La morte di Caterina de’ Medici e le oscure profezie
Proclamata reggente in attesa che il piccolo Charles IX raggiungesse l’età per regnare, Caterina de’ Medici si dedicò tutta a salvaguardare gli interessi dei suoi figli e a unire un paese dilaniato.
La Francia del XVI secolo era un’enorme polveriera, un regno impantanato da anni nelle sanguinose guerre di religione. Occorreva un governo saldo, in grado di mantenerlo unito.
Charles IX, per quanto giovane, doveva diventarne il simbolo.
Per consolidare il proprio ruolo e quello di suo figlio, Caterina decise quindi di condurre Charles in un lungo viaggio attraverso il regno, seguendo una strategia che oggi definiremmo “promozionale”, come una sorta di campagna elettorale senza elezioni.
(Scopri come Caterina passò dall’essere una regina nell’ombra a centro del potere dopo la tragica morte di suo marito, Henri II, in questo articolo).
Dopo la tragica morte di suo marito – il re di Francia Henri II – Caterina portò il lutto fino alla fine dei suoi giorni.
Anche questa fu una scelta in parte “promozionale”: austerità e dolore a parte, la Reggente intendeva costantemente ricordare il suo doppio ruolo di vedova e madre di re.
Oltre a mentore e tutore del futuro sovrano, Caterina era la moglie del defunto Henri II, ne era pertanto l’ombra, il braccio destro, l’incarnazione del volere nel governo del paese.
In quel periodo imbrattato dal sangue, dove il destino di un uomo poteva cambiare dall’oggi al domani, in cui i complotti spuntavano ovunque e in cui si viveva letteralmente con la morte seduta accanto, era cosa del tutto naturale rivolgersi alle arti occulte per ricevere consiglio.
Come già ho spiegato, Caterina mantenne la tradizione tipica del suo tempo – e non sua esclusiva – di consultare astrologi e indovini.
Si dice che, tra le molte preoccupazioni, Caterina fosse tormentata da una profezia in particolare, attribuita a volte al suo astrologo di fiducia, Cosimo Ruggeri, altre volte al ben noto medico e astrologo Nostradamus che, con l’ausilio di uno specchio magico, le avrebbe mostrato il futuro.
Chi sia l’autore poco importa, quello che scioccò Caterina fu il contenuto della profezia.
La Regina Madre avrebbe visto sfilare, uno dopo l’altro, le immagini dei propri figli.
Ognuno di queste avrebbe compiuto, secondo la tradizione, un numero di giri nella stanza pari a quello degli anni di regno a lui destinati.
La profezia recitava dunque più o meno così:
Il responso non era certo dei più allegri, se si considera che il passaggio della corona implicava inevitabilmente la morte prematura dei suoi figli.
Tuttavia, all’appello ne mancava uno.
«E il più piccolo?», chiese Caterina timorosa, riferendosi al suo ultimogenito, il giovane duca d’Alençon.
Nostradamus – o chi per lui – scosse la testa e le mostrò invece la faccia impertinente di Henri de Bourbon, re di Navarra, che compì il maggior numero di giri della stanza, ventidue per la precisione.
Il responso annunciava dunque, senza ombra di dubbio, la fine della dinastia dei Valois e l’inizio di quella dei Bourbon.
«Nostradamus, abbia pazienza deve esserci un errore: di figli ne ho fatti un bel po’. Cosa c’entra quell’ugonotto?», si indignò lei (gli ugonotti erano i francesi di confessione protestante).
Eppure, a “quell’ugonotto” Caterina avrebbe dato più tardi in sposa sua figlia Marguerite.
Il re di Navarra era in effetti uno dei più potenti nobili protestanti e, nel suo tentativo di mantenere la pace nel paese, Caterina aveva organizzato il matrimonio nella speranza di riconciliare le due fazioni.
Le cose non andarono per il meglio, nel caso ve lo steste chiedendo.
(Leggi delle nozze di sangue più famose della storia di Francia in “La notte di San Bartolomeo: come passare da un assassinio mancato a una strage nazionale).
Tornando alla profezia, purtroppo per Caterina, il messaggio era chiaro: i Valois erano finiti, stop, caput, the end, out!
E così fu:Caterina aveva seppellito François dopo pochi mesi di regno, poi Charles IX ed infine vide incoronato suo figlio Henri III, che era il suo prediletto, ma che più tardi si rivelò una delusione.
Henri III faceva di testa sua e la escludeva dal governo del paese, vanificando buona parte dei suoi tentativi di riconciliare le fazioni religiose.
Quando la morte reclamò anche il duca d’Alençon – l’ultimogenito di Caterina che sarebbe dovuto succedere a Henri III nel caso questi fosse venuto a mancare – un brivido freddo dovette percorrere la schiena della Regina Madre.
Henri III non aveva eredi: il rischio dell’estinzione della linea di sangue reale dei Valois era diventato… più che reale!
Caterina a circa 70 anni, era stanca, malata ed afflitta dalle preoccupazioni, dal senso di colpa e dalle frustrazioni.
Eppure, dopo otto guerre di religione e una non-quantificabile collezione di massacri e cospirazioni, la Regina Madre temeva di abbandonare il campo.
Si dice che, avendo interpellato gli astrologi circa la propria morte, le fosse stato consigliato di “tenersi alla larga da Saint-Germain”. La regina aveva pensato ci si riferisse a un paese non lontano da Parigi o, tutt’al più, a una delle chiese dedicate a Saint-Germain entro le mura di Parigi (una si trova proprio ad est del Louvre, la sede della corte). E invece…
Henri III aveva designato come suo successore proprio “quell’ugonotto” di Henri de Bourbon, senza consultarla.
Dulcis in fundo: Henri fece assassinare a tradimento nei propri appartamenti del castello di Blois il duca de Guise, capo della fazione cattolica, mandando all’aria il delicato lavoro diplomatico pluridecennale di Caterina.
Persino per una roccia come lei, il colpo fu durissimo.
Era il 23 dicembre 1588 e Caterina agonizzante si trovava a letto quella notte, esattamente nella stanza sottostante il luogo del crimine. Un bel Natale, non c’è che dire.
La Regina Madre, che dal tramestio e dalle grida aveva compreso immediatamente cosa si stava svolgendo al di sopra della sua camera da letto, lasciò andare un gran sospiro.
La leggenda narra che, sentendo la morte vicina, Caterina avesse fatto chiamare un prete per confessarsi. Fu così che venne introdotto al suo capezzale un giovane prete di nome… Saint-Germain!
Caterina non sarebbe arrivata all’Epifania: si spense il 5 gennaio 1589, carica di amarezza.
Terminò così la vita di Caterina de’Medici, una delle regine di Francia più fraintese dalla posterità che ha meritato di recente una rilettura completa da parte della storiografia moderna.
Per capire meglio, vi invito a leggere anche perché nessuno avrebbe voluto essere Caterina de’Medici.