Versailles privata: laboratori, tesori e passioni al riparo da sguardi indiscreti (prima parte)
Se siete capitati per caso su questo articolo, sappiate che fa parte di una serie che ripercorre alcune tappe salienti del favoloso Maria Antonietta Tour 2019, ideato da Alice Mortali, presidente dell’Aimant, Associazione Italiana Maria Antonietta (trova la serie completa qui).
Giorno 2 – “La Versailles intima dei re”
Gli appartamenti di Marie-Antoinette e Louis XVI
Con questa visita è possibile accedere a parti solitamente chiuse al grande pubblico e gettare uno sguardo sulla dimensione più intima della vita di corte, nonché su una collezione di oggetti d’arte favolosa.
Come prima tappa, abbiamo esplorato alcune stanze al piano terra della celebre Corte di Marmo.
Alcuni pezzi della collezione ospitata in queste stanze sono capolavori d’artigianato appartenuti alla sovrana cui il tour è dedicato, come ad esempio questo elegante coffre à bijoux, un piccolo mobile per conservare i gioielli il cui cassetto cela un piccolo scrittoio.
Marie-Antoinette entrò in possesso della meraviglia quando era ancora Delfina, ossia erede al trono. Si trattava probabilmente di un dono di nozze da parte dell’allora re Louis XV.
Oltre ai Grands Appartaments di rappresentanza e ai Petits Appartements del primo piano, a partire dal 1782 Marie-Antoinette ebbe a disposizione un ulteriore appartamento privato proprio qui, al piano terra, con le finestre affacciate sulla Corte di Marmo.
Trattandosi di spazi non destinati ad un pubblico, l’interno è sobrio, privo di dorature.
Tuttavia un intruso salta agli occhi immediatamente: si tratta del raffinato serre-bijoux della regina (sulla sinistra), risalente al 1787. Questo capolavoro è momentaneamente ospitato qui, fintanto che i lavori al primo piano non saranno ultimati.
Non tutti i gioielli stanno nei portagioie.
È questo il caso della sala da bagno della regina, un bijou d’artigianato allestito nel 1788, un anno prima dello scoppio della Rivoluzione, pertanto deduciamo che Sua Altezza non dovette usufruirne a lungo. Anzi, pare che non abbia avuto nemmeno il tempo di vedere la sala ultimata.
Il progetto della delicata decorazione è – neanche a dirlo – di Richard Mique, l’architetto prediletto da Marie-Antoinette. A lui si devono gran parte dei lavori del Petit Trianon.
La regina era una pioniera del gusto e sperimentava volentieri i nuovi stili. Il Neoclassicismo andava diffondendosi a macchia d’olio e dunque i soggetti scolpiti della boiserie (il rivestimento di legno alle pareti) dovevano incarnare a pieno la moda del momento. Sia dunque fatto largo a cigni, conchiglie, cornucopie e fontanelle, ma senza perdere la leggerezza!
Sua Mestà faceva il bagno ogni giorno, cosa inaudita per l’epoca e finanche sconsigliata dai medici.
Al contempo, si sa, Marie-Antoinette era estremamente pudica, cosa che rendeva il lavarsi una procedura tutt’altro che semplice!
Tanto per cominciare, nella salle de bain, erano presenti due vasche, una per insaponarsi, l’altra per sciacquarsi. La regina si immergeva vestita d’un lungo abito di flanella abbottonato fino al collo e il passaggio da una vasca all’altra doveva essere celato da un drappo di lino teso.
Come se non bastasse, l’acqua era cosparsa di petali, non solamente per sfruttarne il profumo, ma anche per evitare che l’immagine della nudità venisse percepita dalla bagnante stessa!
Si sa che a Versailles l’igiene non andava di moda, eppure l’esempio di Marie-Antoinette fece a suo modo la differenza. Negli anni Ottanta del XVIII secolo, ogni membro della famiglia reale possedeva la propria salle de bain. Quanto alla frequenza d’utilizzo, non posso garantire.
Dietro alla famigerata Galleria degli Specchi, il luogo più affollato e trafficato dell’intera reggia, il re Louis XVI aveva a disposizione dei piccoli ambienti dedicati alle sue passioni: la geografia, l’astronomia, la ferramenta e la falegnameria.
Una serie di piccole stanze o cabinets, laboratori e biblioteche permettono di sfiorare la dimensione umana del sovrano e la sua estesa gamma di interessi.
Come anticipato, non mancava nemmeno la sua salle de bain. L’accesso è dissimulato nelle pareti della Sala del Consiglio, una sfarzosa sala accessibile con la visita classica al castello.
Al di sopra della stessa Sala del Consiglio, c’è la biblioteca privata del re, con diversi strumenti testimoni della sua passione per le scienze.
Il contrasto tra la vastità, nonché il lusso delle sale d’apparato e questi ambienti sobri, modesti, decisamente più borghesi, consente di approcciare una figura storica tanto discussa come Louis XVI dal lato umano. Queste stanze assomigliano più a quelle di uno studioso, certo benestante, ma lungi dalla figura assoluta e intoccabile del re!
La visita ricca di aneddoti continua nel cuore del periodo che precedette Marie-Antoinette e Louis XVI, l’apice dello stile Roccaille o Rococò che dir si voglia, le cui madrine furono due donne, due favorite, due icone del loro tempo: Madame de Pompadour e Madame du Barry.
Arrivederci al prossimo articolo!
(Ricordo che la visita si può prenotare direttamente dal sito del castello in francese o in inglese. Trovate l’indirizzo cliccando qui).