La Belle Époque e i ruggenti anni Venti in un castello da sogno
I Palmipedoni hanno voluto dimostrarmi che le meraviglie sono fatte anche di tessuto e per farlo mi hanno condotto in un luogo da favola, uno di quelli che paiono usciti da un libro illustrato.
I Cahen d’Anvers erano una ricca famiglia borghese che, dal 1895 al 1935, visse nello splendido Château des Champs-sur-Marne a circa un’ora da Parigi. Ecco un assaggio dell’esposizione temporanea che, fino a settembre 2017, ha esposto alcuni degli abiti a loro appartenuti. Per chi come me non è del mestiere, questo costituisce un prezioso viaggio attraverso l’evoluzione del ruolo sociale della donna a cavallo tra XIX e XX secolo, una storia che ha molto da insegnare tra un ricamo e l’altro.
Prima di iniziare il viaggio, non posso fare a meno di fermarmi davanti alla bella facciata dell’elegante Château des Champs-sur-Marne per evocarne il passato, immaginando per un istante alle finestre gli illustri fantasmi che onorano con il loro ricordo queste belle mura: la principessa de Conti, i duchi de La Vallière, la marchesa de Pompadour e alcuni geni letterari e filosofici quali Diderot, Voltaire, Chateaubriand, Proust…
Varcando la soglia si viene accolti da un primo colpo d’occhio notevole: l’elegante hall circolare del piano terra oltre le cui finestre un bel giardino si annuncia.
Un delizioso abito da giorno del 1901 saluta sulla destra…
… un altro in seta ricamata e originario di tutt’altro periodo (1924) si pavoneggia sulla sinistra. La guerra è finita e la donna si libera da corsetti e costrizioni dopo aver lavorato e sostenuto una società disperata.
A cavallo tra i due periodi si propone quest’altro abito da giorno del 1911 in tela di seta, maniche a kimono e merletti.
Il fumoir, la stanza dove i signori trascorrevano il dopocena con qualche buon sigaro, una partita a carte e magari un goccetto per annaffiare una confidenza, ospita abiti maschili del 1900. Il video offre una panoramica con un abito maschile da sera in tessuto di lana e cotone (frac, gilet e pantalone):
Lo splendido Salon Chinois (‘Salone cinese’) della metà del 1700, detto così per via della boiserie splendidamente conservata alle pareti, la cui decorazionerappresenta un Oriente molto fantasioso, ma all’epoca apprezzatissimo. Diversi capi mozzafiato popolano il contesto; il pezzo forte è in primo piano, un abito da giorno del 1900 in tessuto pongé, ossia un misto leggero di lana e seta.
Poi sono entrata nel così detto salone d’angolo, che con i suoi arredi settecenteschi faceva da sfondo perfetto all’eleganza degli abiti. Nel video si distinguono in primo piano e in sequenza:
- un abito lingerie da pomeriggio (da interno), anno 1900, tutto pizzi, cotone e ricami;
- due abiti estivi, uno di satin bianco e verde (1930), l’altro composto di gonna e tunica di tulle di cotone ricamato e satin di seta (1916).
Al piano superiore attende un assaggio di come le dame dell’inizio del XX secolo amassero mostrarsi a un evento mondano serale (attenzione a non farsi ingannare dalla morbidezza dei tessuti: sotto sete e ricami i corsetti toglievano il respiro per, letteralmente, “scolpire” la famosa e spietata silhouette a “S”che andava all’epoca).
La silhouette a “S” aveva i suoi nemici. Il duello tra tradizione e modernità durante la Belle Époque si combatteva a colpi di abiti da sera: in questo video della camera d’onore due capi unici si fronteggiano; il primo (1904) è un abito cosiddetto in stile ‘riformato’ che lanciava una nuova immagine della donna più vicino al naturale e di ispirazione antica o esotica (e che contemplava persino la respirazione). Il modello, d’ispirazione greca, è detto “Joséphine” e proviene dalla maison dell’ingleseArthur Lasenby Liberty (in Inghilterra si osava di più rispetto alla Francia in termini di sperimentazione stilistica). Il secondo è di tipo pi1u tradizionale, con un vitino da vespa che pare indignato di fronte al lassismo dell’abito ‘riformato’.
Qualche accessorio per impreziosire il tutto: scarpe (1900-15), borsette (1895-1930), ventaglio in piume rosse di struzzo (1930) e copricapo in tulle e vetro (1925):
E naturalmente non poteva mancare la lingerie, per rimanere eleganti ad ogni strato…
Infine auguro una buona notte a tutti, con questa camicia da notte in rayon (1930).