Quando trovai un pezzo della Tour Eiffel… nelle Filippine!
La Tour Eiffel nelle Filippine?
Ebbene sì, la mia amata Ville Lumière mi segue ovunque vada con i pezzi della sua storia meravigliosa, persino nel centro della capitale delle Filippine, Manila, a quasi 10 800 km di distanza!
Ho riportato la mia scoperta al Cappellaio Matto che stentava a crederci, nonostante sia disposto a credere a cose ben più strane.
Mentre passeggiavo bel bella nei giardini di uno dei famosi centri commerciali Ayala Malls (precisamente il Greenbelt numero 3), il mio occhio Parigi-sensibile venne catturato da una curiosa scala a chiocciola di ferro decisamente fuori contesto.
Come l’Alice di Carroll, sempre bruciata dalla febbre della curiosità, raggiunsi la sospetta spirale di ferro che scoprii non essere una scala qualsiasi (lo sapevo!), ma il frammento numero 11 di una lunghissima sequenza di scalini – ben 730!!! – conosciuta in tutto il mondo, quella che raggiunge la cima della Tour Eiffel.
La domanda sorse spontanea: come aveva fatto questo frammento di storia parigina, lo stesso su cui Gustave Eiffel in persona posò per una fotografia, a finire dall’altro capo del mondo?
La risposta è tutta una meraviglia: la scala si trova qui a causa dell’amicizia tra due sognatori vecchia di 150 anni e a quella più recente tra Francia e Filippine.
Per festeggiare i 70 anni di relazioni diplomatiche tra questi due lontanissimi paesi, infatti, la Francia ha temporaneamente prestato (fino al 15 gennaio 2018) questo speciale cimelio alle Filippine, in quanto simbolo delle imprese apparentemente impossibili che hanno cambiato il mondo.
Attenzione però: la scala non è di proprietà dello Stato francese ma degli eredi di Janat Dores, amico di Eiffel e fondatore di una celebre maison de thés (1872).
Janat Dores era un mercante di tè, caffè, cacao e spezie che viaggiò il mondo in cerca di nuovi sapori, aromi e suggestioni da portare in Francia. Partiva dal porto di Marsiglia per far ritorno chissà quando.
La sua famiglia attendeva inquieta per mesi un ritorno imprevedibile e incerto, visto che attraversare gli Oceani nel XIX secolo non era cosa né semplice, né sicura.
Il segno sicuro dell’imminente arrivo di Janat proveniva sempre e solo da Sam e Beau, i suoi due gatti.
Le due bestiole, a poche ore dal ritorno del padrone, si mettevano ad attenderlo sulla soglia di casa e non sbagliavano un colpo.
Ecco perchè sulla soglia di ogni negozio della Maison Janat si possono vedere due gatti in attesa come logo ed insegna, simbolo di fedeltà e dedizione.
Janat Dores fu amico di Gustave Eiffel e suo profondo ammiratore.
All’Esposizione Universale del 1889, entrambi gli avventurieri erano presenti alla cerimonia di apertura ed entrambi ebbero il loro momento di gloria: monsieur Eiffel inaugurava la torre che tutti ben conosciamo e Janat serviva il suo tè secondo una nuova ricetta da lui ideata, che consisteva nel lasciare invecchiare le foglie in speciali barili di legno di quercia.
L’aroma intenso ed unico che ne risultò valse a Janat un premio.
Tutt’altra tipologia di realizzazione, la Tour Eiffel venne costruita in due anni, 2 mesi e 5 giorni con 250 operai. Con i suoi 300 m di altezza rimase la struttura più alta del mondo per 30 anni.
L’ammirazione per Eiffel fu tale che Janat Dores collezionò diversi oggetti appartenuti al costruttore, tra cui la scala che è giunta fino a Manila, in quell’Oriente che Janat aveva viaggiato in lungo e in largo, un simbolo di tutte le missioni “impossibili” che pure sono state compiute.
“Felici sono coloro che fanno sogni, e che fanno l’impossibile perché diventino realtà.”
Janat Dores