Come leggere l’epoca di costruzione di un palazzo parigino?
Non occorre per forza una laurea in architettura o storia dell’arte per assegnare un’epoca a un quartiere, a una strada o a un palazzo di Parigi. Serve solo tenere gli occhi aperti e ricordare alcune fasi fondamentali.
La prima da tenere a mente è la drastica trasformazione di Parigi avvenuta a partire dalla metà del 1800. Il famoso Barone Haussmann, braccio destro dell’Imperatore Napoleone III, realizzò una vera rivoluzione urbanistica che rese Parigi architettonicamente omogenea così come la vediamo oggi, eliminando diverse porzioni dei quartieri antichi per far spazio ai grandi boulevards.
Ciò significa che lo stile dominante del centro storico, salvo eccezioni più antiche facilmente riconoscibili che vedremo, o più moderne difficilmente trascurabili, rimane quello della seconda metà del 1800, il periodo del Secondo Impero di Napoleone III (1852-1870).
Il secondo stile dominante è quello dell’inizio del 1900, la famosa Belle Époque che conservò le linee guida di Haussmann aggiornando la decorazione al nuovo gusto Art Nouveau e Liberty.
Ma vediamo più nel dettaglio l’organizzazione degli spazi nelle palazzine dell’epoca di Haussmann, uno stile che ha impresso la Ville Lumière nell’immaginario collettivo:
Al piano terra e nell’ammezzato si trovavano solitamente i locali delle attività commerciali.
Gli appartamenti del primo piano erano dedicati ad inquilini dell’aristocrazia o dell’alta borghesi, la cui servitù alloggiava nel sottotetto. Oggi questi alloggi sono “attici” di charme dai prezzi esorbitanti, ma allora erano covi gelidi o asfissianti a seconda delle stagioni, tutt’altro che confortevoli.
Nei piani rimanenti vivevano i membri di famiglie borghesi, via via sempre meno agiate salendo con l’altezza dell’immobile.
Il palazzo hussmanniano, ai tempi, era pertanto un riflesso della società, come mostra questa illustrazione
E prima del Barone Haussmann? Cosa avremmo visto per le strade di Parigi?
Le rovine di Lutetia, così gli antichi romani chiamavano Parigi, sono ormai rare. Oltre alla cripta archeologica sotto a Notre-Dame e ai resti delle terme al Musée national du Moyen Âge, non vanno trascurate le rovine dell’antica arena, che oggi è un piccolo giardino pubblico nascosto tra le costruzioni circostanti.
Questa meraviglia, risalente alla fine del I secolo d.C., rimase in attività fino alla conquista della città da parte dei barbari (III secolo). L’anfiteatro poteva ospitare attorno ai 15000 spettatori e ospitava sia spettacoli teatrali, che giochi gladiatori.
I resti furono rinvenuti proprio durante i grandi lavori urbani del prefetto Haussmann (1870) per la realizzazione della rue Monge (V arrondissement).
Passiamo ora allo stile costruttivo successivo, quello che caratterizzò la capitale per secoli, ossia le file di case “a graticcio”.
Camminando la Parigi medievale, avremmo incontrato principalmente palazzine in questo stile, tutte terminanti all’apice con appuntiti pignons, una sorta di timpano aggettante sulla strada. Messi in fila, i pignons ricordavano dei denti di sega.
La struttura portante, in legno, era a vista e lo spazio tra le travi veniva riempito di pietre e calcinacci poi ricoperti di intonaco.
Erano tipicamente palazzine strette e slanciate, con una stanza per piano. Gli ambienti erano male illuminati: la finestra era solitamente unica e al posto del vetro (una cosa da ricchi!) si impiegava della carta oleata per difendersi dal freddo…Si fa per dire!
Al piano terra, si trovava solitamente una bottega senza finestre, con un’unica apertura sulla strada.
Ho potuto trovare un’idea di come potesse apparire la Parigi medievale scomparsa dopo il “tocco” di Haussmann passeggiando da tutt’altra parte: a Laval, nella Loira, o a Rouen, in Normandia.
Venne poi l’età della Renaissance, il periodo che fece da ponte tra il Medioevo e l’Età Moderna.
Tra 1500 e 1600, Parigi si espanse verso est, occupando la zona del Marais, l’odierno 4° arrondissement. Questo divenne il quartiere chic, in cui ogni famiglia importante doveva risiedere.
I palazzi nobiliari spuntarono un po’ dappertutto e fu presto necessario dare respiro alla zona.
Per questa ragione – ma anche per eliminare al contempo un luogo di sinistra memoria – re Henri IV decise di avviare nel 1603 la costruzione di una piazza sul sito dell’antico hotel de Tournelles.
Nella corte di questo palazzo infatti, uno dei suoi predecessori, Henri II, venne ferito mortalmente durante un torneo.
(Per sapere di più sulla tragica morte di re Henri II, leggi l’articolo Caterina de’ Medici: dall’ombra della sottomissione ai riflettori del potere).
La piazza che Henri IV aveva in mente, Place Royale, oggi nota come Place des Vosges, doveva riflettere una nuova era architettonica: un quadrilatero perfetto in un unico stile, una cosa nuova per l’epoca.
Le palazzine vennero costruite con pietre bianche e mattoni rossi a vista. I tetti si coprirono delle classiche tegole d’ardesia, e un portico continuo venne predisposto per accogliere le passeggiate dei cittadini.
In origine, sul lato Nord, avrebbe dovuto essere costruita la sede di una manifattura della seta. Le palazzine avrebbero infatti dovuto ospitare gli alloggi di artigiani e apprendisti.
Il nuovo progetto del re, però, riscosse un tale successo che i nobili del regno, ansiosi di mostrarsi moderni, corsero ad acquistare le palazzine all’ultima moda della Place Royale.
L’idea della manifattura venne quindi accantonata e la piazza venne chiusa a Nord con un’altra fila di palazzine identiche alle precedenti.
Oggi è raro incontrare altri esempi di costruzioni in questo stile, ma non impossibile.
Se questa panoramica consente di identificare tre passaggi chiave nell’architettura urbana parigina, un discorso a parte va fatto per le palazzine dei nobili che invasero il Marais ai tempi del Grand Siècle (il Gran Secolo) ossia il 1600.
Una passeggiata nel Marais è allora d’obbligo per incontrare le tracce del secolo dei moschettieri e del Re Sole…
(..leggi anche Come riconoscere le palazzine parigine del “Grand Siècle)