
Shakespeare and Company: un rifugio tra i libri
Sulla riva sinistra della Senna, affacciata sul fiume, proprio di fronte alla mole sonnecchiante di Nôtre-Dame, una piccola libreria si è conquistata di recente una fama internazionale, sebbene pochi conoscano la storia eccezionale e lo spirito originario di questo luogo votato alla lettura.
Era il 1951 quando, al 37 di rue de la Bûcherie, V arrondissement, un negozio di libri in lingua inglese chiamato Le Mistral (‘Il Mestrale’) aprì per la prima volta le sue porte al pubblico.
Il proprietario era un americano di circa trentotto anni di nome George Whitman. Per ospitare il suo bookshop George aveva scelto una costruzione scricchiolante, che all’epoca delle avventure di cappa spada (XVII secolo) era di pertinenza di un monastero.
Tra quelle vecchie mura George trasportò le montagne di libri che aveva collezionato negli anni, mentre era uno studente di psicologia e civilizzazione francese alla Sorbona.

Nel 1962, il nome del negozio cambiò in Shakespeare and Company per onorare una tempio scomparso della letteratura degli anni Venti, la prima Shakespeare and Company di Parigi, fondata da Sylvia Beach nel 1919.
Fino alla Seconda Guerra Mondiale che ne provocherà la chiusura, al 12 di rue de l’Odéon, il bookshop di Sylvia era stato un luogo di incontro per moltissimi autori, soprattutto anglofoni (Joyce, Hemingway, Stein, Eliot, Pund, Fitzgerald…).

Nel 1922, Sylvia si era improvvisata editrice per pubblicare e diffondere l’opera di uno dei suoi habitués più affezionati, James Joyce, che aveva visto respingere a più riprese il suo controverso Ulysse (1922).
Grazie all’aiuto di Hemingway che – a dire della stessa Sylvia – aveva sempre degli “ottimi consigli da dare”, il capolavoro che avrebbe cambiato il panorama della letteratura mondiale riuscì a varcare di contrabbando i confini statunitensi, dove la pubblicazione era stata vietata!

George volle proseguire la tradizione che il nuovo nome portava in dote alla sua libreria, con un tocco di Whitman in più: la nuova Shakespeare and Company sarebbe diventata non solo un punto di incontro e di scambio culturale, ma anche un rifugio per gli scrittori senza riparo e senza mezzi.
George li chiamava Tumbleweeds, letteralmente ‘balle di fieno’, come quelle che si vedono rotolare sullo sfondo dei film western.
Questi avventurieri dall’anima d’inchiostro andavano e venivano assieme al vento della fortuna, dormivano su cuccette improvvisate tra le pile di libri e avevano alcuni doveri quotidiani: leggere tutti i giorni, aiutare nel negozio per qualche ora e scrivere una pagina della propria autobiografia. Venne così a formarsi un archivio straordinario di storie di vita vissuta che la libreria conserva gelosamente.
Nel 2011, la figlia di George – che porta il bel nome di Sylvia – decise di lanciare il Paris Literary Prize, un concorso letterario per scrittori emergenti di tutto il mondo ospitato dalla libreria.
Lo stesso anno, George Whitman si spense dopo una lunga vita votata alle lettere, all’arte, allo scambio e alla sacra legge dell’ospitalità.
La sua libreria continua ad ospitare viaggiatori, eventi letterari, dibattiti, musicisti e tanto altro.
Al piano terra i libri sono in vendita, a quello superiore l’amata biblioteca dei Whitman è a disposizione di chiunque voglia sedersi e perdersi in un viaggio tra le pagine.
Ci tenevo a ringraziare di persona quest’uomo generoso, autore di un angolo parigino assemblato negli anni come i capitoli di un romanzo, e allora grazie e buon viaggio, George Whitman.
Spero tu sia in compagnia di Sylvia a sfogliare qualche buona pagina, da qualche parte.
