La manifattura di Sèvres: fabbricanti di meraviglie da quasi trecento anni
Nel 1756, la potente favorita del re Louis XV, Madame de Pompadour, donna colta e di gusto raffinato, volle offrire alla manifattura di porcellane di Vincennes, fondata nel 1738 nei dintorni di Parigi, una nuova sede fatta costruire da lei stessa a Sèvres.
Al museo Cognac-Jay, in occasione della mostra La Fabrique du Luxe (terminata il 27 gennaio 2019) ho trovato dei raffinatissimi fiori di porcellana tenera realizzati tra il 1748 e il 1753, all’epoca in cui la sede era ancora Vincennes. La produzione di queste meraviglie fu alla base del successo della manifattura ed era divenuta talmente importante da richiedere un atelier dedicato, la celebre ‘‘fluerisserie’’.
Si era nel periodo d’oro del rococò e i bei boccioli variopinti si sposavano perfettamente con la moda del momento.
Attraverso la sovrabbondanza di elementi decorativi, gli interni delle residenze nobiliari intendevano evocare il concetto di natura diffusosi con l’avvento dell’Illuminismo, ossia una sorta di paradiso lezioso traboccante di innocenti piaceri.
Alla direzione della ‘‘fluerisserie’’ in cui lavoravano una ventina di artigiane c’era Henriette Gravant (ebbene sì, una donna!), moglie di uno dei tre fondatori della manifattura.
Purtroppo, nel 1753, l’ingresso alla manifattura venne proibito alle donne che, da quel momento, lavorarono da casa per continuare a produrre i fiori necessari a comporre preziosi oggetti d’arte, come la ricca gabbia per uccelli in esposizione alla stessa mostra (1750).
Più spesso, i fiori di porcellana venivano impiegati per realizzare i celebri bouquets di Vincennes che impreziosivano gli interni delle dimore aristocratiche, come quello conservato al Musée Lambinet.
Si possono trovare altre meraviglie dell’epoca di Vincennes anche nelle sale del Louvre, come queste tazze del 1750 che sono un vero inno alla natura.
Una delle produzioni di maggior successo della manifattura fu in seguito il biscuit, una tipologia di porcellana molto facile da lavorare che imita il marmo.
Con il biscuit venivano realizzate piccole statue apprezzatissime dalle classi più ricche del XVIII secolo. Di solito si trattava di riproduzioni di modelli firmati dagli artisti più alla moda.
Nel museo Lambinet di Versailles, ad esempio, è conservato un biscuit di porcellana tenera scolpito sul tema de “I mangiatori d’uva” (verso il 1760) di François Boucher, insegnate di disegno, pittura e incisione della stessa Madame de Pompadour e “Primo pittore del re”.
Una delle due figurine in biscotto rappresentanti Amore e Psiche del Getty Museum di Los Angeles è la riproduzione della celebre scultura in marmo di Étienne- Maurice Falconet, conservata al Louvre.
Non a caso Falconet fu direttore della scultura della manifattura dal1757-1766!
Lo stesso dicasi per la dolcissima “Malinconia”, esposta sempre al Louvre, anch’essa derivante da una scultura in marmo di Falconet (1763).
Le figure di Falconet risentono della nuova tendenza del gusto degli anni sessanta del XVIII secolo: la sobrietà classica si sostituiva gradualmente agli eccessi decorativi del rococò, la stagione artistica che aveva fatto la fortuna della manifattura.
Ancora oggi, la Manifattura di Sèvres continua il suo delicato lavoro rispettando le tecniche antiche grazie all’abilità di 120 ceramisti che producono circa qualche migliaio di pezzi all’anno destinati a enti statali (Palais de l’Elysée, Hôtel Matignon…), oppure commercializzati nelle gallerie di Sèvres e a Londra e a Parigi in occasione di saloni d’arte.
Per fare il pieno di bellezza, non perdetevi il meraviglioso museo presso la sede della Manifattura stessa!
Adesso che conosciamo qualcosa in più di questa straordinaria manifattura, occhi aperti quando girate per i musei parigini perchè le meraviglie di Vincennes o di Sèvres sono moltissime. Dopo tutto, stiamo parlando di quasi trecento anni di attività!