Copertina Korsakov 2

Sulle tracce della Lepre di Marzo: Winterhalter, il pittore “fammi-bella”

La Lepre di Marzo è scomparsa. Come ogni anno la primavera gli ha portato un nuovo amore, ma questa volta pare più serio del solito e il Cappellaio Matto è preoccupato. La prolungata assenza del suo amico lo ha reso triste, ma le mie ricerche avanzano rapidamente.

Lepre marzolina

Grazie anche all’aiuto del Bianconiglio (leggi l’articolo precedente “Una chioma di seta e spalle scoperte: la Lepre di Marzo è innamorata!), sono riuscita a scoprire il volto e il nome del nuovo amore della Lepre di Marzo: la contessa russa Varvara Rimsky-Korsakov.

Madame Rimsky-Korsakov
Madame Rimsky-Korsakov (1833-1878)

Farò una confessione (ma resti tra noi!): le innumerevoli curiosità che la storia di questa ammaliante contessa porta con sé hanno rischiato di farmi dimenticare della Lepre di Marzo. Impossibile non perdersi tra le meraviglie della Parigi del Secondo Impero, il campo di battaglia dorato su cui Madame Korsakov fece strage di cuori (sarà parente della Regina DI cuori? Devo ricordarmi di approfondire).

L’autore del suo ritratto, ad esempio, non era un personaggio qualunque!

Libri ricerca su Korsakov
Alcuni libri che mi hanno aiutato nelle ricerche della Lepre di marzo: una monografia sull’autore del ritratto di Madame Korsakov, Franz Xaver Winterhalter (ed. Réunion des Musées nationaux) e la biografia di Andrea Biscáro, “L’amante di se stessa“,  che offre una panoramica affascinante della vita quotidiana ai tempi del Secondo Impero, oltre a preziose notizie sulla vita della bella contessa.

Franz Xaver Winterhalter (1805-1873) sorse dalle profondità della Foresta Nera per giungere a risplendere fra le vette scintillanti delle maggiori corti europee. Una tela dopo l’altra, passò dall’essere nessuno a venir celebrato come il ritrattista dei sovrani d’Europa. Alla faccia della carriera! Napoleone III e sua moglie Eugénie furono tra i suoi principali committenti, come lo erano già stati il principe Albert e la regina Vittoria nel Regno Unito.

Eugénie de Montijo
Ritratto dell’imperatrice Eugénie de Montijo, 1854. Quando le venne chiesto perché Winterhalter fosse il suo pittore favorito rispose: “Oh! É semplicissimo; mi conosce così bene che con lui non debbo posare mai”.
L'imperatrice Eugénie in costume del XVIII secolo, 1854.
L’imperatrice Eugénie in costume del XVIII secolo, 1854. La moglie di Napoleone III aveva una vera passione per i balli in costume e per la moda ed il gusto del XVIII secolo.

Franz Winterhalter non si sposò mai, se non con la sua arte, ed ebbe un solo compagno fedele, suo fratello minore Hermann (1808-1891), anche lui artista. Nonostante la manifesta superiorità del talento di Franz, il loro rimase un encomiabile esempio d’amore fraterno che non conobbe né invidia, né rancore.

Winterhalter Compiègne
L’imperatrice Eugénie circondata dalle sue dame d’onore. Questa maestosa tela, esposta in occasione dell’Esposizione universale del 1855, è considerato il capolavoro di Winterhalter. Eppure, all’epoca, l’attenzione per le toilettes e i tessuti delle dame, tipica delle sue opere, fu giudicata eccessiva. Un eccesso di frivolezza che venne ben presto perdonato, tanto che la tela divenne il simbolo della “festa imperiale”.

“È tardi, è tardi!”, mi ricordò il Bianconiglio. Aveva ragione: dovevo trovare in fretta un luogo in cui poter cercare la Lepre di Marzo, ma sentivo di essere sulla strada giusta.

Tutte le grandi dame del tempo sognavano di venir immortalate da Franz Xaver Winterhalter e non solo perché era il pittore preferito dell’imperatrice, ma anche, e soprattutto, per la sua capacità di “ingentilire”i tratti e la figura del soggetto (una specie di “photoshop ante litteram“, come scrive Andrea Biscáro). Una prova calzante è quella del ritratto della principessa di Metternich, moglie dell’ambasciatore d’Austria alla corte di Napoleone III e buona amica dell’imperatrice. La principessa era consapevole di non essere “bella” e dunque tutti i suoi sforzi erano volti ad accrescere la propria piacevolezza attraverso il fascino, la simpatia e, non ultima, l’eleganza.

Pauline_v_Metternich
La principessa Pauline von Metternich (1836-1921) nel 1854.

Benché questa dama fosse stata soprannominata “la scimmia alla moda”, venne riconosciuta come una delle donne più affascinanti della sua epoca. Winterhalter pare abbia saputo far trasparire lo splendore della personalità della principessa nel ritratto che le fece nel 1860, un ritratto in cui l’effetto della luce proveniente da sinistra ingentilisce i suoi tratti e fa risaltare la bellezza dell’abito e delle spalle.

La principessa Pauline de Metternich
La principessa Pauline de Metternich, 1860.

La contessa Rimsky Korsakov, anche lei straniera come la Metternich, non poteva non commissionare un ritratto al pittore più alla moda di tutta la Parigi del Secondo Impero, ma nel suo caso la bellezza del soggetto non richiese troppi stratagemmi…

Ed ecco un indizio! Fu l’elegantissima principessa di Metternich, all’inizio degli anni ’60, a fare la fortuna del proprio sarto, Charles Frederick Worth (1825-1895). In occasione di uno dei sontuosi balli imperiali che si tenevano al palazzo delle Tuileries, la principessa indossò un abito creato appositamente per lei da Worth. La meraviglia fece letteralmente innamorare l’imperatrice che lo nominò fornitore ufficiale di corte. E dunque, da quel momento, dove sarebbero accorse le dame più eleganti per rifornirsi di nuovi abiti alla moda? Ma da Worth, naturalmente! E poteva mancare tra la sua clientela Madame Korsakov, un’avvenente ricca dama straniera al centro della vita mondana parigina? Assolutamente no! La toilette di mussolina che la contessa indossa nel ritratto di Winterhalter era proprio opera del grande Worth, il primo stilista in senso moderno che conobbe la storia.

Ecco dove andare a cercare la Lepre di Marzo: nel luogo in cui le creazioni di Worth prendevano vita…

(Leggi il seguito delle indagini in: “Worth, uno stilista imperiale“)