Compiègne, una reggia per chi non vuol tornare a Versailles
Oggi i Palmipedoni hanno deciso di mostrarmi una reggia fuori Parigi, ma siccome i loro sentieri non sono mai scontati, non è a Versailles che mi hanno condotta. Ad appena ottanta chilometri dalla capitale, infatti, è possibile esplorare in giornata un’altra meraviglia: lo Château de Compiègne garantisce atmosfere regali e meravigliosi giardini, con meno masse di turisti e meno selfie-sticks.
L’esplorazione di questo scrigno di storie è stata lunga ed avvincente, e cercherò di dare solo un piccolo assaggio delle “chicche” che vi si possono trovare.
Il vecchio maniero medievale di Compiègne, all’alba del 1700, poteva vantare solamente una posizione invidiabile ai confini di un’immensa foresta, ma le sue tetre mura demodées certamente non potevano risultare gradite a un re dal gusto classico come Louis XV (1710-1774).
Sua Maestà risiedeva abitualmente nella reggia di Versailles e il castello di Compiègne che aveva deciso di sfruttare andava trasformato per farlo sentire a casa. Detto fatto: al termine di diversi anni di lavori, il vecchio maniero aveva assunto un aspetto ben diverso, aggiornato al gusto classico del tempo.
La coppia reale che gli succedette, Louis XVI (1754-1793) e Marie-Antoinette (1770–1793), lasciò la propria impronta negli anni seguenti, soprattutto nelle decorazioni delle sale. In seguito, si sa, la Rivoluzione francese decise di attuare una politica di “democratizzazione”, diciamo così, delle dimore aristocratiche dell’intera nazione, pertanto il mobilio dei sovrani venne saccheggiato o rivenduto.
Fu Napoleone I a ripristinare lo splendore del palazzo. Le sale vennero trasformate secondo la nuova estetica promossa dall’imperatore che imitava i modelli della Grecia e della Roma antiche, una sorta di brand, conosciuto anche come “stile impero”.
Il nipote di Napoleone, Napoleone III, fece del castello di Compiègne un palazzo imperiale al centro della vita di corte e, di conseguenza, dovette adattare gli ambienti ad ospitare un gran numero di invitati.
Ogni autunno, venivano convocate a Compiègne le cosiddette séries (‘serie’) di invitati composte da circa ottanta personalità di riguardo, ciascuna accuratamente selezionata assieme all’imperatrice Eugénie. Vi era la serie diplomatica (di cui faceva parte la famosa Contessa di Castiglione), quella militare, artistica, mondana e infine quella aristocratica. Ogni serie soggiornava a Compiègne per quattro giornate, più i giorni di arrivo e partenza. Durante la permanenza, tutti potevano ammirare l’opulenza del Secondo Impero, condividendo l’intimità della vita di corte tra caccia, giochi, balli, spettacoli e concerti. Insomma, una perfetta rappresentazione del frenetico, stressante far niente o, se preferite, “tenersi occupati” dell’élite del Secondo Impero.
Fervente ammiratrice della regina di Francia, Marie-Antoinette, l’imperatrice Eugènie arredò il proprio salone da tè di Compiègne con cineserie del XVIII secolo proprio come piaceva a Sua Maestà. Le sedie, provenienti dal cabinet della celebre sovrana a Saint-Cloud, vennero imbottite per renderle più comode e unite al mobilio contemporaneo di gusto più borghese, creando uno degli arredi più conosciuti e ammirati del tempo.
Il castello ospita due musei imperdibili, oltre al classico percorso tra le sue belle sale: il museo dell’Automobile e il museo del Secondo Impero, dove è possibile ammirare il celebre dipinto del ritrattista più in voga dell’epoca di cui ho raccontato in un altro articolo, Winterhalter, che ritrae l’imperatrice Eugénie circondata dalle sue dame di compagnia (1855).
Una visita a Compiègne è caldamente raccomandata. Se arrivate presto, potreste avere la fortuna di trovare le sue sale quasi deserte, come è successo a me, e di concedervi qualche volteggio nella sala da ballo… (Vedi il sito del Chateau de Compiègne qui).