Reims

La cattedrale di Reims e l’incoronazione dei re di Francia

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Dopo le meraviglie di pietra della cattedrale di Chartres, oggi diamo uno sguardo alla maestosa bellezza della cattedrale di Notre-Dame de Reims.

Era il 1211 quando le prime pietre di questo capolavoro gotico vennero posate.

Non narrerò le vicissitudini del centro religioso, meta di costante pellegrinaggio lungo il corso dei secoli. Per quello esistono molte ottime letture.

Intendo invece condurre il vostro sguardo lungo il percorso che ha rapito il mio, e che tocca alcune tra le storie che preferisco custodite al suo interno.

Reims

Dalla Gare de l’Est di Parigi, occorre circa un’ora e mezzo di tragitto per raggiungere Reims.

Dopo esser stata orribilmente sfigurata dai bombardamenti tedeschi durante la Grande Guerra, la cattedrale ha ritrovato il suo splendore grazie a un impegnativo lavoro di restauro.

Catttedrale di Reims

L’imponente foresta di pietra che, con le sue torri alte 81 m, pare voler raggiungere la volta celeste, è stata per secoli il simbolo della sacralità della figura del monarca.

Tra queste mura, infatti, i re di Francia venivano incoronati attraverso una solenne, interminabile e complessa cerimonia detta sacre du roi.

Il luogo venne scelto in occasione dell’incoronazione di Louis le Pieux (‘Il Pio’, 816 d.C.) perché era il luogo di battesimo – e quindi il simbolo della conversione al Cristianesimo del regno – di Clovis, primo re di tutti i Franchi.

L’ultimo re ad essere stato incoronato a Reims, più di mille anni dopo, fu Charles X (1825), succeduto al fratello Louis XVI, dopo la Rivoluzione francese.

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La cerimonia era un complesso sistema simbolico.
Ogni gesto, ogni oggetto, ogni parola dovevano ricordare al monarca le sue gravi responsabilità, le quali toccavano principalmente tre aspetti: guerra, ordine, fecondità.

Il re era il difensore per eccellenza della Fede cristiana, portava l’ordine e la giustizia assicurando il rispetto delle leggi, ma era anche colui che garantiva – in senso magico-sacrale – la prosperità della nazione, l’abbondanza dei raccolti, perfino il naturale susseguirsi delle stagioni.

Non ultime, il popolo gli attribuiva proprietà guaritrici, ponendolo di fatto come intermediario tra Cielo e Terra. Non a caso, infatti, il sovrano veniva “unto” durante il sacre, ossia occupato dallo spirito di Dio. Le parti del corpo segnate con l’olio miracoloso – lo stesso, secondo la credenza, con cui era stato battezzato Clovis – erano diverse: capo, petto, spalle, mani e tutte le zone associate all’idea di forza, di azione.

La corona serviva dunque a indicare l’Unto, la cui persona era inviolabile, un mezzo, questo, che mirava anche a scongiurare eventuali tentativi di aggressione, rendendolo di fatto un atto sacrilego.

Catttedrale di Reims

Una delle cerimonie d’incoronazione più celebri è quella di Charles VII, che avvenne nel 1429.

In questo caso, non è tanto il re ad essere ricordato con affetto dai francesi, bensì colei che lo accompagnava all’altare e che, nei fatti, aveva appena restituito al Paese il sogno di un’indipendenza ormai insperata.

La Guerra dei Cent’Anni volgeva finalmente al termine, un re legittimo sedeva sul trono di Francia e alcuni territori che erano rimasti in mano inglese per decenni erano tornati ad essere francesi. La svolta si doveva alla determinazione di una ragazza che, ad appena diciotto anni, era già una leggenda: Jeanne d’Arc.

Statua di Jeanne d'Arc di fronte alla cattedrale di Reims
Statua di Jeanne d’Arc di fronte alla cattedrale di Reims.

Sostenendo d’essere investita di una missione divina, la pulzella della Lorena, così veniva chiamata, aveva riportato speranza al suo paese restituendogli un sovrano legittimo e dei territori considerati perduti.

Dopo l’incoronazione a Reims, gli inglesi – che ancora occupavano una parte delle terre francesi – non potevano permettere a Jeanne di continuare ad incarnare il simbolo vivente della legittimità divina del trono di Charles VII.

Tradita, catturata, abbandonata ad affrontare un processo-farsa che la vide condannare a morte con l’accusa di eresia, Jeanne fu bruciata viva sul rogo dopo solo due anni da quel felice giorno a Reims.

La pace che Prosper d’Épinay conferì all’espressione della statua che la raffigura (1901) fa dimenticare per un attimo quel terribile destino. Essa è conservata all’interno della cattedrale di Reims, nel punto che la giovane, secondo la leggenda, avrebbe occupato il giorno dell’incoronazione che aveva reso possibile.

Prospere d'Épinay, Jeanne d'Arc
Prosper d’Épinay, Jeanne d’Arc all’incoronazione, 1901. Il volto è in avorio, l’armatura in bronzo argentato, la tunica in marmo giallo di Siena con gigli incrostati di lapislazzuli blu.

La leggenda vuole che d’Épinay avesse tratto ispirazione dall’espressione osservata sul volto di una religiosa raccolta in preghiera nella basilica di San Pietro a Roma. Nonostante le numerose richieste, lo scultore non eseguì alcuna copia della statua.

Rosone Reims

Le vetrate sono parte integrante dello spettacolo della cattedrale di Reims. Le più sorprendenti sono quelle che Marc Chagall realizzò secondo le tecniche antiche.

Vetrata di Chagall
Vetrata disegnata da Marc Chagall e realizzata da maestranze locali secondo le tecniche antiche (1971).

Come si è visto per le sacre du roi, anche la decorazione della cattedrale rappresenta, fino ai più piccoli particolari, significati precisi.

Reims
Una riunione di splendidi Gargoyles all’esterno dell’edificio, un campionario degno di una lezione di zoologia.

All’epoca in cui venivano erette, le cattedrali gotiche rivestivano il ruolo di insegnamento che oggi si affida ai libri.

La popolazione in gran parte analfabeta che vide sorgere Notre-Dame de Reims conosceva moltissime storie a memoria e sapeva interpretare simboli oggi per noi indecifrabili.

Botanica Reims
Lezioni di botanica nella cattedrale.

Come tutte le cattedrali gotiche, la decorazione ha diversi livelli di lettura a seconda del grado d’erudizione dell’osservatore, ma il luogo rimaneva per chiunque sbalorditivo, unico, poiché gli effetti visivi “speciali” offerti dalla sua architettura non erano riscontrabili altrove.

Reims

Ogni angolo del gigante di pietra è abitato, vive e sorride al visitatore attento.

Reims angelo
Il famoso angelo all’ingresso della cattedrale.