I fantasmi di Chantilly: l’epoca dei Condé
Questo articolo fa parte di una serie che ripercorre alcune delle tappe del favoloso Maria Antonietta Tour 2019, ideato da Alice Mortali, presidente di Aimant, Associazione Italiana Maria Antonietta (trova la serie completa qui).
Visita guidata al castello di Chantilly (2ˆ parte)
Louis II de Bourbon-Condé (1621-1686), noto come il Grand Condé, era un principe del sangue, cugino di Louis XIV il Re Sole e un eroe di guerra.
La rivalità tra i due reali cugini era ben nota, al punto che anche Chantilly la rispecchia, basti pensare ai suoi superbi giardini che crebbero assieme a quelli di Versailles.
Il principe aveva deciso di fare del castello ereditato da sua madre una residenza degna di un re, alla moda e con un parco senza eguali.
(Leggi anche I fantasmi di Chantilly: l’epoca dei Montmorency)
Per far ciò, si era avvalso dello stesso architetto del paesaggio che aveva progettato i giardini del re a Versailles, André Le Nôtre. Di tutte le sue opere, Le Nôtre riconobbe Chantilly come la meglio riuscita, scopriamo dunque cos’ha di speciale questa meraviglia.
Appena giunti nei pressi del castello di Chantilly, qualcosa d’insolito salta agli occhi: la disposizione del complesso rispetto al giardino non rispetta il modello classico delle residenze nobiliari francesi!
Una volta superato l’accesso alla corte d’onore, contrariamente a ciò che accade di solito, lo sguardo del visitatore non incontra la facciata della residenza, bensì la spianata di un’immensa terrasse su cui spicca la statua equestre del duca Anne de Montmorency (di cui parlo nell’articolo precedente).
Il castello si trova sulla sinistra, a ovest rispetto all’asse prospettico del grande giardino alla francese.
Superata la statua, gli occhi del visitatore vengono rapiti dalla vertiginosa prospettiva del parterre, ossia l’insieme delle aiuole e dei disegni geometrici ornamentali del giardino.
Il giardino alla francese rappresenta il trionfo dell’ordine sul caos, della civiltà sulla natura selvaggia. Un esempio emblematico è il sistema di alimentazione del Grand Canal che è ancora lo stesso ideato da Le Nôtre, vediamolo.
Per creare questo immenso corso d’acqua che si sviluppa per 2,5 km in senso perpendicolare rispetto all’asse dei giardini, l’architetto fece deviare il corso di un affluente del fiume Oise e realizzò un grande bacino di raccolta sopraelevato all’estremità Est del canale stesso.
La cascata di raccordo tra i livelli del bacino di raccolta e del canale è ancora perfettamente funzionante!
Oltre al parterre a Nord del castello e al Grand Canal, André Le Nôtre ridisegnò i giardini occidentali, di cui sopravvivono solamente le fontane di Beauvais, ornate da Jacques Houzeau (1682), scultore del re.
Durante la visita del Re Sole nell’aprile 1671, la corte intera rimase estasiata dai giochi d’acqua, dalla disposizione delle statue, dai boschetti e dai divertimenti – tra cui l’immancabile labirinto – concepiti da Le Nôtre.
Fu in quell’occasione che il celebre François Vatel (1631-1671), controllore generale della Maison del principe – una sorta di maggiordomo-chef – si suicidò infilzandosi con una spada a causa di un ritardo sulla consegna del pescato. La tragedia non fece tuttavia dimenticare le meraviglie del giardino ai convitati, che ne cantarono le lodi nelle loro memorie.
Oltre a Le Nôtre, il Grand Condé si avvalse di François Mansart (1598-1666) per il progetto del rinnovo del Petit Château di Anne de Montmorency (XVI secolo).
Purtroppo il principe non poté godersi i suoi nuovi appartamenti, ultimati solamente un mese prima della sua morte.
Non gli fu nemmeno possibile ammirare la galleria al primo piano dell’ala Ovest, che doveva ospitare le raffigurazioni delle sue gesta e che venne conclusa solo più tardi, sotto il suo bis-nipote, ma questa è un’altra storia, un altro proprietario e soprattutto un altro secolo, quello dei Lumi!