Chi sono i “poeti maledetti”?

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Parigi non riesce a nascondere i suoi contrasti.

Culla dell’arte, degli ideali, dei conflitti e dei poeti, la Ville Lumière perderebbe tutta la sua luce senza le ombre che l’hanno generata.

I poeti maledetti sono tra queste, ma chi sono? Come si distinguono dai poeti “normali”?

Il termine origina dal poeta Paul Verlaine (1844-1896), il quale battezzò così i suoi amici e colleghi Tristan Corbière, Arthur Rimbaud e Stéphane Mallarmé.

Nel 1884, Verlaine pubblicò l’opera intitolata per l’appunto “I Poeti maledetti” – una raccolta comprendente alcune tra le migliori opere del gruppo – ma l’idea dell’intellettuale, dello scrittore o dell’artista perseguitati da un destino avverso non era certo cosa nuova.

Copertina di Les Poètes Maudits di Paul Verlaine
Copertina di “Les Poètes Maudits” di Paul Verlaine (photo from Wikipedia)

In breve, se vi dilettate nel comporre versi e aspirate ad entrare nelle fila dei “poeti maledetti”, ecco la ricetta:

  1. a una base di gravi frustrazioni affettive aggiungete difficoltà materiali a volontà.
  2. Appena l’insieme risulta omogeneo versate dosi generose di vita sessuale promiscua, denutrizione, alcolismo, stupefacenti, tabagismo.
  3. Lasciate cuocere a fuoco lento fino alla comparsa di malattie veneree, sofferenza fisica e disturbi mentali.
  4. E adesso l’ingrediente segreto: la maledizione del poeta il quale – per chi non lo sapesse – è maledetto tre volte:
  • dalla società, poiché il poeta è prima di tutto un emarginato a causa della sua vita dissipata, dell’indigenza, della follia e – non ultimo – del suo aspetto “poco attraente”;
  • da Dio, in quanto il poeta è attratto disperatamente dal male, lo indaga, lo sperimenta e questo genera in lui un terribile senso di colpa;
  • infine – come se non fosse già abbastanza – da loro stessi! E già, perché il poeta è il proprio peggior nemico, si detesta visceralmente e pensa ogni giorno che essere se stesso sia la peggior cosa che potesse capitargli.

Deprimersi e servire ben caldo!

Segue un estratto del “menu maledetto” che include ben più dei nomi già citati, per di più non solo francesi. Scegliete il vostro preferito.

PIATTO TRADIZIONALE AMERICANO:

Edgar Allan Poe (1809-1949) che visse solo 40 anni maledetti. Le sue opere macabre ispirarono intere generazioni di poeti e scrittori, tra cui quella di Verlaine.

Edgar_Allan_Poe

UN PRIMO TUTTO PARIGINO:

Charles Baudelaire (1821-1867), deceduto a 46 anni dopo aver assistito con orrore al sorgere implacabile dell’era industriale e al culto del profitto. Che ruolo può mai esser riservato all’arte e alla poesia in una società simile?!

La sua raccolta lirica intitolata  “I Fiori del Male” è un viaggio immaginario che il poeta compie attraverso l’inferno che è la vita. Più maledetta di così!

Baudelaire

VELLUTATA AL MALE DI VIVERE:

Gérard de Nerval (1808-1855), dopo 47 anni di allucinazioni, tormenti, “voci” e ossessioni, pose fine alla propria vita impiccandosi a una grata di un vicolo nel pieno centro di Parigi – “Il luogo più squallido che potesse trovare”, commentò Baudelaire.

Per saperne di più, consiglio l’articolo Montmartre o Mont-matto? Aneddoti un po’ macabri della collina della follia.

Gerard Nerval

TAGLIERE DI VARIE FORME DI DECADENZA:

Paul Verlaine (1844-1896), deceduto a 52 anni, uno dei poeti maledetti più longevi, nonostante la sua tormentata, miserabile, promiscua esistenza.

Paul Verlaine
…«e della decenza!», avrebbe aggiunto la Parigi benpensante dell’epoca.

RABBIA AFFUMICATA TERRIBILMENTE PICCANTE:

Arthur Rimbaud (1854-1891), deceduto a soli 36 anni a causa degli eccessi della sua avventurosa esistenza. Fu amante di Verlaine negli anni ’70 del 1800.

Rimbaud

MINESTRONE DI MALINCONICA POESIA:

Stéphane Mallarmé, (1842-1898), uno studente mediocre che divenne scrittore immortale. Fu uno dei protagonisti della vita intellettuale parigina del tempo, alla costante e ossessiva ricerca di una nuova poetica, nonché di un nuovo ruolo del poeta nella società industriale.

Stéphane Mallarmé

SCELTA FAST-FOOD:

Tristan Corbière (1845-1875), deceduto a causa della tubercolosi all’età di 29 anni, passò quasi inosservato dai suoi contemporanei. Fu Paul Verlaine a riconoscerne il valore e a diffonderne l’opera.

Tristan Corbière

Buone letture maledette a tutti!

Io e una lettura leggera
Io e una lettura leggera sui miei poeti preferiti