Guernsey nell’articoloVictor Hugo: l’umiliazione dell’esilio e la follia di Adèle“).

Sfortunatamente, tra gli abitanti dell’isola straniera non fu possibile trovare un acquirente. Evidentemente, le rivoluzioni letterarie francesi non erano per loro di grande interesse.

Victor Hugo decise allora che avrebbe acquistato lui stesso l’opera, la quale venne conservata e tramandata fino a noi.

Tavolo dei calamai
Uno scorcio dall’alto del mobile dei calamai conservato nella casa di Victor Hugo.

Piccola curiosità prima di concludere: l’angolo dedicato a George Sand presenta un particolare che può far sorridere solamente gli ammiratori del personaggio: un accendino.

Accendino George Sand
Dettaglio del mobile dei calamai con indicato l’accendino di George Sand. Il tavolo sottostante venne aggiunto nel 1903 a sostegno dell’insieme.

Il fumo, strettamente riservato agli uomini, era una delle abitudini marcatamente provocatorie che la scrittrice aveva fatto proprie, un gesto di emancipazione che andava ad aggiungersi a quello – non meno sensazionale – di vestirsi da uomo, onde poter avere accesso ai circoli letterari parigini.

Questa eccentricità richiedeva un permesso speciale della prefettura, rilasciato solamente per gravi motivazioni “mediche” oppure per specifiche necessità lavorative, senza il quale la disgraziata in pantaloni rischiava l’arresto!

Caricatura di George Sand
Caricatura di George Sand in abito da uomo con poche righe a lei dedicate: “Se di George Sand questo ritratto lascia lo spirito un po’ perplesso, è che il genio è astratto e come si sa non ha sesso”.

(Da leggere anche: “George Sand: le donne che scrivono sono pericolose“)