Come riconoscere le palazzine parigine del “Grand Siècle”
Il quartiere del Marais (IV arrondissement) è caldamente consigliato, se non per il portafogli, almeno per cogliere l’evoluzione delle ricche residenze nobiliari del Grand Siècle.
Il 1600 viene definito il “Secolo Grande” per via del grande potere che la Francia aveva acquisito a livello europeo sotto i regni di Louis XIII e soprattutto di Louis XIV, il celeberrimo Re Sole.
A quel tempo, il quartiere parigino del Marais era alla moda e perciò vi sorsero numerosi hôtels particuliers, ossia eleganti palazzine indipendenti affittate dalla nobiltà.
Dettaglio curioso: a Parigi, la parola “marais” è sinonimo di chic, ma in realtà significa “palude, acquitrino”, poiché questa è la vera origine del quartiere!
Immaginiamo ora di entrare in uno di questi hôtels in compagnia di un VIP del tempo. Prima meraviglia, il portone d’accesso.
Una volta varcata la superba barriera, la carrozza accedeva alla corte d’onore, un cortile protetto da alte mura che separava gli appartamenti privati dalla strada.
Gli eleganti alloggi del padrone di casa erano rigorosamente collocati al primo piano (detto appunto piano “nobile”) e rimanevano protetti dal chiasso della vita cittadina. È solo con l’affermarsi della società borghese (XVIII-XIX secolo) che l’appartamento avrà la necessità di affacciarsi sulla strada, vicino alle attività commerciali.
Nella corte d’onore si lasciavano merci, cavalli e carrozze per poi accedere – qualora invitati – all’ala degli appartamenti.
Oltre l’ala degli appartamenti, solitamente si poteva godere delle ombre e dei profumi di un bel giardino, tanto lussureggiante quanto lo consentivano le possibilità economiche del proprietario.
In fondo al giardino dell’Hôtel de Sully è conservata ancora la splendida limonaia, in francese “orangerie“, in cui si riparavano gli agrumi dal rigore dell’inverno. Nel XVII secolo il giardino doveva apparire molto più ricco, nonché più esteso, ma anche così non è male!
Fanno eccezione, per ovvi motivi di spazio, i moltissimi hôtels particulières che sorsero proprio nel XVII secolo sull’Île Saint-Louis, l’isolotto accanto all’isola di Nôtre-Dame (l’Île-de-la-Cité): in questo caso si era costretti a rinunciare alla corte d’onore, o a ridurla, ma il sacrificio andava accettato per avere un residenza alla moda con vista sulla Senna.
Segno inconfondibili del Grand Siècle è il nuovo motivo decorativo della “chaine de refend“, una fila di pietre sovrapposte lasciate in leggero rilievo lungo i bordi delle facciate.
Lo stesso dicasi per i tetti detti alla Mansart (dal nome dell’architetto che li ideò tra il 1630-1640), che spopolarono sotto il Re Sole e che non vennero mai abbandonati nemmeno successivamente. Le mansarde creavano nuovi spazi per lo stoccaggio e alloggi per la servitù, ma è meglio sorvolare sul confort che potevano offrire.
Le case popolari, nel frattempo, avevano abbandonato il “graticcio” di legno a vista sulle facciate tanto diffuso in epoca medievale (troppi incendi!).
Il pignon – una sorta di timpano triangolare di legno – non occupò più il prospetto principale, bensì il lato secondario dell’edificio per consentire un maggior spazio nelle mansarde. La facciata risultava così più larga e massiccia. Case di questo tipo sono proprio quelle del tempo dei moschettieri!
(Da leggere anche Le case di Parigi: il passato nascosto nella Parigi dei boulevards.)
Le finestre di queste palazzine erano disposte senza logica apparente, se non quella di rispondere alle esigenze interne.
Al piano terra vi era di solito un esercizio commerciale dotato, sul retro, di un locale di servizio con un grande camino e un lavello collegato al pozzo.
Al primo piano risiedevano i proprietari. Se potevano permettersene un secondo, lo affittavano a terzi, ma non si trattava di sistemazioni comodissime…
D’Artagnan, l’eroe protagonista del famoso romanzo di Alexandre Dumas, al suo arrivo a Parigi venne sistemato proprio in una stanza di questo tipo.
Più tardi, sotto il re Louis XIV (seconda metà del 1600), anche le case popolari si adattarono al nuovo stile tanto amato dal Re Sole, ossia il Classicismo. Gli edifici divennero più slanciati e raggiungevano anche i 3 o i 4 piani. L’effetto nell’insieme era elegante e soprattutto simmetrico, con finestre disposte finalmente in modo regolare.
In generale la decorazione divenne più sobria rispetto all’opulenza del precedente stile Renaissance (vedi Hôtel de Sully). Simmetria, sobrietà e armonia dettarono i canoni estetici degli esterni anche durante tutto il XVIII secolo.
Curiosità per gli osservatori più attenti: se le facciate delle palazzine risultano “bombate” verso la strada, come rigonfiate dopo una bella mangiata, significa che sono precedenti al 1700. Questo perchè, fino ad allora, non era stato inventato il sistema di tiranti metallici in grado di mantenere le facciate dritte, senza che queste crollassero in avanti.
Nel XVII secolo, gli interni degli hôtels particuliers si dotarono di parquet di legno (il cotto che andava tanto di moda prima era troppo freddo) e le stanze si riempirono di piccoli caminetti (prima erano meno numerosi ed enormi).
La corte interna dell’Hôtel d’Almeras al 30, rue des Francs-Bourgeois, sempre nel Marais, offre un buon esempio di hôtel particulier di epoca classica, oltre a un piacevolissimo giardino nascosto.
Una bella passeggiata nel Marais è sufficiente per osservare le trasformazioni che vi ho appena descritto, dunque buona passeggiata e occhi aperti, soprattutto perchè a volte capita che qualcuno dimentichi di chiudere il portone d’ingresso…