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Olympe de Gouges: le donne che pensano sono pericolose

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Marie Gouze (1748-1793) visse 45 anni.
Fu la seconda donna a venir ghigliottinata sotto la Rivoluzione francese. A precederla di qualche settimana sul patibolo fu un’altra Marie, Marie-Antoinette
, la ben più famosa regina deposta.

Marie respirò a pieni polmoni le promesse dell’Illuminismo.
Sognò una costituzione che garantisse i diritti fondamentali dei più emarginati – donne, figli naturali, schiavi… – e compose di suo pugno la Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina.
Dopo essersi esposta denunciando i picchi di violenza della Rivoluzione francese salutò le sue illusioni dall’alto del patibolo. 

OlympeDeGouges
Aleksander Kucharski (attribuito a), Ritratto di Olympe de Gouges verso il 1788.

Le sue origini non erano comuni: Marie era figlia di una donna sposata che aveva amato un marchese ben più del proprio marito. Che la piccola Marie fosse la figlia naturale del suddetto marchese, dunque, è un fatto probabile.
Jean-Jacques Lefranc de Pompignan, si chiamava, un ricco, colto e noto drammaturgo della Comédie
-Française di Parigi.
Da lui, Marie ereditò la passione per il teatro e la drammaturgia.

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Anonimo, Jean-Jacques Lefranc de Pompignan, collezione Académie des Jeux Floraux, Hotel d’Assézat, Toulouse (photo from Wikipedia).

A sedici anni, Marie fu costretta a fare ciò che ci si aspettava da una giovane ragazza della sua condizione, ossia sposarsi.
Fu così che Marie Gouze divenne una profondamente infelice Marie Aubry, con l’unica consolazione di un figlio, Pierre, a sostenerla.

Ma… Colpo di scena!
La sorte virò direzione all’improvviso colpendo con
una febbre fulminante la ben poco dolce metà di Marie.
A soli diciotto anni, Marie era bella, vedova, padrona del proprio futuro e assetata di vita.
Olympe de Gouges stava nascendo.

A Parigi, Marie si guadagnò la fama di cortigiana, ma non è chiaro quanto peso avessero i pregiudizi morali del tempo su questa definizione.
Le sue abitudini erano a dir poco inusuali: frequentava i circoli letterari, studiava, seguiva con passione sia le discussioni filosofiche, che il dibattito politico.

Nemmeno le sue frequentazioni erano comuni. Ecco alcuni esempi:

Louis-Sebastien Mercier
Louis-Sebastien Mercier, scrittore e drammaturgo prolifico (photo from: Wikipedia).

Louis-Sebastien Mercier era una vera stella dell’epoca, scrittore e drammaturgo frequentatore di Rousseau e caro amico (forse amante per un periodo) di Olympe.
Le sue idee progressiste e il taglio satirico delle sue opere lo costrinsero all’esilio.

« Come si arriva sul lastricato di Parigi, si vede bene che il popolo non vi fa le leggi: nessuna comodità per le persone a piedi, nessun marciapiede.
Il popolo sembra un corpo separato da tutti gli altri ordini dello Stato: i ricchi e i grandi, che hanno personale, hanno il diritto barbaro di schiacciarlo e di mutilarlo per le strade; cento vittime muoiono ogni anno sotto le ruote delle carrozze. »

Louis-Sébastien Mercier
Le Tableau de Paris
Trovate il libro qui.

Tableau de Paris
L’opera di Louis-Sébastien Mercier, Le Tableau de Paris nella mia libreria.

Una delle protettrici di Olympe fu l’affascinante e colta marchesa de Montesson
La marchesa non aveva il sangue abbastanza blu, ma il cugino del re Louis XV, il duca d’Órléans, la sposò ugualmente.
Le nozze vennero celebrate in segreto e il re non concesse mai alla marchesa di prendere l’illustre titolo di duchessa.
Allora, libera dal timore di dar scandalo, Madame de Montesson ne divenne la madrina, accogliendo nel suo salotto la crème della vita intellettuale progressista dell’epoca.
Proprio qui, si svolgevano le attività della sua compagnia teatrale che mise in scena le pièces antischiaviste e liberali di Olympe.

Marchesa di Montesson Vigee Le Brun
Élisabeth Louise Vigée Le Brun, ritratto della marchesa di Montesson (1737-1806), sposa morganatica di Louis-Philippe d’Orléans, membro della famiglia reale. Il matrimonio avvenne nel 1773, ma la coppia aveva scandalosamente vissuto insieme fin dal 1759 (Musée du Louvre).

E a proposito di antischiavismo, il direttore della compagnia e dunque familiare di Olympe era il Cavaliere di Saint-Georges, figlio natuale riconosciuto di una schiava delle colonie d’oltreoceano e di un francese di buona famiglia.

Cavaliere di Saint-Georges
Il Cavaliere di Saint-Georges, uno dei migliori spadaccini dell’epoca, nonché gran maestro di musica! (photo from: Wikipedia)

Il piccolo Cavaliere venne cresciuto in Francia, dove ricevette un’ottima educazione.
Il giovane rivelò ben presto un grande talento per l’arte del fioretto e soprattutto per la musica, al punto da diventare l’insegnate di clavicembalo della regina Marie-Antoinette.

Come è facile immaginare, il colore della pelle del Cavaliere di Saint-Georges, unito all’invidia per la sua posizione, lo resero il bersaglio preferito delle crudeltà dei cortigiani. Ma niente paura: l’orgoglioso cavaliere non esitava a punire le villanie a colpi di fioretto!

La sua abilità di spadaccino era a tal punto rinomata che Monsieur de Saint-Georges dovette prender parte a un duello, divenuto poi leggendario, voluto del principe di Galles.
Sua Altezza reale voleva che il cavaliere si misurasse con un altro fenomeno del fioretto suo connazionale… l’ermafrodita Cavaliere d’Éon!

Duello Cavaliere di Saint-Georges e il cavaliere d'Eon
L’incredibile duello tra il Cavaliere di Saint-Georges (a sinistra) e il Cavaliere d’Éon (a destra): il Cavaliere d’Eon mantenne un fitto mistero attorno al proprio genere, caratteristica che gli permise una brillante carriera di spia e che, più recentemente, ispirò il fumetto giapponese di Lady Oscar. (Photo from: Wikipedia).

Dunque Olympe frequentava i personaggi più discussi del suo tempo, col naturale risultato di confondersi ad essi.

In quegli anni che precedettero la Rivoluzione francese, il fervore ideologico e il clima di attesa erano ai massimi storici. Ci si sentiva uniti nella costruzione di un mondo nuovo, più giusto, più libero. L’attesa di un grande cambiamento era palpabile.

Marie frequentò assiduamente il teatro, giungendo a scrivere delle proprie pièces imbevute delle idee del Secolo dei Lumi che la censura prese di mira.
I suoi scritti che attaccavano apertamente la condotta dei proprietari terrieri delle colonie, nonché il famoso “Codice nero”, un editto reale risalente al 1685 firmato dal Louis XIV, il Re Sole, che di fatto autorizzava e regolamentava lo schiavismo in quei territori.

OlympeDeGougesFumetto
Immagine tratta dalla biografia a fumetti di Catel & Bocquet su Olympe de Gouges. (Photo by www.carmeline.org)

L’origine dello pseudonimo Olympe de Gouges non è sicura.
Probabilmente, rinunciando al proprio nome da sposata – un nome che non impiegherà più – Marie intendeva definire i tratti essenziali della propria identità e della sua nuova vita:

  • Olympe, il nome della madre, a cui era molto legata;
  • Gouges, deformazione di Gouze, il suo cognome da nubile, da donna indipendente, che con quella curiosa storpiatura sembra suggerire “è il cognome di mio padre, che forse non era mio padre…”;
  • l’aggiunta della particella de, tipica dei titoli nobiliari, un’insinuazione alla supposta paternità del marchese, motivo per lei di grande orgoglio.

Tra le stranezze di Olympe vi era quella di farsi il bagno con regolarità. Non solo, si fece portavoce di progetti volti a migliorare le condizioni d’igiene delle strutture pubbliche, fino a proporre la creazione di stabilimenti destinati ad ospitare le partorienti, caratterizzati da una pulizia impeccabile.

Nonostante la sua condotta indipendente, o forse proprio grazie a questa, Olympe incontrò l’amore nel ricco e nobile Jacques Biétrix de Rozières che, incurante della sua modesta posizione sociale, le chiese la mano. Marie rifiutò: aveva giurato a se stessa che non si sarebbe mai più risposata.

Olympe de Gouges

Più apprendeva, più Olympe prendeva coscienza della profonda ignoranza in cui la condizione di donna l’aveva costretta fino a quel momento.

Allo scoppio della Rivoluzione, Olympe de Gouges si lasciò abbagliare da una pericolosa illusione: era certa che si stesse lottando per i diritti di tutti – ma proprio tutti.

Quando la tanto attesa Costituzione ispirata dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo venne finalmente firmata dal re Louis XVI, Olympe rimase indignata per la parte irrilevante riservata ai diritti delle donne.

Piuma alla mano, compose allora quella che sarebbe passata alla storia come la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina:

Articolo primo: «La donna nasce libera e vive uguale all’uomo nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune».

Uomo, sei capace d’essere giusto?
È una donna che ti pone la domanda; non la priverai anche di questo diritto.
Dimmi, chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il Creatore nella sua saggezza; percorri la natura in tutta la sua grandezza… e dammi, se osi, l’esempio di questo potere tirannico.

Olympe non consegnò il documento solamente all’Assemblea legislativa, ma si recò di persona al palazzo delle Tuileries, dove risiedeva allora la famiglia reale.
Qui presentò una copia accompagnata da una lettera indirizzata all’attenzione della regina Marie-Antoinette. La principessa di Lamballe, intima amica della sovrana, ricevette il documento dalle sue mani.

«Sostenete, Madame, una sì bella causa; difendete questo sesso sfortunato e avrete presto dalla vostra parte una metà del reame e almeno un terzo dell’altro»

Estratto dallo scritto allegato alla Dichiarazione indirizzato alla regina.

Il tentativo non ottenne alcun seguito.

Dei 14 articoli della Dichiarazione, solo quello sul divorzio venne preso in considerazione dall’Assemblea legislativa… perché tornava comodo agli uomini, bien sûr

Più tardi, con il diffondersi delle sue lettere pubbliche traboccanti di denunce e di indignazione nel confronti dell’Assemblea, Olympe si espose alle peggiori ingiurie, la maggior parte legate al suo sesso.

Olympe de Gouges risponde
Olympe de Gouges e l’estratto di una sua lettera pubblica in risposta agli attacchi subiti.

Quando i club femminili vennero vietati e qualunque riunione di più di 5 donne dichiarata illegale, Olympe vide dissolversi ogni speranza.

Mentre andava instaurandosi il regime del Terrore, l’incauta osò denunciare pubblicamente gli eccessi sanguinari del governo rivoluzionario, in particolare i massacri di settembre e il bagno di sangue del 10 agosto 1792, giorno dell’assalto al palazzo delle Tuileries che segnò la fine della monarchia in Francia.

All’Assemblea, da poco ribattezzatasi Convenzione nazionale, scrisse:

«Questa costituzione così vantata non ha prodotto che un governo mostruoso. L’avevo previsto e la giornata del 10 agosto ha confermato la mia predizione.»

Marie-Antoinette e Louis XVI
Il re Louis XVI e la sua consorte, Marie-Antoinette d’Austriche, gli ultimi sovrani assoluti di Francia.

Olympe si sentiva intoccabile per via dell’incessante militanza e della devozione dimostrata in passato alla causa rivoluzionaria.
La prova che non aveva affatto il polso della situazione ce la indica la sua candidatura a difensore d’ufficio del deposto Louis XVI.

Non contenta, decise di attaccare personalmente Robespierre e le decisione della Convenzione:

«Coraggio Maximilien, tenta la fortuna fino all’estinzione, […] quale che sia il tuo trionfo del momento […] non governerai mai degli uomini illuminati».

Robespierre 1791
Maximilien Robespierre, verso il 1791 (photo from Wikipedia).

La sua condanna a morte era firmata.
Dal carcere,
Olympe continuò a perorare la sua causa, a difendersi, a condannare le ingiustizie di un regime fuori controllo e ad amareggiarsi per il destino del suo Paese.

Place de la Concorde e ghigliottina
La ghigliottina sorgeva in Place de la Concorde, all’uscita dei giardini delle Tuileries (all’attuale angolo con rue de Rivoli).

Le ultime, commoventi righe che scrisse al figlio Pierre profumano profezia.

Conciergerie e Olympe
La Conciergerie sull’Île-de-la-Cité e una frase della lettera che Olympe scrisse tra queste mura a suo figlio.

(Leggi anche del processo a Madame Roland)