Il dolore per la perdita di una figlia si fa poesia
Il Cappellaio Matto posa il libro tra le tazze da tè tentando di nascondere una lacrima e con la scusa di raccogliere il cappello che gli è provvidenzialmente caduto, si china sotto al tavolo per soffiarsi il naso.
Non posso esimermi dal domandargli: – Cosa leggevi?
Conoscendo la mia passione per i romanzi di Victor Hugo, non gli occorre spiegarmi chi sia la ragazza del ritratto, né a chi siano dedicate le dolci righe che lo seguono.
Demain, dès l’aube è la toccante testimonianza di uno dei più grandi dolori che sconvolsero la vita di Victor Hugo: la tragica perdita della figlia preferita, Léopoldine, in un naufragio. Aveva solo 20 anni.
(Per saperne di più leggi: Victor Hugo e l’amore che non c’è più. )
Domani all’alba
Domani all’alba, all’ora in cui biancheggia la campagna,Io partirò. Vedi, so che mi attendi.Andrò per la foresta, andrò per la montagna.Non posso rimanere lontano da te più a lungo.Camminerò con gli occhi fissi sui miei pensieri,Senza vedere nulla al di fuori, senza udire alcun rumore,Solo, sconosciuto, la schiena curva, le mani incrociate,Triste, e il giorno per me sarà come la notte.Non guarderò né l’oro della sera che cade,Né le vele che in lontananza discendono verso Harfleur,E quando arriverò, metterò sulla tua tombaun bouquet di agrifogli verdi e di erica in fiore.Demain, dès l’aube
Demain, dès l’aube, à l’heure où blanchit la campagne,Je partirai. Vois-tu, je sais que tu m’attends.J’irai par la forêt, j’irai par la montagne.Je ne puis demeurer loin de toi plus longtemps.Je marcherai les yeux fixés sur mes pensées,Sans rien voir au dehors, sans entendre aucun bruit,Seul, inconnu, le dos courbé, les mains croisées,Triste, et le jour pour moi sera comme la nuit.Je ne regarderai ni l’or du soir qui tombe,Ni les voiles au loin descendant vers Harfleur,Et quand j’arriverai, je mettrai sur ta tombeUn bouquet de houx vert et de bruyère en fleur.