I fantasmi di Chantilly: il Secolo dei Lumi
Questo articolo fa parte di una serie che ripercorre alcune delle tappe del favoloso Maria Antonietta Tour 2019, ideato da Alice Mortali, presidente di Aimant, Associazione Italiana Maria Antonietta (vai alla serie completa).
Visita guidata al castello di Chantilly (3ˆ parte)
Louis-Henri, duca di Bourbon (1692-1740) era il bisnipote del Grand Condé, il baldanzoso cugino del Re Sole (Louis XIV) che si distinse più volte sul campo di battaglia.
A dispetto della notorietà del bisnonno, Louis-Henri scelse di non assumere il titolo di “principe di Condé”, un’eredità troppo austera e “pesante” per la leggerezza tipica del Secolo dei Lumi.
(Da leggere anche I fantasmi di Chantilly: l’epoca dei Condé)
Deciso a possedere una residenza moderna che fosse il sogno di ogni cacciatore appassionato come lui, il duca iniziò una serie di lavori destinati a cambiare il volto del domaine di Chantilly.
Il più spettacolare di questi interventi, perfetto esempio dello stile architettonico Louis XV, è costituito dalle Grandi Scuderie (1719-1735), opera dell’architetto Jean Aubert. Dalle linee semplici della facciata, si evince che il Classicismo del secolo precedente era all’ordine del giorno (era ben diverso il gusto degli interni, come vedremo).
La mastodontica struttura poteva ospitare fino a 240 cavalli e 150 cani, senza contare lo spazio per le vetture, le rimesse, le slitte per l’inverno…
Oggi le scuderie sono sede del museo del cavallo, dell’ippodromo e mantengono la loro funzione originaria. Non a caso Chantilly è detta “la città del cavallo”.
Per ospitare i dipendenti delle scuderie fu necessario erigere un quartiere nei pressi del paese. A noi l’impresa sembra a dir poco folle, ma occorre considerare che all’epoca l’equitazione era elevata ai ranghi delle arti maggiori!
La decorazione scultorea dell’insieme venne affidata a Remy-François Bridault (realizzata tra il 1734 e 1736), di cui è possibile ammirare lo splendido abbeveratoio in stile Rococò.
Le scuderie sorgono sul grande prato a Sud del castello, oltre la via che conduce al centro abitato di Chantilly. Se la posizione delle scuderie risulta insolita e scomoda, ciò lo si deve unicamente al rispetto portato alle belle prospettive dei giardini di Le Nôtre, che sarebbero state compromesse dalla mole immensa della costruzione.
Per completare l’armonia dell’insieme, il duca volle collegare le scuderie al castello tramite una maestosa arcata che fungesse al contempo da ingresso monumentale al villaggio di Chantilly. L’opera non fu mai completata a causa del decesso di Louis-Henri (1740).
Una curiosità: l’architetto Jean Aubert eseguì dei lavori anche per la madre del duca, l’affascinante Mademoiselle de Nantes, che altri non era che la maggiore dei numerosi figli legittimati nati dalla passione tra il Re Sole e Madame de Montespan.
Per lei, Aubert eresse il Palais de Bourbon di Parigi, oggi sede dell’Assemblea Nazionale.
Tra il 1718 e il 1722, Aubert si dedicò anche al completamento della Galleria delle Gesta del Grand Condé e all’ammodernamento del Grande Appartamento che il Grand Condé stesso aveva fatto allestire al primo piano del Petit Château alla fine del XVII secolo.
Il risultato dei lavori è ben diverso dalla semplicità dell’esterno delle scuderie: ci troviamo di fronte al trionfo del gusto Rococò!
L’insieme del cosiddetto Grand Appartement era costituito da un’anticamera (oggi detta Sala delle Guardie), la camera vera e propria – la cui alcova scomparve nel XIX secolo, quando la stanza venne adibita a sala da biliardo – e da un Grand Cabinet d’angolo.
L’abbondanza dei motivi decorativi delle boiseries (il rivestimento di legno alle pareti) è tipica degli interni dell’epoca. Ci si rifaceva a una natura idilliaca, perfetta, feconda.
Ma la gemma più preziosa rimane la stanza detta la Grand Singerie (da “singe”, ‘scimmia’), attribuita all’artista Christophe Huet (1700 – 1759). La particolare decorazione pittorica che presenta è una rara testimonianza di uno “scherzo” molto amato dalle classi elevate del Secolo dei Lumi. Per accorgersene occorre avvicinarsi…
Ad un primo sguardo, la decorazione è in ”stile cinese”, come voleva la moda del tempo. La particolarità sta nel fatto che le delicate rappresentazioni delle Arti, delle Scienze, o delle scene di guerra, di caccia e di gioco… presentano tutte come protagonisti delle simpatiche scimmie!
Come molti altri nobili suoi contemporanei, il duca di Bourbon era un appassionato collezionista di “cineserie” e un grande conoscitore dell’Oriente. Per la realizzazione della Singerie, aveva addirittura fatto allestire al castello un laboratorio per la creazione di vernici secondo la ricetta cinese!
Al piano terra – ma accessibile solamente con la visita guidata degli appartamenti del duca di Aumale – sono conservati i pannelli del delizioso boudoir che completava l’insieme.
Degli splendidi giardini a Est del castello voluti dal duca sopravvive ben poco, ma è possibile ammirare qualche traccia di un Gioco dell’Oca a grandezza naturale (un piccolo ponte e alcune pietre recanti il numero della casella). In occasione della sua visita a Chantilly nel 1739, la regina Marie Leszczyńska, moglie di Louis XV, vi si divertì moltissimo.
Le meraviglie dei giardini di Chantilly – che come quello di Versailles fu un antenato dei nostri parchi di divertimenti – non sono ancora finite. Con il successore del duca di Bourbon, come vedremo, assisteremo al suo canto del cigno…