Quai Voltaire, una passeggiata tra le celebrità
A Parigi, le storie spuntano come funghi ad ogni angolo, anche dietro un portone lasciato aperto per caso.
Questa volta è toccato al quai Voltaire che, come vedremo, è molto più di una breve frazione di riva della Senna.
Il nome venne scelto in piena Rivoluzione francese per onorare la memoria di uno dei padri dell’Illuminismo, François-Marie Arouet, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Voltaire (1694-1778).
Lo scrittore, filosofo e uomo d’affari si spense presso l’hôtel de Villette (1778) alla rispettabile età di ottantatré anni, rifiutando – così si disse – i sacramenti.
Gli aneddoti sulla sua morte furono numerosi e si susseguirono fino agli anni Settanta del XX secolo!
Il mio preferito è quello che riporta la storia di un prete che si sarebbe accostato a Voltaire negli ultimi momenti.
«Rinunci a Satana?», domandò per l’ennesima volta il sacerdote.
«Non mi pare il momento di farsi nuovi nemici», ripose Voltaire.
L’aneddoto non ha alcuna base storica, come molti altri del medesimo genere, ma è sicuro invece che, in un momento in cui aveva seriamente creduto di morire tra quelle mura, Voltaire aveva scritto come ultime parole:
“Muoio adorando Dio, amando i miei amici, non odiando i miei nemici e detestando la superstizione.“
… ma poi guarì e la morte lo avrebbe raggiunto solo diversi mesi più tardi.
Ma la sfilata di celebrità è appena iniziata.
Nel 1887, venne aperta una mesticheria ai numeri 3 e 5.
Si chiamava Les couleurs du quai (I colori del quai) e la clientela era a dir poco notevole. Al suo bancone monsieur Sennelier, il proprietario, servì Paul Cezanne, Edgar Degas, Camille Pissarro, Paul Gaugin, Amedeo Modigliani, Vassily Kandinsky, Pablo Picasso…
Al numero 15, per quasi dieci anni, Éugène Delacroix ebbe il suo atelier, mentre al 19, in una palazzina del XIX secolo, vissero Charles Baudelaire e Richard Wagner, entrambi intenti a terminare tra questa mura i loro capolavori, rispettivamente I Fiori del Male e I Maestri Cantori di Norimberga.
Come se non bastasse, anche Oscar Wilde vi alloggiò durante uno dei suoi soggiorni parigini.
Al numero 11 il pittore Jacques-Auguste Dominique Ingres morì nel 1867.
Per un colpo di fortuna, ho trovato aperto il portone e scoperto questo verde gioiello nascosto ai passanti.
Infine, anche il leggendario ballerino russo Rudolf Nureyev trascorse i suoi ultimi anni al quai Voltaire, ma questi sono solo alcuni dei nomi che fanno brillare questi trecento metri di riva sinistra della Senna.
Vi auguro di scoprirne altri e buona esplorazione!