Sulle tracce della Lepre di Marzo: la contessa che amava dare scandalo
Le ricerche della Lepre di Marzo, caduta vittima del fascino di una contessa russa vissuta ai tempi di Napoleone III (1852-1870), avanzano.
(Per sapere come avvenne il fatidico colpo di fulmine leggi “Una chioma di seta e spalle scoperte: la Lepre di Marzo è innamorata!“)
Il Cappellaio Matto, ansioso di riavere il suo vecchio amico per il tè, è stato costantemente aggiornato sui risultati delle mie ricerche. Prima ho svelato alcuni segreti sull’autore del ritratto incriminato, Franz Xaver Winterhalter (per saperne di più leggi “Winterhalter, il pittore “fammi-bella“); poi sono passata a narrare del sarto che divenne il primo stilista della storia vestendo le dame più illustri del tempo, tra cui la contessa ovviamente, ossia Charles Frederick Worth (1825-1895; per saperne di più leggi “Worth, uno stilista imperiale“).
La Lepre di marzo mi è sfuggita per un soffio alle porte della leggendaria boutique di Worth in rue de La Paix (la palazzina esiste ancora!), ma so bene che per ritrovare un innamorato disperato conviene seguire i passi della sua amata. Mi sono quindi chiesta come fosse la vita della contessa Rimsky-Korsakov, che zone di Parigi frequentasse, in quali salotti e sale da ballo facesse sfoggio della sua sfolgorante bellezza. Con l’aiuto di buone letture ho trovato le risposte e, con esse, diversi spunti su dove cercare la Lepre di Marzo.
La prima tappa da controllare era certamente il punto in cui sorgeva il palazzo delle Tuileries, la reggia imperiale che oggi, purtroppo, non esiste più. Ai tempi della contessa, il celebre Arc du Carrousel fungeva da ingresso alla corte d’onore del palazzo e la vista sui giardini delle Tuileries era impedita dalla mole della costruzione.
I balli in costume erano una delle passioni dell’imperatrice Eugènie, vertice della vita mondana dell’epoca, pertanto la maison Worth era indaffaratissima a creare nuovi capi per le signore ansiose di fare sensazione. La contessa Varvara era fra queste: i giornali dell’epoca non risparmiarono elogi alla sua bellezza, né critiche alla sua mancanza di pudore!
Ad esempio, nella biografia che guida i miei passi, viene riportato che Le Monde Illustré del 14 febbraio 1863 dedicò le proprie illustrazioni ai costumi più sensazionali apparsi al ballo del conte de Walewski, personalità di alto profilo, membro della famiglia imperiale e figlio naturale di Napoleone I. Tra queste spicca il costume da Salammbô di madame Korsakov, donna sempre attenta alle mode del momento. Salammbô era l’eroina dell’omonimo romanzo firmato da Gustave Flaubert, un vero best seller, che era stato pubblicato solamente due mesi prima. Sacerdotessa cartaginese, femme fatale suo malgrado, la figura tragica di Salammbô aveva colpito la sensibilità dei lettori del tempo e la fantasia di Madame, tanto da suggerirle questo costume. Ritengo che, nell’illustrazione, il modello sia stato modificato per decenza. Si mormorò infatti che la tenuta della contessa avesse sollevato un tale imbarazzo da costringere il ciambellano dell’imperatrice ad accompagnarla gentilmente verso l’uscita!
Appena tre anni dopo, in occasione del ballo tenutosi al Ministero della Marina, il costume della contessa sollevò un nuovo polverone. Madame Korsakov partecipava al corteo in onore delle “quattro parti del mondo” e la sua tenuta avrebbe dovuto richiamare il mistero dell’Asia e dell’Oriente. Nella realtà, l’unica cosa sicuramente richiamata furono gli sguardi allibiti dei presenti. Due audaci spacchi laterali della gonna di Madame, infatti, consentivano di intravedere niente meno che le sue belle gambe! Si mormorò persino che Worth stesso, prima di confezionare il costume come da lei richiesto, avesse domandato preventivamente il permesso al Ministero…
Nemmeno al Ministero però mi è stato possibile riacciuffare la Lepre di Marzo, benché qualcuno l’avesse avvistata qualche ora prima, ma non intendo arrendermi: ci sono ancora un paio di tappe da controllare e questa volta, me lo sento, sarà quella buona!
(Leggi il seguito in “La Lepre di Marzo ritrovata tra odalische e palazzine eleganti“