Il Musée Grévin: le prime meraviglie aspettando il 1900.
Venghino signori, venghino!
Questa è la casa dell’illusione e dell’impossibile, dello spettacolo e del sogno, delle luci e delle ombre di un’epoca che fece della meraviglia una routine
“Ma è il museo delle statue di cera!”, qualcuno potrebbe osservare.
È molto di più, molto di più! Questo è il Musée Grévin
che fu anche il Cabinet Fantastique,
che fu il Théâtre Optique,
che fu il Théatre Grévin,
che fu il Palais des Mirages,
che fu, ed è, un viaggio nel tempo attraverso i volti della storia, il rifugio dove il tempo e la ragione vanno a riposarsi e al diavolo la scienza, le “persone serie” e anche la morte!
IX arrondissement, 10 boulevard Montmartre: la creazione di Arthur Meyer, un direttore di giornale che evidentemente si annoiava, è ancora lì e attira fiumi di visitatori, però si chiama “Grévin”, non “Meyer”. Perché?
“Per dipingere una parete grande non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello” e se ti viene in mente un progetto artistico grandioso, devi trovare un grandioso artista. Meyer non dovette andare molto lontano: tra i collaboratori del suo giornale c’era un tale che pareva fare proprio al caso suo, un caricaturista che era anche scultore e realizzatore di costumi teatrali, praticamente tre persone in una (e si vede!): sto parlando di Alfred Grévin.
“Voglio creare un museo dove la gente possa finalmente vedere che aspetto hanno le persone di cui si legge sui giornali”, rimuginava Meyer mentre progettava la sua casa delle meraviglie insieme a Grévin. La fotografia infatti era una cosa da ricchi e la stampa non poteva farne l’abUSO che na fa oggi.
Immaginatevi allora un bel momento conviviale dell’epoca: capitava di parlar della Regina di Inghilterra (non sempre bene), del primo ministro tedesco (quasi sempre male) o di un generale dell’esercito francese (di solito un po’ meglio) ma ognuno degli astanti doveva immaginarseli come meglio poteva se non era mai riuscito a vederli dal vivo. Moro? Biondo? Senza denti? Alto e bello? Alto ma meglio di schiena? Etc… Oggi la gente “che conta” la si vede anche troppo e non è facile immaginare una serata simile. Ed ecco perché all’apertura del museo, il 5 giugno 1882, la folla era incontenibile e trepidante. Alfred Grévin venne salutato ed applaudito come
– direttore artistico
– supervisore degli scultori
– coordinatore dell’équipe di creazione dei personaggi
In pratica aveva fatto tutto lui, bozze, sculture, costumi, scenografie… ecco perché il nome che porta il museo è il suo.
(Se ti interessa Mme Tussaud e il suo operato in Francia devi fare un giro nelle mitiche gallerie di Palais-Royal, la reggia che tace all’ombra del Louvre, dove la scultrice apprese la sua arte: “Palais-Royal: fantasmi, colpe e gusto del macabro nelle gallerie“)