Una chioma di seta e spalle scoperte: la Lepre di Marzo è innamorata!
L’ora del tè è il momento in cui di solito mi siedo a conversare del Tempo e delle sue lezioni insieme al Cappellaio Matto. Oggi, tuttavia, qualcosa non andava: il mio bizzarro amico camminava avanti e indietro mordendosi la tesa del suo consunto cilindro ripetendo: “Dove sarà? Dove sarà?”.
Naturalmente domandai immediatamente spiegazioni. Ebbene, la Lepre di Marzo, il più vecchio amico del Cappellaio Matto, il compagno con cui aveva frantumato più tazze e risolto più indovinelli in assoluto, il giorno prima non si era presentato alla solita ora del tè.
“Ma non fosti tu a dirmi che è sempre l’ora del tè? Arriverà in un altro qualsiasi momento”, tentai di calmarlo.
“Ma è marzo!”, esclamò il Cappellaio. Allora capii.
La primavera era giunta, l’amore era nell’aria e come ogni anno la Lepre di Marzo era andata… fuori di testa!
Nessuno riusciva a rintracciarla quando cadeva preda di una nuova passione amorosa, ma questa volta la sua prolungata assenza suggeriva una cotta piuttosto seria. Per tranquillizzare il mio amico, gli promisi che mi sarei messa alla sua ricerca. Il Bianconiglio si offrì di accompagnarmi (a patto di non fare tardi, si intende).
“Dove ha detto che sarebbe andato l’ultima volta che si è allontanato?”, chiesi al Ghiro che ben conosceva il leprotto scomparso.
“Al grande museo di cui ci hai scritto nei tuoi articoli, quello che un tempo fu una stazione dei treni. Disse che voleva vederne le meraviglie”, rispose il Ghiro.
Mi sentì direttamente responsabile ma almeno avevo un punto di partenza: il fantastico Musée d’Orsay!
Giunti nelle sale del museo, io e il Bianconiglio ci separammo per domandare al personale chi avesse avvistato una lepre in redingote piuttosto suonata. Per nostra fortuna la ricerca fu breve. La Lepre di Marzo era stata vista saltellare fino alla sezione di arti decorative del Secondo Impero, infondo a sinistra della grande sala che un tempo accoglieva i treni provenienti da Orléans.
Appena ci misi piede, capii immediatamente cosa poteva aver infiammato il cuore del nostro leprotto:
Una bellezza abbagliante, non c’è che dire! La Lepre di Marzo non poteva essere uscita indenne da questo incontro. Il cartellino recita:
Madame Rimsky-Korsakov, 1864, opera di Franz Xaver Winterhalter.
Il prossimo passo fu subito chiaro sia a me che al Bianconiglio: scoprire di più su questa Madame rubacuori. Conoscendo un po’ la Lepre di Marzo, eravamo certi che fosse partita in cerca delle tracce della sua adorata. Per trovarla, avremmo dovuto fare lo stesso e confesso che l’impresa risultò subito stuzzicante per la mia sete di scoperta: era la prima volta che incontravo una meraviglia in carne, ossa e abito di mussolina!
Io e il Bianconiglio corremmo dunque nel luogo da dove ogni ricerca comincia, ossia in libreria. Ed ecco il colpo di fortuna: trovammo una biografia fresca di stampa uscita nel mese di marzo proprio su Madame Korsakov, che la quarta di copertina descrive come una sfavillante bellezza russa che aveva ammaliato la Parigi di Napoleone III. Proprio quel che cercavamo, e allora… sotto con le ricerche!
(Leggi il seguito delle indagini in: “Winterhalter, il pittore “fammi-bella“”)