Louvre copertina 2

I fantasmi del Louvre: come costruire una reggia smisurata e poi abbandonarla

il
temi: periodi: , personaggi: luoghi:

Con l’aiuto del Cappellaio Matto, che conosce personalmente il Tempo e sa come ottenere da lui favori speciali, sto compiendo un’impresa altrimenti impossibile, ossia ripercorrere a velocità warp gli otto secoli di storia che il palazzo del Louvre ha da raccontare. Tre secoli sono già stati affrontati, ma siamo arrivati ad avere un Louvre ancora molto lontano dall’aspetto attuale.

(Se ti sei perso i tre secoli precedenti leggi l’articolo “I fantasma del Louvre:tutto iniziò con un piccolo castello“).

Alla fine del 1500 ecco come appariva la riva su cui sorge oggi il museo più visitato al mondo:

Louvre 1600
La pianta del Louvre alla fine del XVI secolo: in nero la sagoma del Louvre odierno; in rosso la fortezza e le mura medievali da cui tutto era partito; in blu le modifiche rinascimentali del 1500 con a ovest, oltre un fossato, il palazzo delle Tuileries voluto da Caterina de Medici (1589).

Alla prima tazza di tè, ci troviamo catapultati nell’anno 1595: il re Henri IV aveva definitivamente ripreso possesso di Parigi, impresa che aveva richiesto 5 anni di guerra civile (mi riferisco alle terribili guerre di religione tra cattolici e protestanti). 

Henri IV
Sua Maestà Henri IV de Bourbon, il primo re di Francia appartenente a questa dinastia.

A questo sovrano di origini protestanti è attribuita la famosa frase «Parigi val bene una messa», citazione apocrifa e scorretta che sarebbe stata invece pronunciata dal suo fedele e brillante primo ministro, Sully, e le parole esatte sarebbero state:

«La corona val bene una messa».

Sully si riferiva alla più che opportuna conversione di Henri IV al Cattolicesimo allo scopo di assicurarsi il trono, ma torniamo al vero chiodo fisso si Sua Maestà – oltre alle donne, beninteso – ossia quello di rilanciare la capitale e promuovere la nuova dinastia che con lui regnava sulla Francia per la prima volta: i Bourbon.

Henri IV non perse tempo e avviò ciò che poi divenne famoso col nome di Grand Dessin, ‘Grande Disegno’: il progetto prevedeva, tra le altre cose, di raddoppiare in dimensioni la fortezza medievale originaria del Louvre creando quella che oggi è conosciuta come Cour Carrée.

Tuttavia, il progetto richiederà ancora un secolo per venire ultimato, quindi lasciamo per un po’ di tempo la Cour Carrée col suo caotico aspetto da cantiere.

La seconda parte del Grand Dessin di Henri IV – la più ambiziosa – intendeva riunire il Louvre al palazzo delle Tuileries tramite una maestosa galleria di mezzo chilometro di lunghezza, la quale richiese tredici anni di lavori. Sorse così la Grande Galerie (oggi e quella che conserva, al primo piano, i capolavori della pittura italiana).

Louvre prima di Henri IV
In blu il Louvre prima dei lavori di Henri IV. In grigio la pianta del palazzo oggi.
Louvre dopo Henri IV
In verde il Louvre dopo i lavori di Henri IV (il tratteggio è per ciò che era previsto di fare ma non fu realizzato prima della fine del 1600: l’ampliamento della Cour Carrée). Si nota che la reggia reale è stata collegata al palazzo delle Tuileries dalla Grande Galerie e che dei nuovi giardini sono stati creati a est di quest’ultimo.
Louvre1615
Il Louvre e la Grande Galleria di Henri IV che lo unisce al palazzo delle Tuileries più a ovest. (®Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
Grande Galerie
La Grande Galerie di Henri IV vista dalla Senna.
Anagramma Henri IV
E visto che tutti i re amavano lasciare la propria firma sulle loro imprese, sulla facciata della Grande Galerie, lato Senna, si può distinguere l’anagramma di Henri IV.

Il figlio di Henri IV, Louis XIII (1601-1643, il re circondato da d’Artagnan, moschettieri, Richelieu e compagnia bella nei romanzi di Alexandre Dumas) proseguì i lavori per ampliare la Cour Carrée terminando l’ala ovest, o ala Lemercier, dal nome dell’architetto che la realizzò avendo cura di riprodurre fedelmente la decorazione rinascimentale di Lescot, risalente al secolo precedente.

Louis XIII
Louis XIII, il re sotto cui Dumas decise di far prestare servizio ai suoi celebri moschettieri.
Padiglione dell'Orologio
L’ala ovest della Cour Carrée con il Padiglione dell’Orologio, realizzato sotto Louis XIII. La facciata a destra del padiglione riprende la decorazione della parte sinistra più antica.
Ala ovest della Cour Carrée - Padiglione dell'Orologio
Le fasi di costruzione dell’ala ovest della Cour Carrée visto dalla medesima corte: a sinistra la parte conclusa da Lescot nel 1500, a destra quella conclusa sotto Louis XIII (prima metà del 1600) da Lemercier. Gli orologi su entrambe le facciate dell’ala vennero aggiunti solo nel XIX secolo.
Louvre Louis XIII
Pianta del Louvre sotto Louis XIII (1643) i cui interventi sono indicati in arancio. Da notare il giardinetto aggiunto a sud (a destra in basso) di cui beneficiava soprattutto la madre di Louis, Maria de Medici.
Giardino Maria de Medici Louvre
Questo anonimo giardino in riva alla Senna un tempo era un paradiso verde voluto dalla madre di Louis XIII, Maria de Medici. Al posto del cancello sorgeva una lunga limonaia per accogliere gli agrumi durante l’inverno.

E tra un biscotto e un giro di cucchiaio, vediamo giungere il tempo del Re Sole, Louis XIV, il quale non badava certo a spese per la costruzione delle sue regge. Sua Maestà solare, deciso a terminare l’ampliamento della Cour Carrée, fece indire un concorso che avrebbe determinato l’aspetto dell’entrata principale, quella rivolta a est. Mission del progetto: far cadere la mandibola a tutti.

A quell’epoca, l’architetto più in voga a livello internazionale era l’italiano Gian Lorenzo Bernini, il quale ovviamente venne invitato a partecipare al concorso. Tuttavia il suo progetto, dopo molte modifiche e stravolgimenti, venne rifiutato e così l’illustre scultore, pittore, urbanista, architetto, scenografo, e commediografo che aveva cambiato la faccia di mezza Roma dovette tornarsene in Italia con un nulla di fatto. È evidente che non venne scartato per mancanza di competenze: il re aveva semplicemente gusti diversi, meno “barocchi”.

Gian Lorenzo Bernini
Autoritratto di un Gian Lorenzo Bernini perplesso.

La scelta cadde infine sul magnifico progetto di Claude Perrault, architetto, scienziato, medico e fratello di Charles Perrault, quello delle fiabe. Mai avrei immaginato che dalla stessa famiglia potessero uscire la maestosa facciata del Louvre, Cappuccetto Rosso e Barbablù! Il re preferì la facciata di Perrault perché era di gusto classico, pulito, simmetrico, l’esatto contrario della visione barocca di Bernini. Ecco una vista mozzafiato del risultato:

Louvre Re Sole
La pianta del Louvre al tempo del Re Sole. In rosso le parti che vennero modificate/costruite durante il suo regno. La Cour Carrée è finalmente terminata! In tratteggio rosso la facciata est di Claude Perrault. A ovest un nuovo giardino disegnato da André Le Nôtre, antenato di quello odierno (Jardin des Tuileries).
Anagramma Louis XIV
L’anagramma del Re Sole, la doppia L, sulla facciata della Cour Carrée.

Colpo di scena: ultimata la facciata di Perrault, il re abbandonò il Louvre. Sua Maestà, in effetti, covava da tempo il proposito di lasciare la pericolosa e instabile Parigi per chiudere la corte in una gabbia dorata a diversi chilometri di distanza: la reggia Versailles.

Louis XIV
Louis XIV, il Re Sole

Povero Louvre! Incompiuto e senza tetto! Versailles gli aveva rubato la scena, ma la fine della monarchia e i trionfi di Napoleone lo riporteranno in primo piano. Per adesso la corsa plurisecolare attraverso la storia di questo smisurato palazzo può bastare, Cappellaio. Il 1800, il secolo più importante, perchè il Louvre finalmente assomiglierà a quello di oggi, merita tutto il prossimo articolo.