L’affare della collana (I): la regina sull’orlo della rovina
L’affare o scandalo della collana potrebbe sembrare una truffa come tante, se non fosse per il contesto in cui venne ordita, per i personaggi che furono coinvolti e per le conseguenze gravissime che generò.
La vicenda, difficile da credere, narra di una donna senza mezzi animata da un’ambizione irrefrenabile, che la spinse a infrangere ogni barriera sociale, fino a indebolire le fondamenta già traballanti del regno di Louis XVI (1774-1792).
Nell’anno 1783, la popolarità della regina di Francia Marie-Antoinette era ai minimi storici.
Da tempo la stampa le aveva affibbiato nomignoli poco lusinghieri quali “l’Austriaca”, per sottolineare la sua origine straniera, o “madame Deficit”, per via delle spese – ingenti, sebbene non inedite – che la sovrana dedicava ai divertimenti.
In generale, Marie-Antoinette veniva ritenuta la fonte dei problemi finanziari e della decadenza morale della corte.
Prima di lei, la regina di Francia era stata una figura di secondo piano, distante, discreta, ammantata di un alone sacro e inviolabile. Marie-Antoinette, al contrario, a causa della sua apparenza, della passione per la moda, della modernità delle sue abitudini e anche per temperamento, si trovò costantemente sotto alle luci della ribalta.
(Leggi anche La Moda s racconta: Marie-Antoinette e Rose Bertin).
A ciò si aggiunga che la fedeltà del re la metteva in una posizione nuova sotto un altro aspetto: il re Louis XVI, marito devoto e fedele, condannava involontariamente la moglie ad essere il bersaglio prediletto della furia popolare, ruolo solitamente riservato alle favorite reali.
Solo pochi mesi prima dell’inizio della nostra storia, un ritratto considerato osé di Sua Maestà Reale era apparso nelle sale del Louvre per dissolvere l’ultimo barlume di sacralità dovuto al suo rango. Marie-Antoinette vi era raffigurata in semplice chemise invece che in abito di corte come sarebbe stato d’uso, una grave leggerezza compiuta nel tentativo di apparire più “moderna”.
Sulla parete dove il ritratto era stato esposto qualcuno scrisse:
“La Francia,
sotto i tratti dell’austriaca,
ridotta a coprirsi con uno straccio”.
(Leggi della rivoluzione che la moda dell’epoca stava conoscendo in quegli anni in La moda si racconta: la quiete prima della tempesta)
Il colpo fatale alla sua reputazione giunse proprio con l’affare della collana, un intrigo degno di un romanzo che con lei, tuttavia, non aveva nulla a che vedere anzi, se la Regina fosse stata più avida, si sarebbe forse risparmiata almeno una parte dei dispiaceri che seguirono.
La fatale truffa ruotava attorno alla collana più costosa mai concepita, detta la “Gran Collana della Schiava”, un monile che più di una volta era stato offerto alla regina dal re medesimo e che questa aveva sempre rifiutato.
Marie-Antoinette si era dimostrata saggia all’epoca, affermando che la Francia aveva aveva più bisogno di navi da guerra che di collane visto lo sforzo bellico che stava sostenendo (Guerra di Indipendenza amercana), ma nessuno se ne sarebbe ricordato qualche anno più tardi…
La cascata di diamanti, 575.593 o 647 secondo le varie versioni, era stata originariamente concepita per essere offerta alla favorita del precedente re di Francia Louis XV, Madame du Barry, che aveva un vero debole per i diamanti.
I destini delle due antiche rivali, vedette della corte degli ultimi anni di regno di Louis XV, risultano curiosamente uniti da un comune filo rosso trapuntato di pietre preziose, che le condusse entrambe, per vie differenti, al patabolo e alla rovina.
(Da leggere anche Madmae du barry: un cammino verso il patibolo disseminato di diamanti)
Il folle ornamento protagonista dello scandalo era stato assemblato nel corso degli anni, scegliendo le pietre più belle del mondo, da una coppia di giellieri audace, incosciente, oppure avida a seconda dei punti di vista: Monsieur Bohemer, gioielliere della Corona, e Monsieur Bassanges.
Il prezzo aveva raggiunto i 25 milioni di euro attuali, una somma che rendeva a dir poco difficile trovare un acquirente, con Madame du Barry fuori dai giochi.
Va da sè che il rifiuto di Marie-Antoinette aveva gettato i gioiellieri nella disperazione. Bohemer giunse addirittura a gettarsi ai piedi della sovrana la quale, infastidita dalla scenata, gli consigliò di smontare il monile per vendere le pietre. Dopotutto, nessuno lo aveva costretto a lanciarsi nell’impresa.
Con queste parole, la regina credette d’aver archiviato l’argomento una volta per tutte.
Non poteva certo immaginare che, tempo dopo, la scelta le si sarebbe ritorta contro e che la disperazione dei gioiellieri sarebbe divenuta terreno fertile per la trappola colossale che l’avrebbe rovinata.
(Continua…)