Caterina de’ Medici: dall’ombra della sottomissione ai riflettori del potere
Per tutta la durata della sua tempestosa esistenza (per averne un assaggio leggi questo articolo), Caterina de’ Medici fece costante ricorso alle arti occulte per scrutare nel futuro proprio e in quello dei suoi figli, per attrarre l’amore del marito, propiziare gravidanze o scongiurare sciagure – ma in questo caso, lo vedremo, le arti occulte lasciarono molto a desiderare.
Caterina introdusse alla corte di Francia un astrologo italiano che non abbandonò mai il suo fianco, divenendo di fatto il suo consigliere più fidato e il custode di ogni suo segreto: Cosimo Ruggeri (deceduto nel 1615).
Caterina era superstiziosa? Per noi naturalmente sì, ma all’epoca era credenza comune e consolidata che fosse il movimento degli astri a determinare il destino dell’uomo, dunque Caterina non era più “credulona” dei suoi contemporanei e aderiva semplicemente alla comune visione del cosmo.
Questo irresistibile bisogno di mantenere un’impressione di controllo su eventi che all’epoca erano per la maggior parte violenti e imprevedibili, spinse Caterina a tentare di indagare costantemente il futuro, ad attirare la fortuna e ad allontanare la sventura con tutti i possibili mezzi.
Alcuni responsi pare riguardassero il suo amato marito, il re di Francia Henri II.
A sua Maestà venne vivamente sconsigliato, attorno alla quarantina, ogni tipo di combattimento individuale.
Incurante del pericolo, il fiero sire – raggiunta la funesta età di 40 anni – pensò bene di sfidare a duello durante un torneo il suo giovane capitano delle guardie, il conte de Montgomery.
Il giovane aveva rifiutato, il re aveva insistito e così il duello aveva avuto luogo.
Ferito mortalmente da una scheggia della lancia di Montgomery che gli si conficcò in un occhio, Henri impiegò dieci giorni a morire.
Quattro anni prima, il famoso profeta e astrologo Nostradamus aveva pubblicato a Lione le Centurie di cui alcuni versi vennero interpretati come la profezia della tragica morte del re:
Anni dopo, il luogo della disgrazia venne trasformato dal re Henri IV che, oltre a cancellare i brutti ricordi, intendeva arricchire Parigi con una delle sue piazze più belle, Place de Vosges.
Il dolore di Caterina fu profondo e devastante. Da quel momento, la regina non abbandonò più il nero del lutto.
Un’idea della sua pena, di cui Caterina fece un vero e proprio emblema, ci proviene dai pochi resti della reggia che sorse, per suo volere, a pochi passi dal Louvre, ossia il palazzo oggi scomparso delle Tuileries. Le insegne di Caterina sulla facciata recavano questi simboli:
Le prove per Caterina erano solo all’inizio.
Mentre la regina vedova si disperava sulle spoglie dell’amato Henri, due fratelli ambiziosi, due figure tra le più potenti di Francia, il duca de Guise e il cardinale Charles de Lorraine, orchestravano un classico colpo di stato.
I due furbacchioni manovrarono a loro piacimento il povero primogenito di Caterina, il nuovo re François II che, a parte i suoi 15 anni, portava in dote al regno solo un gran paura e un trauma da perdita della figura paterna tutto da elaborare.
Iniziò così il dominio illegittimo della famiglia de Guise che pensava di poter governare la Francia a proprio gradimento, infiltrando amici e parenti in tutte le posizioni di potere.
Tutti sanno però che i conti senza l’oste non si fanno, specie se l’oste fa de’ Medici di cognome.
I signori della famiglia de Guise, tutti presi dalla loro scalata al potere, non avevano preso in considerazione la Regina Madre nemmeno per un minuto, certi com’erano che non avrebbe potuto mai rappresentare una minaccia. D’altra parte, fino a quel momento, Caterina si era dimostrata dimessa, obbediente e taciturna. La leonessa dormiva…
Ed ecco in cosa consisteva la posizione poco felice del povero François II: da una parte gli ambiziosi zii della famiglia de Guise usavano la sua giovane mogliettina per manovrarlo – la bella Mary Stuart di Scozia di cui François era cotto e stracotto –; dall’altra vi era la devozione alla donna più importante della sua vita, mamma Caterina, la quale non intendeva permettere che il trono venisse soffiato ai suoi figli.
Il povero François, come prevedibile, non sopravvisse alle gioie della vita familiare e morì poco dopo stroncato da un cocktail di stress, sifilide e tubercolosi.
Caterina, per quanto addolorata, aveva imparato la lezione: non si attardò a piangere la perdita, avendo appreso quanto i momenti di passaggio di potere fossero delicati.
Attraverso promesse, minacce, manovre e scene degne della serie TV “Trono di Spade”, la regina madre riuscì a farsi nominare “Governante del Regno” fino a che il successore al trono, suo figlio Charles IX, non avesse raggiunto la maggiore età ossia… 13 anni.
La famiglia de Guise dovette fare un passo indietro.
CATERINA vs DE GUISE: 1 – 1
Bel colpo Caterina! Sul trono di Francia sedeva finalmente la sintesi dello scandalo perfetto: donna, straniera, non nobile, pur tuttavia regina!