Il Trio Infernale: la terribile Suzanne
Montmartre, la folle butte, la collina che ho ribattezzato Mont-Matto, non poteva non offrire uno straordinario esempio di follia domestica. L’amore non dovrebbe mai seguire regole e a Montmartre non lo fece affatto, come dimostra la storia de “La Trinità maldetta” o “Trio infernale”. Il primo membro del bizzarro triangolo che andiamo a conoscere è la “terribile” Suzanne Valadon (1865-1938).
A cavallo tra XIX e XX secolo, gli habitués del cabaret du Lapin Agile, sul versante settentrionale della collina, erano non di rado costretti ad abbandonare i bicchieri e le canzoni per accorrere dalle grida spaventose provenienti dal 12 di rue Cortot.
La casa fa parte del complesso più antico della collina e ospita oggi il museo di Montmartre.
I suoi inquilini illustri furono talmente numerosi da meritare una grande targa all’esterno.
Dal 1875, ad esempio, Auguste Renoir ebbe qui il suo atelier e vi dipinse capolavori quali il Bal du Moulin de la Galette (1876) o La balançoire (1876).
Più tardi, il pittore avrebbe fatto la conoscenza della nuova celebre inquilina di rue Cortot, Suzanne Valadon (1865-1938), la quale divenne sua amante e modella.
Lui aveva 41 anni e lei 18: la bella Suzanne non aveva questo soprannome per caso! Il suo precedente amante, il pittore Puvis de Chavannes, ne aveva 58 quando si conobbero.
Lui aveva 41 anni e lei 18 e il suo precedente amante, il pittore Puvis de Chavannes, ne aveva 58 quando si conobbero.
La giovane Marie-Clémentine Valadon, così si chiamava in realtà, elesse a nome d’arte quello di Suzanne su suggerimento del pittore Henri de Toulouse-Lautrec, suo amante ed amico. Esso scherzava sul fatto che Marie posava (e non solo) per pittori molto più vecchi di lei, e ciò l’accostava all’episodio racconto biblico della povera Susanna, perseguitata da vecchi spasimanti.
Fu sempre Henri de Toulouse-Lautrec, pittore-narratore della vita notturna di Montmartre, a spingerla a mostrare i suoi disegni (Suzanne disegnava!) a un altro intramontabile nome della storia dell’arte, Edgar Degas, che divenne il maggiore mentore di Suzanne Valadon.
Navigando i mille articoli che la riguardano si può trovare scritto che l’arte di Suzanne non venne riconosciuta mentre era ancora in vita perché era una donna, per giunta di malaffare, ma io non sono del tutto d’accordo e non la compatirò in questo senso, tanto più che lei non lo avrebbe tollerato.
Certamente, il borghese “per bene” poteva storcere il naso all’idea di acquistare il quadro di una “donnaccia dissoluta”, ma questo, per l’orgogliosa Suzanne, importava ben poco.
L’unico riconoscimento che per lei avesse un valore non venne mai meno: i suoi primi acquirenti furono i maggiori artisti del tempo, cosa non poco lusinghiera visto il periodo in cui visse.
Inoltre, Suzanne Valadon fu la prima donna ammessa a far parte della celeberrima Società degli Artisti Indipendenti che gestiva il Salon des Indépendents dove esposero Seurat, Braque, Chagall, de Chirico, Modigliani, Matisse, Rousseau… Un riconoscimento non trascurabile!
Suzanne Valadon era più che energica, era una bomba, una bugiarda incurabile, una lunatica i cui occhi avevano fatto perdere la testa a mezza Montmartre.
Uno fra tutti: Erik Satie (1866-1925), brillante compositore e pianista, talmente ossessionato dall’esoterismo che i suoi amici lo soprannominarono “Esoterik Satie”.
La loro relazione fu breve, appassionata, burrascosa.
Lui la ricopriva di lettere, poesie e voleva sposarla. Lei si sentì asfissiata e come soleva fare in questi cosi… «Adieu, mon ami»
Suzanne era l’elemento numero 1 del Trio Infernale, o sarebbe meglio dire il vertice.
Il suo carattere da leonessa non lasciava mai un insulto impunito. e normalmente aggredirla non portava mai buoni frutti.
Suzanne aveva riservato la pazienza, e tutta la propria capacità di perdonare, al figlio Maurice Utrillo, soprannominato Litrillo, perché nelle sue vene scorrevano più litri di vino che di sangue.
Maurice era il membro numero 2 del Trio Infernale… Continua!