Square du Temple

Square du Temple: sulle tracce della fine dei Templari e della monarchia

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Difficile credere che il vivace giardinetto all’inglese di square du Temple, nel III arrondissement, possa conservare alcuni dei ricordi più tristi di Parigi.
Le aiuole ben curate, le corse dei bambini e gli affollati cafés attorno non hanno nulla della fosca atmosfera che, fino al 1810, gravava su questa parte della città.

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La fine dei Templari

Nell’anno fatale 1291, il potentissimo ordine dei Templari, sorto per difendere le vie di pellegrinaggio e liberare i luoghi di culto cristiani della Terra Santa dal giogo degli “infedeli” (era il 1128), venne definitivamente sconfitto e si ritirò dalla Palestina.

Il Gran Maestro – che in quel momento doveva sentirsi tutto fuorché “Gran” – si preoccupò di mettere al sicuro il leggendario tesoro dell’Ordine, assieme alla sua illustre persona, tra le possenti mura della sede più sicura d’Europa, ossia quella di Parigi.

Nella realtà dei fatti, all’epoca, il Tempio era un’autentica città fortificata entro le mura della capitale, di cui il verde square rappresenta una piccola parte, quella meridionale rispetto al torrione centrale.

Parigi 1575
Pianta della parte nord-occidentale di Parigi, così come appariva quasi trecento anni dopo la soppressione dell’Ordine dei Templari (1575). La cittadella templare era ancora una parte importante all’interno delle mura della capitale.

Il Tempio era autosufficiente in tutto e per tutto, inespugnabile e, per molti versi, intoccabile.
Le sue mura merlate e la sua leggendaria torre erano talmente impenetrabili che il re Philippe IV detto Le Bel (‘Il Bello’, 1268-1314), un brutto giorno del 1306, non ebbe altra scelta che rifugiarvisi per sfuggire a una folla inferocita di parigini in rivolta. Le ultime infelici manovre finanziarie del sovrano avevano stremato la popolazione e i begli occhi di ghiaccio del re non furono evidentemente sufficienti a sedare la rivolta.
Ciò suggerisce che la torre del Tempio fosse considerata più sicura non solo del palazzo reale dell’Île de la Cité in cui il re risiedeva, ma anche della stessa fortezza reale del Louvre.

(Per conoscere le intriganti vicende costruttive del celebre Louvre leggi I fantasmi del Louvre: tutto iniziò con un piccolo castello).

Torre del Tempio Carnavalet
La torre del Tempio, scuola francese, 1795 circa, Musée Carnavalet (photo from Wikipedia)

Nell’accogliere il sovrano in pericolo, i Templari fecero, per una volta nella loro storia, un pessimo affare.
La permanenza entro le mura di quell’ingombrante Stato-nello-Stato diede modo a re Philippe di rendersi conto del livello di ricchezza che l’Ordine aveva raggiunto.
Il tesoro in particolare risultò di grande interesse per lui, visto che da anni rifletteva su come riempire le casse reali con qualcosa di più consistente delle speranze e delle ragnatele.
Re Philippe era anche perfettamente consapevole del potere “invisibile” dell’Ordine, una rete di debiti e favori tessuta per anni attraverso abili operazioni finanziarie, di certo più delle sue. L’Ordine templare costituiva di fatto una banca internazionale di deposito, attiva in tutta Europa.

Quel giorno, a fare gli onori di casa a Sua Altezza Reale c’era Jacques de Molay (1244/49 – 1314), Gran Maestro dell’Ordine.
Il rapporto tra Philippe e il Gran Maestro erano sempre stati ottimi, amichevoli e familiari, eppure il Re di Ferro non poté sottrarsi alla “Ragion di Stato” , benché Giovanni Botero non l’avesse ancora inventata.
La Francia colava a picco per i debiti che, in buona parte, erano stati contratti con l’Ordine stesso…
Per quanto infelice, la soluzione non poteva apparire più ovvia all’inflessibile Re di Ferro che, si diceva, di ghiaccio non aveva solo gli occhi.

Rogo templari
Philippe Le Bel condanna al rogo i Templari. Illustrazione dall’opera di Giovanni Boccaccio – tradotta in francese nel XV secolo – De casibus virorum illustrium (‘Dei casi di rovina di nobili uomini e donne’, photo from Wikipedia).

Venerdì 13 ottobre 1307, per ordine del re, i Templari furono arrestati. I capi d’accusa erano numerosi, tra i più gravi dei quali spiccavano la blasfemia e l’eresia.
Le persecuzioni continuarono fino alla definitiva soppressione dell’Ordine, sancita da papa Clemente V nel 1312.

Jacques de Molay trascorse sette anni nelle prigioni del regno e, per un periodo, rimase rinchiuso qui, allo Square du Temple, nella stessa torre che aveva avuto un tempo in custodia.
L’ultimo Gran Maestro venne arso sul rogo il 18 marzo 1314 assieme al suo compagno d’armi Geoffroy de Charnay.
La pira venne eretta su un isolotto della Senna oggi inglobato dall’Île de la Cité, l’isola su cui si erge la cattedrale di Nôtre-Dame.

IleDeLaCite
L’Île de la Cité, particolare dalla stessa veduta del 1575. L’isolotto su cui vennero giustiziati Jaques de Molay e Goeffroy de Charnay è ben visibile. Con la costruzione del Pont-Neuf (1607) e della Place Dauphine (1610) i due isolotti a est dell’isola verranno inglobati.

Secondo la leggenda, Jacques de Molay avrebbe lanciato tra le fiamme una maledizione che chiamava papa Clemente V e re Philippe IV a comparire davanti al tribunale di Dio prima che un anno fosse trascorso, cosa che effettivamente accadde: il primo morì in preda alle febbri, il secondo probabilmente a causa di un ictus.
Pare che, lungo il corso dei secoli, i racconti popolari abbiano inteso arricchire e rendere più esplicite le parole – comunque cristalline – dell’ultimo Gran Maestro, che sarebbero invece state:

Dio sa chi ha torto e chi ha peccato: arriverà presto la sventura su coloro che ci hanno, a torto, condannati. Dio vendicherà la nostra morte! Signori, sappiate che in verità tutti coloro che ci sono nemici, a causa nostra, soffriranno. In questa convinzione, voglio morire.

dalla testimonianza di
Geoffroy de Paris, cancelliere del re.

La tetra sagoma della torre del Tempio, convertita in prigione, rimase parte integrante dell’orizzonte di Parigi per i successivi cinquecento anni e nei secoli, si sa, le storie tristi hanno la tendenza ad accumularsi…

La fine della monarchia

Targa Tempio
La targa affissa al municipio del III arrondissement che recita: “Qui sorgeva il torrione del Tempio dove Louis XVI e la famiglia reale furono imprigionati a partire dal 13 agosto 1792”.

Nell’agosto del 1792, un gruppo di prigionieri fuori dal comune entrò al Tempio.
Si trattava del deposto sovrano Louis XVI, di sua moglie Marie-Antoinette, della loro figlia quattordicenne Marie-Thérèse, dell’ex-delfino Louis-Charles di anni sette e della sorella del re Madame Èlisabeth. Infine, li accompagnava l’ultimo servitore rimasto a fianco del re, Monsieur Henet Cléry.

Le disavventure che avevano condotto questo gruppo a varcare la soglia di un luogo tanto lugubre erano state numerose, ma le peggiori dovevano ancora venire. L’autunno era in arrivo, le giornate si facevano più buie e gelide, come le previsioni per il futuro dei prigionieri.

La notizia dei massacri di settembre e del linciaggio della cara e fedele amica di Marie-Antoinette, Madame de Lamballe, raggiunse la famiglia reale accompagnata dall’eco della folla in strada. L’ex-sovrana, messa a parte da una guardia degli avvenimenti, perse i sensi.

Mme de Lamballe
Joseph Ducreux, ritratto di Maria Teresa di Savoia (1749-1792), Principessa di Lamball, la più fedele amica di Marie-Antoinette. Morì durante i Massacri di Settembre per non aver voluto rinnegare la monarchia e la sua amica.

Più tardi, nel cuore dell’inverno, per la torre echeggiarono gli strazianti addii di una famiglia ad uno dei suoi membri: Louis Capet – così veniva chiamato il deposto Louis XVI – sarebbe partito l’indomani per affrontare la ghigliottina.

Marie-Antoinette in lutto
Marie-Antoinette in lutto alla prigione del Tempio, Alexandre Kucharski (fine XVIII secolo, Centre des Monuments nationaux).

L’estate seguente fu un altro addio a strappare a Marie-Antoinette nuove grida di dolore: il piccolo Louis-Charles le veniva sottratto. Madre e figlio non si sarebbero più rivisti.

Louis XVII nel 1793, Joseph Marie Vien Le Jeune.

Il bambino venne spostato in un’altra cella per subire il più atroce dei destini. Morì dopo quasi due anni di solitudine e privazioni senza poter mai rivedere alcun membro della sua famiglia.
Troppo pericoloso per il governo rivoluzionario, troppo piccolo per poter essere giustiziato, Louis-Charles, che i monarchici chiamavano re Louis XVII, venne tenuto in sempre maggior isolamento fino a che la paura, i maltrattamenti, la malattia e la solitudine non lo uccisero (per saper di più sulla prigionia della famiglia reale consiglio la lettura di Guida alla Parigi di Maria Antonietta).

La piacevolezza dei giardini dello square du Temple fa dimenticare rapidamente le tristi memorie che il sito ha conosciuto e l’effetto è intenzionale.
Il Tempio divenne una meta di pellegrinaggio per i monarchici già sotto la Rivoluzione francese, a seguito della morte dei sovrani (1793).
Napoleone Bonaparte, conscio del potere simbolico della torre, ne ordinò la demolizione nel 1810, onde evitare che i suoi oppositori la trasformassero in un luogo di culto.

Mairie III arrondissement
La mairie (‘municipio’) del III arrondissement, costruita nel 1862, quando la torre del Tempio, che le sorgeva esattamente di fronte, era già stata abbattuta (1810).

Più tardi, si preferì cancellare definitivamente le memorie tristi con un bel municipio affacciato su un elegante giardino all’inglese, frequentatissimo luogo di ritrovo per famiglie, gruppi di studenti, scuole di ballo, praticanti di Thaï Chi Chuan, musicisti e chi più ne ha, più ne metta.