Eva prima del peccato
«È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?».
Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Tra le mille bellezze che narrano storie al Musée d’Orsay, non poteva mancare la storia delle storie, ossia quella del peccato originale.
Eugène Delaplanche decise di cogliere Eva un attimo prima di assaggiare la fatidica mela, quando ancora l’innocenza non era una scelta.
Saranno le mille domande esistenziali che questo racconto solleva, sarà l’espressione assente che Dalaplanche fissò sul volto di Eva o sarà semplicemente che sono italiana: i versi di una nota canzone mi tornano alla mente dolci e tristi come sussurri.
Quando vide che l’uomo allungava le dita
a rubarGli il mistero di una mela proibita,
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.
Fabrizio De André, Un Blasfemo
Innocenza? Inconsapevolezza? Qualunque cosa decidemmo di perdere quel giorno, Delaplanche seppe instillare il dubbio nell’inquietante dolcezza della sua scultura.