Il Trio Infernale: Maurice Utrillo, la bottiglia di Montmartre
Il figlio di Suzanne Valadon, Maurice Utrillo (1883-1955), era un instabile, continuo problema.
Alcolizzato dall’età di 13 anni, il poveretto era soggetto a delle crisi di rabbia che avrebbero messo paura a Kylo Ren. Bipolare, autistico, paranoico, è possibile descriverlo in molti modi. L’unica cosa che poteva fargli dimenticare il bere era la tavolozza dei colori. Utrillo dipingeva per sopportare se stesso.
Suzanne fu accusata di essere una madre negligente, sempre in giro per i bistrot con artisti e intellettuali mentre il bambino con “la testa a forma di melanzana” veniva affidato alla vecchia nonna (in effetti Utrillo non fu mai una bellezza). Mi chiedo allora cosa si potrebbe dire del padre, un vero campione di assenteismo (il pittore Miguel Utrillo riconobbe il bambino ma per molti si trattò solo di un atto di generosità).
Se a 19 anni Suzanne non aveva alcuna voglia di fare la mamma, alcuni anni più tardi dovette scontrarsi con la triste verità che suo figlio era diventato un alcolizzato infelice. Tutto era cominciato come rimedio tradizionale alle crisi epilettiche che lo colpivano (brodo caldo allungato col vino), ma il bisogno di bere per il giovane Maurice divenne presto incontrollabile. Forse il senso di colpa, forse una maturità raggiunta improvvisamente davanti alla sventura, forse entrambe le cose spinsero Suzanne a diventare la madre che non voleva essere. Maurice non sarebbe più stato senza di lei, mai più.
Dopo un ennesimo ricovero in casa di cura, un medico suggerì un’attività manuale per calmare i demoni di Maurice. Suzanne decise allora di iniziarlo alla pittura. Grazie a questa provvidenziale decisione, nacquero le centinaia di vedute di Montmartre che avrebbero reso Maurice famoso (un soggetto che rimarrà di gran moda anche più tardi, fino a oggi). Il perfezionismo maniacale di Maurice si applicava splendidamente alla tela. Prima dal vivo, poi ingrandendo cartoline postali, il suo ritratto della butte fu il più fedele e il più completo, fatta eccezione per la presenza umana, praticamente assente o di nessun rilievo.
Ma appena posava il pennello Maurice voleva bere. Suzanne gli diede persino del denaro perché si sfogasse nei bordelli, ma lui spendeva tutto in vino. Giunse persino ad accompagnarlo di persona per controllare che non si infilasse in un bar, ma c’era poco da fare: Maurice Utrillo, detto “Litrillo”perchè nelle vene aveva più vino che sangue, preferì sempre un bicchiere di rosso a qualunque altro sollazzo. Vorrei far notare che solo a Montmartre si poteva sentir dire “oggi mia madre mi ha accompagnato al bordello”, il che dimostra come Maurice fosse il degno figlio di quella folle butte, che ho ribattezzato Mont-Matto.
(Per avere un’idea della geniale follia che si era concentrata sulla collina più famosa di Parigi, leggi “Mont-matto, ossia una testa take-away, una residenza per folli e un panorama gothic amato da un suicida“)
(Il sito del museo dedicato alla storia di Montmartre di rue Cortot è qui)
Tuttavia qualcuno si accorse delle sue doti. Spesso esposte accanto ai lavori di mamma Suzanne, le vedute che lo avevano strappato al suo inferno interiore per un poco divennero di gran moda a Parigi e poi anche in America; ma se Utrillo divenne ricco ciò fu grazie anche al terzo membro del Trio Infernale: André Utter, il giovane sposo di sua madre.
(Leggi dell’ultimo membro del Trio Infernale, il più giovane dei tre, il grande amore di Suzanne: il pittore André Utter)