L’antico hotel Baudy, il rifugio degli artisti meno noto di Giverny
Abbiamo già avuto occasione di scoprire i segreti di Giverny, un angolo di Normandia che il pittore Claude Monet (1840-1926) trasformò prima nella sua dimora e poi in un inno alla luce e al colore, una personalissima fonte d’ispirazione necessaria al suo lavoro.
(Da leggere anche I segreti di Giverny, capolavoro di Claude Monet)
Nello stesso villaggio, a pochi passi dalla celeberrima casa rosa del pittore, esiste un ulteriore culla dell’arte impressionista che pochi conoscono.
L’antico hotel Baudy offre da sempre ai viandanti un poco di ristoro, ma se oggi ai suoi tavoli si trovano per lo più gruppi di turisti, a cavallo tra XIX e XX secolo ci sarebbe apparsa una scena totalmente differente.
Composto da due edifici, la proprietà di Lucien e Angélina Baudy si articolava in principio di un bar-café, (la costruzione di rosa dipinta sulla sinistra) e di un negozio di alimentari (l’épicerie, ossia l’edificio con la facciata di mattoni a vista sulla destra).
Nella primavera dell’anno 1886, un uomo imponente, biascicante un francese incomprensibile, con la barba incolta e lo sguardo torvo varcò la soglia del café in cerca di una sistemazione per la notte. Angélina rifiutò, credendo di trovarsi di fronte a un vagabondo.
Un dettaglio dell’ultimo istante rimase però a stuzzicarle la curiosità: Madame Baudy aveva riconosciuto con un colpo d’occhio gli attrezzi del mestiere, gli stessi impiegati da monsieur Claude Monet, suo vicino.
Lo sconosciuto era in effetti il pittore americano Willard Leroy Metcalf (1858-1925), allora appena trentenne, studente dell’accademia privata di pittura Julian di Parigi. Willard era in Francia per sperimentare in prima persona le sfide delle nuove correnti artistiche della fine del XIX secolo. La fama di Claude Monet e dei paesaggi della Normandia dovevano aver esercitato un certa attrattiva sul giovane artista, al punto da spingerlo ad esplorare di persona il villaggio di Giverny.
Qualche settimana più tardi, Metcalft fece ritorno al piccolo albergo Baudy in compagnia di un gruppo di colleghi dell’accademia e quella volta l’allegra compagnia seppe conquistare la fiducia di Angélina. La leggenda era appena iniziata.
In breve tempo si istituì una sorta di migrazione rituale di artisti che da Parigi, nel fine settimana, prendevano colori, pennelli e tele e salivano sul treno diretto a Giverny. Si partiva per dipingere i bei paesaggi di Normandia, oppure per trascorrere alcune ore nella splendida dimora di Claude Monet a discutere di pittura, dello scorrere del tempo, delle peripezie della luce e del colore.
Questo continuo afflusso di comitive dalla capitale fu alla base della nascita del nuovo hotel Baudy, che venne ufficialmente inaugurato nel giugno 1891.
Con un atelier al primo piano dotato di un’ampia vetrata – esposta a nord come a regola d’arte –, l’hotel si proponeva come un’autentica novità, ossia come il primo bar-albergo-alimentari pensato per ospitare artisti!
Nonostante i prezzi modici – perché i pittori, si sa, sono tradizionalmente squattrinati – la pensione offriva un’ospitalità calorosa e specializzata.
Per il piacere della sua clientela straniera (americani, svizzeri, scozzesi, inglesi…), Madame Baudy si impegnò ad apprendere ricette d’oltre oceano, a fare il tè e a conoscere gli ingredienti segreti di un buon Christmas Pudding.
Nel 1887, nel giardino della maison, era sorto il primo atelier indipendente di Giverny in cui i pittori venuti a lavorare en plein air (‘all’aria aperta’) potevano ritirarsi per ultimare le proprie opere.
La vita all’hotel Baudy era più vivace che mai: balli, bevute, caccia, giri in barca, partite a tennis e naturalmente arte! Al gruppo di pittori si uniscono ben presto scultori, poeti, letterati…
Non era raro che il conto venisse saldato con dei quadri e così le pareti dell’hotel Baudy si riempirono di tele che di lì a qualche decennio avrebbero raggiunto valor stellari.
Robinson, Dawson, Butler sono solo alcuni dei personaggi più influenti della vivace comunità che produsse persino un giornale, “Le Courrier Innocent” (‘Il Corriere Innocente’), redatto e illustrato dagli avventori dell’hotel, bien-sûr!
Quest’angolino verdeggiante fu una delle culle europee della pittura moderna americana fino al sopraggiungere dell’anno 1914 e l’inizio del Primo Conflitto Mondiale che richiamò in patria gli avventori dell’hotel Baudy.
L’atelier del giardino è ancora là, inghiottito dalla vegetazione. Chiedete del bagno e osate esplorare il giardino sul retro. Sperimenterete una strana atmosfera, come se gli artisti fossero in procinto di tornare da un momento all’altro: Claude Monet, Paul Cézanne, Alfred Sisley, Auguste Rodin, Mary Cassatt, Auguste Renoir sono solo alcuni degli spiriti che ancora colmano con il loro ricordo questo luogo nascosto.
Buona esplorazione!
(Per vedere più fotografie della vita di un tempo all’hotel Baudy, leggete il bell’articolo da Le blog de l’hôtel Baudy de Giverny)