La scalinata di marmo barocca e i suoi specchi

Il Musée Grévin: la casa delle meraviglie che sembra una reggia delle fate

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L’inconfondibile aspetto fairy che il Musée Grévin (10, boulevard de Montmartre) conserva ancora oggi, un aspetto che lo salvò dalla demolizione e lo fece fortunatamente inserire tra i monumenti storici di Parigi negli anni ’60, gli venne conferito da alcune audaci aggiunte risalenti all’inizio del XX secolo, ai tempi della sfavillante Belle Époque. Solitamente i visitatori, assettati di selfies con finte celebrità di cera, superano queste decorazioni senza sospettare quale immortale leggenda raccontino.

Locandina permanente all'ingresso del museo
Facce sospette all’ingresso del museo

Ma torniamo all’alba del XX secolo: i nuovi stupefacenti spettacoli che l’imprenditore Gabriel Thomas aveva aggiunto al già strabiliante museo delle statue di cera di monsieur Grévin  richiesero più spazio e un’aspetto che lasciasse i visitatori con la mandibola a penzoloni fin dall’ingresso.

(Per sapere da quali menti eccezionali nacque il museo delle statue di cera, leggi “Il Musée Grévin: le prime meraviglie aspettando il 1900“)

Non dimentichiamo che l’Esposizione Universale dell’anno 1900 aveva elettrizzato Parigi e i cittadini erano in cerca di un luogo ove ritrovare la magia che li aveva incantati.

Per prima cosa venne aggiunto un piano e naturalmente un accesso che fosse convenientemente appariscente. Due magnifiche cariatidivennero collocate ai piedi della nuova scalinata e da allora non si sono mosse.

L’entrata d’accesso al primo piano Musée Grévin
L’entrata d’accesso al primo piano del Musée Grévin con le cariatidi  nell’anno 1900 (Musée Grévin. Entre rêve e réalité. Beaux Arts éditions).
L’entrata d’accesso al primo piano musée Grévin 2016
L’entrata d’accesso al primo piano con le cariatidi oggi… quando si dice una cosa ben conservata!

Superate le cariatidi si sale la scalinata da sogno di Gustave Rives (1858-1926), architetto di spicco del panorama parigino, all’epoca direttore del Comitato francese delle Esposizioni. La sua creazione è di un barocco “sfacciato” che si può ben concedere a una casa delle meraviglie come il musée Grévin. Il gioco di specchi rende infiniti gli spazi e disorienta i sensi.

La scalinata di marmo barocca e i suoi specchi
La scalinata di marmo barocca e il gioco di specchi progettata da Rives.
La scalinata di marmo barocca di Rives
La scalinata di marmo barocca di Rives. Ecco un accesso degno di una casa delle meraviglie. (© Musée Grévin / Christophe Recoura)

Sempre al primo piano, superato l’impatto visivo dei marmi dei riflessi di Rives, la versione mignon di una straordinaria attrazione dell’Esposizione Universale del 1900 attende. Per la mia gioia e quella di molti altri visitatori, l’inarrestabile Gabriel Thomas era riuscito a ottenere, nel 1906, una versione ridotta del ” Grande Caleidoscopio” e lo aveva ribattezzato Palais des Mirages (Palazzo dei Miraggi).

(Per saperne di più, leggi: “Lo strabiliante Musée Grévin, o la casa delle meraviglie)

Il Palais des Mirages oggi.
Il Palais des Mirages oggi. (© Musée Grévin / Christophe Recoura)

Nel 1909 il museo fece anche l’acquisizione della Sala degli Specchi, un’attrazione proveniente sempre dell’Expo 1900. Oggi si trova all’ingresso del museo per deformare le silhouettes dei visitatori: talvolta ci si guadagna… altre meno.

Specchio deformante al Grévin
Specchio deformante al Grévin Quella sarei io…

Non contento di stupire i parigini con statue di cera, spettacoli di magia, la proiezione dei primi cartoni animati, miraggi e miracoli dell’ottica, il Musée Grévin si dotò anche di un teatro vero e proprio a cui si accedeva sempre dalla bella scalinata di Rives. Oggi il teatro è disseminato di ritratti in cera di celebrità che distolgono da alcuni affascinanti dettagli decorativi.Ecco il triumvirato dell’arte che si occupò di creare questa nuova meraviglia, prova che Thomas non badava a spese:

Jules Chéret, Antoine Bourdelle, Gustave Rives
Jules Chéret, Antoine Bourdelle, Gustave Rives: tutti per un teatro, un teatro per tutti.

Nacque così il Jolie Théâtre (poi detto Théâtre à l’Italienne) e jolie lo era davvero grazie all’unione di menti creative di quel calibro.

Le-Theatre-Grevin-Paris
Il Teatro all’italiana del Musée Grévin © Photo: Giraud

Jules Chéret(1836-1932), con le sue celebri locandine, stava dando un’immagine non solo al Grévin ma a tutta la Belle Époque. Il sipario che dipinse per il nuovo teatro è un’onda di eteree figure danzanti: una vera brezza di colori.

Una locandina di Chéret
Una locandina di Chéret che annuncia le Pantomimes Lumineuses del musée Grévin (per sapere cos’erano, leggi Lo strabiliante Musée Grévin, o la casa delle meraviglie.) e lui medesimo con l’aria di stare pensando “sono proprio bravo”.
Il sipario del Théâtre à l’Italienne di Chéret
Il sipario del Théâtre à l’Italienne di Chéret, perfetta incarnazione dello spirito leggero della Belle Époque.

Quanto ad Antoine Bourdelle(1861-1929), non si parlava certo dell’ultimo degli scalpellini: aveva lavorato con Auguste Rodin e fu maestro di Matisse, Maillol, Giacometti. C’è un intero museo dedicato a lui a Parigi. Gli altorilievi del teatro sono opera sua.

Dal 1984 il museo aprì anche la sera offrendo dei one-man-show, concerti classici, pièces di teatro… L’attività teatrale si fermò con l’acquisto del museo da parte del gruppo Asterix che rinnovò l’intero museo tra il 2001-2006 facendogli perdere, a mio avviso, parte della sua nostalgica vernice retro, sacrificio certo inevitabile per portare la struttura nel nuovo millennio adeguandola alle nuove regole di sicurezza.

Picasso al Grévin
Picasso al Grévin

Ho un ricordo vivissimo del museo Grévin che visitai da bambina. Tutto era molto più buio, piccolo, polveroso, certamente pericoloso in caso di incendio, ma decisamente più charmant e tra le statue c’erano meno calciatori e più leggende. Pazienza: il museo segue la sua epoca, ma conserva ancora molte tracce dello spettacolo che fu, e allora…

Lunga vita al Grévin!

Musée Grévin - Mucha
Bellezze da musée Grévin… omaggio al re dell’Art Nouveau: Alphonse Mucha.
Soffitti da Grévin
Soffitti da Grévin.
Facce da Musée Grévin
Facce da Musée Grévin.

Non passate senza curarvi delle vetrine all’inizio della visita! Si tratta di una straordinaria collezione di cimeli appartenuti a stelle intramontabili dello spettacolo.

Bombetta di Charlie Chaplin
Bombetta di Charlie Chaplin autografata e donata al Grévin in occasione del suo passaggio a Parigi nel 1954.
Gonnellino di Joséphine Baker
Il celebre gonnellino di banane di Joséphine Baker, lascito al Grévin dalla celebre ballerina. Questo costume, emblema degli anni folli di Parigi, ha una storia notevole: danzò con Hemingway, fu dipinto da Picasso e venne noleggiato dalla scrittrice Colette.
Diadema di Cléo de Mérode
Diadema di Cléo de Mérode conservato al Grévin, ballerina e attrice del XIX secolo che rimase celebre, oltre che per il suo talento, certamente anche per la sua bellezza.
Il Passage Joffroy
Il Passage Joffroy, la galleria attigua al museo (ma ben precedente: esisteva dal 1844, mentre il Grévin aprì solo nel 1882), fu la prima ad essere costruita interamente in metallo e vetro e ad essere riscaldata dal suolo. Merita di essere esplorata.
Uscita sulla galleria
La vecchia uscita del museo nell’attigua galleria che reca un bassorilievo di Alexandre Barbiéri, prova che le statue di cera esposte all’interno eran0 legate soprattutto alla storia.
Musée Grévin - Frankenstein
Pericoli tipici da musée Grévin