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Sedie, tavolini ed emancipazione femminile: la magia dei primi boulevards

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A Parigi, un café senza terrasse (spazio all’aperto) è come un cielo senza stelle: il relax è imprescindibile dal potersi accomodare all’aperto, poco importa il clima!

Cagnolino su sedia.
Cliente inusuale al café.

Se oggi si tratta di un’opzione irrinunciabile, durante la Belle Époque (1870-1914 circa) il tavolino all’aperto rappresentava una conquista dell’era moderna.

Abbiamo già percorso insieme la lunga evoluzione dei palazzi e delle abitazioni della Ville Lumière in questi articoli, dunque ricorderete del cambio di paesaggio determinato dalla comparsa dei famosi boulevards a partire dal Secondo Impero (1852-1870).

Queste ampie vie carrozzabili sono all’origine della fortuna di sedie in vimini e tavolini all’aperto.

SedieCafe

I boulevards conferirono alla capitale un respiro nuovo, mai conosciuto prima di allora.

Fino a quel momento, la circolazione del traffico nella capitale era stata quasi impossibile e l’aria pericolosamente malsana. Il vento faticava a infiltrarsi tra le maleodoranti viuzze medievali del centro, lungo le quali passeggiare risultava decisamente meno piacevole di oggi…

Una via dell'antica Parigi che sopravvive nel V arrondissement.
Una via dell’antica Parigi che sopravvisse alle demolizioni ottocentesche (V arrondissement).

Ovviamente, il boulevard consentiva anche all’esercito di marciare agevolmente per la città, rendendo nel contempo più difficile l’erezione di barricate ai cittadini in rivolta.

Perché una simile preoccupazione? Diciamo che dal 1789, la popolazione parigina si era dimostrata più che propensa a sollevarsi contro l’autorità costituita…

I nuovi viali ottocenteschi vennero dotati di ampi marciapiedi, una comodità inedita per Parigi. 

Insomma, finalmente i cittadini poterono approfittare di uno spazio dedicato alle passeggiate, nonché di una gradevole pausa all’aperto comodamente seduti al tavolo! 

grands-boulevards
Camille Pissarro, Boulevard Montmartre, Primavera (1897, photo from www.unjourdeplusaparis.com).

La possibilità di accomodarsi all’aperto, alla luce del giorno, permise anche alle donne di frequentare liberamente i cafés che, fino a quel momento, erano stati per lo più antri oscuri e chiusi, in cui non era considerato “decoroso” avventurarsi.

Ne consegue che anche le donne di classe media, fino a quel momento confinate in casa, poterono finalmente avventurarsi per le vie del centro senza scorta e partecipare al fermento della vita culturale tipica dei cafés parigini.

Se da un lato il boulevard mirava ad esercitare un maggiore controllo sulla popolazione, dall’altro lato ne liberava una parte da sempre limitata nei suoi spostamenti.

Cafe
Maurice-Louis Branger, À la terrasse d’un café, Paris, 1925 (photo from fr.usembassy.gov/).

(Da leggere anche Come sono cambiate le case di Parigi: il passato nascosto nella Parigi dei boulevards)

Durante la Belle Époque, le sedie in vimini dei cafés ebbero una tale fortuna da venir adottate come mobilio interno anche dalle case private borghesi.

Per un locale di oggi, dotarsi del tipico charme vintage che le originali sedie di vimini conferiscono è un spesa impegnativa, ecco perché spesso si trovano delle versioni più economiche in plastica.

Per distinguere gli originali, occorre il colpo d’occhio dell’esperto: controllate sul retro dello schienale la presenza della firma del fabbricante artigianale.

Solamente due celebri marche mantengono in vita questo antico savoir-faire: la Maison Drucker o la Maison Gatti.

FirmaGattiSedia

Se sullo schienale trovate la firma di una di queste maisons, significa che siete seduti su un’autentica sedia francese fabbricata à l’ancienne (‘all’antica’).

Questi due nomi simboleggiano due momenti di incredibile fermento culturale della storia parigina: la Maison Drucker venne fondata nel 1885, in piena Belle Époque, mentre la Maison Gatti iniziò a produrre mobilio durante i Ruggenti Anni Venti.

Una volta scelto il modello e il colore, i sapienti artigiani di queste due maisons iniziano la fase della realizzazione a mano, che viene ultimata nell’arco di sei ore circa.

CatalogoMaisonDrucker
Estratto del catalogo Maison Drucker.

Ristoranti e cafés non sempre possono affrontare la spesa impegnativa di un mobilio à l’ancienne (considerate che, in media, una sedia raggiunge il costo di 250 euro) ma, una volta deciso, l’investimento garantisce una durata di gran lunga superiore agli altri materiali.

CafeDeLaPaix
L’elegante interno del Café de La Paix, nella cui terrasse si trovano delle sedie in vimini originali.
CampionarioMaisonGatti
Estratto del campionario della Maison Gatti.

Vi invito a tenere gli occhi aperti la prossima volte che sedete a un café: potreste avere l’occasione d’apprezzare l’ottima fattura di queste sedie artigianali e imparare a distinguerle dalle imitazioni a un primo sguardo.

ImitazioniSedieVimini
Imitazioni in plastica delle sedie di vimini.

(Per saperne di più c’è anche, in francese, l’articolo di Paris ZigZag.)