Palais-Royal: una storia degna di una serie TV
Il palazzo che resta raccolto in un superbo silenzio accanto al Louvre, subendo spesso l’affronto di non essere nemmeno notato dai turisti a causa del suo illustre vicino, nasconde una storia tanto avvincente quanto trascurata ed è ora di renderle giustizia.
Vediamo allora alcune delle facce celebri che hanno reso questa bella reggia così com’è, che l’hanno abitata o semplicemente frequentata, rendendola un crocevia di storie umane se non sempre edificanti, quanto meno appassionanti.
Palais-Royal, in principio, si chiamava Palais-Cardinal perché era sorto per volere del cardinal Richelieu – quel Richelieu, l’eminenza grigia per eccellenza, resa immortale dalla penna di Alexandre Dumas ne “I tre moschettieri”.
Anche Richelieu fu costretto a morire a un certo punto – per quanto stentasse a crederci lui stesso – e lo fece proprio qui, il 4 dicembre 1642. Mentre un considerevole numero di francesi festeggiava – consideriamo che, durante la sua lunga vita, il cardinale aveva sempre preferito assicurarsi l’obbedienza piuttosto che l’amore del prossimo –, il palazzo venne ereditato dal re Louis XIII e prese pertanto il nome di Palais-Royal.
Sua maestà, però, non si godette a lungo la nuova reggia in quanto morì l’anno successivo. Il palazzo divenne allora di proprietà di sua moglie, la regina Anna d’Austria – sì, proprio quella innamorata del bel duca di Buckingham, la stessa coinvolta nell’avventura della collana di diamanti narrata sempre da Dumas anche se, nella realtà, si trattava di due fermagli, ma questa è un’altra storia.
Vedova di un marito difficile e finalmente libera dalla soffocante presenza di Richelieu, Anna d’Austria poteva finalmente respirare qualcosa di simile alla libertà. Ciò che narra Dumas nei suoi romanzi non è, in questo caso, troppo lontano dalla realtà: il cardinale Richelieu, per conservare meglio il suo ascendente sul Louis XIII, aveva spesso messo il re contro sua moglie fino a convincerlo a diffidarne completamente.
Divenuta reggente del trono di Francia, la regina Anna prese possesso del suo nuovo palazzo con i figli al seguito. Si trattava del giovanissimo Louis XIV (il futuro Re Sole, che allora aveva circa cinque anni) e di suo fratello minore Philippe, futuro duca d’Orléans. A parte qualche piccolo incidente domestico – il piccolo Louis XIV, abbastanza mal custodito, cadde nel bacino centrale dei giardini e per poco non affogò –, la vita trascorse tuto sommato tranquilla a Palais-Royal fino ai turbolenti anni della cosiddetta Fronda.
Questa tormentata guerra civile, la quale mirava a indebolire il potere del futuro sovrano, durò cinque lunghi anni, anni che rivelarono adAnna d’Austria come il ruolo di reggente fosse forse persino più ingrato di quello di Regina Consorte. Il picco della tensione si ebbe quando si sparse la voce che il giovane re – che allora aveva appena dodici anni – stava per essere portato via da Parigi. Palais-Royal venne allora invaso dai nobili ribelli nel cuore della notte, i quali pretesero di vedere il loro sovrano. Louis si svegliò di soprassalto e assistette all’irruzione nella sua stanza di uomini armati, un terrore che non dimenticò mai e che fu alla base della futura decisione di trasferire la corte fuori dalla pericolosa Parigi.
Nel frattempo (1649) era giunta per la regina Anna una sorpresa da oltre La Manica. Alle porte di Palais-Royal bussarono la regina d’Inghilterra e la sua bimba di cinque anni:
«Zietta! Che bello vederti! Qual buon vento ti porta?», esclamò felice il piccolo Louis XIV (in effetti la regina d’Inghilterra era sua zia, sorella di Louis XIII).
«Quello delle palle di cannone, tesoro».
La scena non si svolse proprio così – l’ho solo immaginata – ma vediamo meglio cosa era accaduto alla sventurata sovrana. Henriette-Marie de Bourbon (1609-1669), moglie – benché ormai vedova – del re Carlo I d’Inghilterra, era testé fuggita dal suo regno in piena rivoluzione, dove la sua testa e quella di suo marito venivano reclamate a gran voce dai loro stessi sudditi. Re Carlo, come avrete immaginato, non ebbe la fortuna di sua moglie…
A causa delle spiacevoli incursioni notturne che abbiamo visto, la regina Anna decise di lasciare Palais-Royal e di ritirarsi tra le più sicure mura del Louvre. Nel palazzo rimasero Henriette e sua figlia, Henriette Anne Stuart (1644-1670), che anni più tardi sposò il fratello minore del Re Sole, Philippe, il quale viene ricordato non solo per essere stato il primo duca d’Orléans, ma anche e soprattutto per via dei suoi reiterati scandali BI-sessuali.
In occasione della nozze, Louis XIV fece dono alla coppia di Palais-Royal e la duchessa Henriette rese la reggia ancora più bella, fornendola di splendidi giardini d’acqua, opere d’arte, feste da favola e ogni delizia utile a farle dimenticare la propria vita coniugale.
I balli della duchessa d’Orléans divennero leggenda e così pure la sua morte, decisamente improvvisa e sospetta. A soli 26 anni, dopo aver bevuto un’acqua di cicoria, fu presa da violenti spasmi e si spense dopo un’atroce agonia, gridando di esser stata avvelenata. Nonostante i medici avessero imputato la morte della duchessa ad un attacco fulminante di gastroenterite, dietro molti ventagli e fazzoletti si continuò a bisbigliare di quel certo amante del marito che avrebbe avuto ottimi motivi per eliminare Madame (così veniva chiamata a corte la cognata del re)…
La duchessa Henriette Anne Stuart, padrona di Palais-Royal, figlia del deposto re d’Inghilterra e cugina del Re Sole Louis XIV, aveva anche un ulteriore indiscutibile pregio. Mi riferisco al suo fitto, leggiadro seguito di dame da compagnia, che aveva catturato tutta l’attenzione del regale cugino. Da questo giardino di boccoli, pizzi e nastri di seta, infatti, il passionale Re Sole si degnò di cogliere alcuni dei fiori più belli – non senza disdegnare la cugina stessa!
Uno dei fiori più famosi fu la dolce Louise de la Vallière, che diede al re due figli nati proprio a Palais-Royal. Innamorata sinceramente di un re piuttosto volubile, venne presto oscurata dal bagliore di una nuova e più ardente fiamma, la sfrontatissima Madame de Montespan, una donna dotata di tutt’altro temperamento. La trascurata Louise decise allora di trascorrere il resto dei suoi giorni in convento, diventando così un pubblico simbolo di redenzione, l’incarnazione di una moderna Maddalena pentita che rinunciava per sempre agli sfrenati piaceri della corte di Versailles.
Françoise-Athénaïs de Montespan, era fermamente decisa a tenere il re tutto per sé e ad eliminare ogni concorrenza, ricorrendo persino ad arti illecite quali messe nere, filtri d’amore, ecc. Il suo coinvolgimento nell’Affare dei Veleni è un’altra storia e la racconto in un articolo a parte, ma è un aspetto comunque utile per mettere a fuoco il temperamento decisamente temerario di questa donna che diede al re ben sette figli, sei dei quali legittimati. Tra questi vi fu l’incantevole Françoise-Marie de Bourbon, detta anche Mademoiselle de Blois, unita in matrimonio con il figlio di Philippe grazie alle abili manovre della sua inarrestabile madre. La figlia bastarda del re divenne così la nuova padrona di Palais-Royal.
Tuttavia – se ancora non si fosse capito – il re era volubile e a seguito dell’Affare dei Veleni il fulgido astro di Madame de Montespan iniziò il suo declino per lasciar spazio a una nuova stella, più modesta in apparenza e priva di nobili origini ma dotata di una personalità non meno notevole. Si trattava di Françoise d’Aubigné che poi si conquistò, grazie al suo charme e alla sua intelligenza, il titolo di marchesa e passò alla storia come Madame de Maintenon, fino a divenire addirittura la sposa morganatica di Louis XIV. Come avrebbe potuto mai, la Montespan, sospettare della religiosissima governante dei figli illegittimi del re che lei stessa aveva scelto? Sorpresa!
Sotto l’influenza di Madame de Maintenon, Louis XIV, divenne un uomo più morigerato e riportò le abitudini di corte a un tenore più sobrio.
Le bisbocce a Versailles subirono una battuta d’arresto che fece di Parigi il nuovo centro del divertimento, specialmente dopo la morte del Re Sole. Dato che il nuovo baby-re Louis XV doveva ancora raggiungere la maggiore età, la corte si trasferì nella capitale e il trono venne affidato ad un reggente – indovinate un po’–, Philippe d’Orléans, il marito di colei che era stata Mademoiselle de Blois.
Palais-Royal divenne così il centro delle feste più belle del Secolo dei Lumi. Bisboccia e baldoria finirono con il conferire alla reggia una fama ambigua, legata principalmente a quella piuttosto controversa del suo proprietario, eppure il bello doveva ancora venire. Per il palazzo dei duchi d’Orléans si preparavano anni lunghi, anni di trasformazioni sociali, anni d’oro, anni di sangue…
(Leggi degli anni d’oro in cui Palais-Royal divenne un centro commerciale ante litteram in “Il palazzo più “cool” è quello del duca d’Orléans“)