Quentin de La Tour dettaglio toilette

Rivoluzione francese: il ventaglio che metteva tutti d’accordo

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Nelle sale del piccolo, ma meraviglioso Musée Lambinet di Versailles, un angolo di calma all’ombra della celebre reggia, ho scoperto una storia oggi dimenticata, ma che al tempo del Secolo dei Lumi era nota a tutti.

Musée Lambinet
La facciata del Musée Lambinet, il museo municipale della cittadina di Versailles ospitato in un hôtel particulier risalente al tempo di Louis XV (XVIII secolo).

La vicenda è narrata con maestria non sulle pagine di un libro, ma su quelle di un ventaglio realizzato negli anni 1780.

Ventaglio Gillet
Ventaglio celebrante le imprese di Louis Gillet: montatura in avorio e madreperla, ventaglio in seta dipinta a gouache e paillettes dorate.

Il ventaglio, il superfluo indispensabile

Il ventaglio rappresentava all’epoca un elemento immancabile della tenuta nobiliare femminile.
In Francia, la stagione artistica di questi accessori aveva conosciuto un tale trionfo nel XVII secolo, che Louis XIV, il Re Sole, aveva deciso di regolarne il commercio, istituendo le corporazioni degli éventaillistes (‘fabbricanti di ventagli’).

L’apice del virtuosismo si raggiunse nel XVIII secolo, grazie soprattutto al successo dei corbeilles de mariage, cofanetti traboccanti di merletti, biancheria, ricami e accessori che venivano offerti alla futura sposa dalla famiglia del fidanzato (ne parlo qui).

Maurice Quentin de La Tour _Marie Leszczynska
Maurice Quentin de La Tour, ritratto a pastello della regina di Francia Marie Leszczynska (1703-1768), moglie di Louis XV, tenendo un ventaglio.

L’aumento della domanda spinse gli artigiani a distinguersi per ingegnosità e così i ventagli più preziosi si dotarono di binocoli, flaconi di profumo, perfino termometri nel caso la dama fosse un’amante delle scienze.

Il motivo decorativo dei ventagli era naturalmente influenzato dal gusto del momento: mitologia, scene di caccia oppure scene galanti, tratte dalla vita di corte o da un’idealizzata dimensione pastorale, ma anche l’attualità, come ad esempio le ultime scoperte scientifiche. Non dimentichiamo che siamo nel Secolo dei Lumi: la scienza era di gran moda!

La Delfina Marie-Josephe de Saxe
Maurice Quentin de La Tour (1704-1788), ritratto della Delfina di Francia Marie-Josephe de Saxe (1731-1767) verso il 1760, tenendo un ventaglio.

Con la Rivoluzione francese, momento storico in cui la moda femminile si semplificò drasticamente, dovendo eliminare per legge ogni simbolo evocante l’aristocrazia, la stagione artistica del ventaglio conobbe una battuta d’arresto da cui non si riprese mai del tutto.

Il ventaglio del Musée Lambinet e l’eroe dimenticato

Il ventaglio del Musée Lambinet risale agli ultimi anni dell’Ancien Régime e porta nella sua decorazione i segni di quel cambiamento che, di lì a breve, sfocerà nella Rivoluzione francese.

All’epoca, infatti, nonostante fosse un oggetto distintivo delle classi agiate, il ventaglio iniziò a farsi portatore di messaggi politici e persino di propaganda.

All’avvicinarsi della Rivoluzione, l’accessorio perse in preziosità materica in favore dello sviluppo dell’immagine rappresentata sulla feuille (‘il foglio’, ossia la pagina). Come le pagine di un giornale, poteva raccontare storie, fatti cronaca e attualità.

Ventaglio Gillet dettaglio
Dettaglio della montatura del ventaglio conservato al Musée Lambinet in avorio e madreperla.

Ai nostri giorni Louis Gillet è caduto nell’oblio, ma nell’ultimo ventennio del 1700 era una celebrità tale che le sue imprese venivano rappresentate su stampe, stoviglie, tessuti, accessori…

Louis Gillet, maréchal des logis, un sottufficiale assegnato alle scuderie, era un veterano che aveva guadagnato l’assistenza de l’Hôtel des Invalides, la struttura voluta da Louis XIV per accogliere e curare coloro che erano stati feriti combattendo per la Francia. Un personaggio di tutto rispetto, insomma.

“Il valente Louis Gillet, maresciallo des logis”, photo from BNF.

Un giorno, attraversando la foresta che lo separava dalla sua città natale, il maresciallo venne attirato da delle grida.
Seguendo i lamenti raggiunse una radura, dove trovò una giovane legata ad un albero e degli “scellerati” che si preparavano a seviziarla.

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Una stampa di Deny Martial pubblicata nel 1786 che narra la vicenda del maréchal de Logis (photo from BNF)

In una stampa di Deny Martial raffigurante l’evento, si legge:

«Davanti a questo spettacolo spaventoso, il coraggioso militare, mosso a compassione, mise mano alla spada, tagliò la guancia destra di uno dei briganti, lo mise in fuga e, con un colpo di rovescio abbatté il polso del secondo che voleva ucciderlo con un colpo di pistola».

Storia di Gillet2

Liberata la giovane vittima, il maresciallo la ricondusse alla sua famiglia che, per riconoscenza, com’era d’uso all’epoca, gli propose di sposarla. Gillet tuttavia rifiutò, spiegando che a settant’anni suonati trovava più facile salvarle la vita che renderla felice…
Il maresciallo non accettò nemmeno una ricompensa in denaro: «La mia ricompensa è nel mio cuore», dichiarò.

C’era di che far sdilinquire le dame e far mettere sull’attenti i signori!

Storia di Gillet

L’eroico gesto di Gillet aveva profondamente impressionato i suoi contemporanei.
Le stampe che ritraevano l’impresa si vendevano come pane e perciò il pittore Antoine Borel decise di raggiungere la dimora del maresciallo fuori Parigi, in pieno inverno, per poter realizzare un ritratto dal vivo (1786).

Louis_Gillet
Antoine Borel, ritratto di Louis Gillet, maréchal des logis, a 77 anni (13 febbraio 1786, photo from BNF).

Come se non bastasse, il suo nome venne citato sia nel Giornale degli Stati Generali del 1789, che in un decreto dell’Assemblea nazionale del 30 agosto 1791.
Entrambi i documenti segnalano la decisione di assegnare al veterano un premio in denaro, sempre rifiutato dall’interessato, che preferiva accontentarsi della sua pensione militare.

gilet con ricamo Gillet
Progetto di ricamo per un gilet di seta da uomo (verso il 1783) raffigurante la nobile impresa del maréchal des logis (collezione Palais Galliera, Museo della Moda di Parigi).

Questi documenti rivelano un aspetto interessante: agli inizi della Rivoluzione francese, nobiltà e borghesia si scontravano su qualunque riforma sociale, fiscale e politica ma concordavano, una volta tanto, sulla necessità di celebrare un atto di coraggio e di generosità.
Ciò si deve proprio all’Illuminismo, che aveva profondamente trasformato i valori comunemente condivisi, non ultimo quello della virtù e, con esso, la figura dell’eroe. Era finito il tempo dei guerrieri sanguinari della mitologia; ben vengano i più “razionali” salvatori di fanciulle!
Il fascino di modelli classici irraggiungibili, spesso più simili a dei che a uomini, era decaduto. Il Secolo dei Lumi celebrava l’uomo moderno dominato dalla ragione e dall’autocontrollo.

Gillet aveva dimostrato che l’innocente Andromeda poteva essere salvata, non per forza da quel fusto fuori scala di Perseo a cavallo di un cavallo alato, ma da un eroe mortale, comune, per di più vecchio e infermo.
Il mondo poteva dunque essere migliorato non dagli dei, ma dagli uomini che fossero riusciti a mettere da parte il proprio egoismo per il bene comune.

Ed ecco come un ventaglio di nobildonna annuncia il cambiamento della sua epoca.