La Società delle Ceneri: fare shopping in una fonderia ottocentesca
Entrare in un negozio con l’intento di fare shopping è normale, uscirne con un libro che narra la storia del luogo è meno scontato, ma siamo a Parigi, dove ogni angolo cela meraviglie, dunque perché stupirsi?
Questo è il caso del punto vendita di una catena d’abbigliamento – nello specifico si tratta di Uniqlo – che ha la fortuna di essere ospitata dalle vestigia di una leggenda del patrimonio industriale parigino, la Società delle Ceneri, al 39 di rue des Francs-Bourgeois.
Come apparivano questi dintorni ai tempi in cui questa antica fonderia era in funzione? Scordatevi il bijou di quartiere che è oggi.
Sotto il Secondo Impero di Napoleone III (1852-1870) l’artigianato e le industrie nazionali ricevettero un vivo sostegno da parte del governo. Ovunque si assisteva al fiorire dell’industria e del progresso, ma anche al dilagare dell’inquinamento e della miseria.
L’area oggi corrispondente al III e IV arrondissement – meglio conosciuto come Marais – è una delle zone più alla moda, ricche e chic della Ville Lumière, ma nel XIX secolo consisteva in un anfratto poco ospitale, con strade strette, sporche, gremite di operai e di bande di bambini ricoperti di stracci.
Proprio questi ultimi, con i loro strazianti destini, divennero personaggi chiave delle leggende urbane della Parigi del XIX secolo, una piaga sociale molto sentita dagli ambienti intellettuali e artistici del tempo. Molti scrittori immortalarono i monelli di strada in figure eroiche, il cui esempio più famoso è, senza dubbio, quello del coraggioso Gavroche che troviamo a bighellonare tra le pagine de Les Misérables di Victor Hugo. Il romanziere, non a caso, abitava proprio in fondo a questa strada, in place des Vosges.
(Leggi anche Les Amis de l’Instruction, una biblioteca magicamente intatta dal 1861, una delle storie più commoventi legate all’area di Parigi in cui ci troviamo).
In quei tempi di trasformazioni e contraddizioni, moltissime attività artigianali occuparono gli hôtels particuliers del Marais abbandonati dall’aristocrazia dopo la Rivoluzione Francese. Le storiche residenze in rovina iniziarono così a venir smembrate, modificate, divise…
Tra i nuovi occupanti, si contavano molti orefici, orologiai e gioiellieri. Per loro iniziativa, al 39 di rue des Francs-Bourgeois venne eretta una canna fumaria imponente – alta ben 30 metri – che è ancora lì, immutata, a stupire i passanti. Correva l’anno 1866.
La grande officina della Società delle Ceneri, una società formata dai gioiellieri, orefici e orologiai di poc’anzi, apriva allora le sue porte – nonché le bocche dei suoi forni – con lo scopo di recuperare quanto più metallo nobile possibile dalle “ceneri”, ossia dagli scarti di fabbricazione degli oggetti preziosi. Ecco un luogo singolare dove, come in un castello incantato, si vedevano entrare cumuli di cenere per vederne uscire lingotti!
Nel 2010, la Società delle Ceneri – la quale sopravvive ancor oggi in un’altra sede più moderna e confacente – decise di affidare all’architetto Pierre Audat il compito di dare nuova vita all’edificio a dispetto del “Piano di Salvaguardia del Marais”, che mira a demolire le costruzioni posteriori al XVIII secolo per valorizzare quelle più antiche.
Come da accordi, oltre alla struttura principale, gli antichi utensili e macchinari dovevano essere conservati per offrire al pubblico un piccolo museo dell’officina – oggi ospitato dal piano interrato – che, attraverso modellini e filmati, raccontasse le fasi del processo di recupero dei metalli preziosi dalle ceneri.
Vi invito a fare uno sforzo di immaginazione prima di entrare a dare un’occhiata. Rivestite tutto di una coltre più cupa, sporca, malinconica persino. Immaginate qualche monello tentare di prendervi il portafoglio e poi entrate nella fonderia popolata di lavoratori dalla faccia annerita dalle polveri. Aiutatevi con il ricordo di qualche descrizione letta nei romanzi dell’epoca. Lo shopping assumerà tutt’altro sapore e se non siete lì per quello, godetevi semplicemente un viaggio nel tempo offerto da questo angolo parigino.